Il metodo di Maigret e altri scritti sul giallo

"Nel 1961, quando ancora Simenon era confinato fra gli scrittori di serie B, Sciascia, dopo aver dichiarato che i suoi romanzi valevano ben più di quelli dell'école du regard, aggiungeva: «... e forse anche qualcuna delle avventure del commissario Maigret ha più diritto di sopravvivenza di quanto ne abbiano certi romanzi che, a non averli letti, si rischia di sfigurare in un caffè o in un salotto letterario». Questione di chiaroveggenza, certo. E di perspicacia, come quando, sempre nel 1961, scriveva: «Maigret è l'elemento cui la realtà reagisce: una specie di elemento chimico che rivela una città, un mondo, una poetica». Ma anche di passione per un genere - la letteratura poliziesca - da sempre frequentato: con una spiccata simpatia per il «modulo», scaturito da Poe, che del giallo fa un rigoroso cruciverba narrativo, un gioco ingegnoso. Quel che in questo libro scopriamo è che sin dai primi anni Cinquanta Sciascia ha anche costantemente indagato la letteratura gialla, quasi volesse chiarire a se stesso le ragioni della sua passione e costruire una sorta di mappa, una genealogia degli autori più amati - Chesterton, Agatha Ghristie, Erle Stanley Gardner, Rex Stout, Simenon, Geoffrey Holiday Hall e altri ancora. Offrendoci così trascinanti riflessioni e insieme gli indizi indispensabili per individuare le ascendenze dei protagonisti dei suoi gialli: dal capitano Bellodi del 'Giorno della civetta' all'ispettore Rogas del 'Contesto', al brigadiere Lagandara di 'Una storia semplice'." (a cura di Paolo Squillacioti) Il grande Leonardo Sciascia lo ritroviamo in un libro sinora inedito che rievoca un grande personaggio letterario. In "Il metodo di Maigret" il narratore siciliano, celebre al mondo per "Il giorno della civetta" e per "A ciascuno il suo", si rivela ancora una volta indagatore dell’animo umano e delle sue terribile trame e lo fa utilizzando un personaggio notissimo, il buon vecchio Maigret, investigatore pieno di luci e di ombre, inventato dalla penna geniale di Georges Simenon. Utilizzando quindi un personaggio letterario inventato da un altro, Sciascia si cimenta in casi che il commissario burbero e impertinente dovrà risolvere a suon di fumate di pipa e di buon bicchieri di vino. Ma è proprio tra i piaceri della tavola e del fumo che viene di solito l’idea risolutiva a Maigret. In questo libro, che è un piccolo gioiello noir, ritroviamo così uno scrittore senza tempo e un commissario altrettanto universale e atemporale uniti verso la risoluzione di casi criminali. Guidato dal loro istinto, dall’immedesimarsi nelle personalità e nelle varie umanità dei personaggi coinvolti, Maigret, animato dalla penna di Sciascia, cercherà di cambiare le sorti delle vite umane, sconvolgendole in meglio. Sono sempre le motivazioni umane che portano al delitto, allora ancora una volta Maigret non cercherà gli indizi materiali dell’omicidio, ma indagherà il cuore umano. In "Il metodo di Maigret" l’umorismo e il pensiero illuminato del suo protagonista spiccano così nella pagina, guidati dalla penna magistrale di Leonardo Sciascia.