La strega e il capitano di Leonardo Sciascia edito da Adelphi

La strega e il capitano

Editore:

Adelphi

Collana:
Gli Adelphi
Data di Pubblicazione:
28 novembre 2019
EAN:

9788845934278

ISBN:

8845934276

Pagine:
76
Formato:
brossura
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Trama La strega e il capitano

Nel febbraio del 1617, a Milano, Caterina Medici, serva «carnosa ma di ciera diabolica», viene condannata al rogo. In apparenza, uno dei tanti casi di stregoneria depositati nei nostri archivi. Ma la scrupolosa, o meglio accanita, ricostruzione che all'atroce caso dedica Sciascia in questo libro del 1986 ci mostra che non è così, giacché tutta la vicenda nasconde tra le pieghe interrogativi e zone d'ombra. Nello sbrogliare l'esasperante «pasticciaccio» con le cadenze e il montaggio di un thriller - consegnandoci una inconfondibile, magistrale miniatura microstorica -, ancora una volta Sciascia scrosta dalla Storia una delle innumerevoli maschere del potere, sino a svelarne il volto ripugnante e primigenio. E ancora una volta riesce ad assimilarsi sapientemente allo stile dei documenti, affidando la luce del giudizio al contrappunto mentale dei lettori.

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4 di 5 su 3 recensioni

Una lettura davvero soddisfacente Di l. pietro-19 aprile 2012

Il libro è un'indagine sui generis su un caso di "temuta stregoneria" letteralmente sviscerato da Sciascia. Tramite una originale ricostruzione dei fatti, la vicenda stupisce, fa pensare a quanto stupida fosse la messa a morte per delitti irreali. Sciascia, con sottile sarcasmo, ragiona sulla cattiveria delle persone e sulla crudeltà della chiesa che ha sempre predicato bene ed ha spesso operato il male.

Bel quadretto storicoDi L. Pina-27 marzo 2012

Racconta la storia di Caterina Medici serva, "carnosa, ma di ciera diabolica". Additata dalla famiglia Melzi e da un Capitano tale Vacallo di essere una nota strega capace di immani stregonerie. La disgraziata, per evitare la morte disse tutto quello che i giudici volevano ed anche di più. La condanna fu comunque eseguita nel marzo 1617. Non sapremo mai se poi il Capitano Vacallo riuscì a comprendere cosa fosse l'amore, e se i guai del Melzi svanissero. Come sempre quando leggo Sciascia mi si aprono universi, si acuiscono le mie percezioni, si accende la voglia di conoscere.

La strega e il CapitanoDi P. Leandro-8 agosto 2011

E' uno dei tanti quadretti storici che Sciascia scriveva per sensibilizzare il pubblico su temi quali l'inquisizione, precisa e chiara la ricostruzione e interessante il quadro del periodo che ne risulta: le credenze, le superstizioni, gli atti di stregoneria, le azioni del diavolo e, su tutti, l'assurda legge dell'Inquisizione. Il modo come il "delitto" fu scoperto rende questo processo per stregoneria meno ripetitivo e banale di altri che conosciamo. Uguale a tanti altri nell'atrocità del procedimento e dell'esito, ma diverso in quel che Ludovico Melzi proclama aiuto divino ed è invece, semplicemente, l'aiuto di un cretino che non riconosce in sé il divino. Il divino dell'amore. Il divino della passione amorosa. E viene da invocare: perché il canto quinto dell'"Inferno" di Dante o quello della pazzia di Orlando dell'Ariosto, un sonetto del Petrarca, un carme di Catullo, il dialogo di Romeo e Giulietta (proprio in quell'anno Shakespeare moriva) non volarono ad aiutare un tal nefasto cretino a guardare dentro di sé, a capirsi, a capire? (Poiché nulla di sé e del mondo sa la generalità degli uomini, se la letteratura non glielo apprende.)