Storia naturale della distruzione
- Editore:
Adelphi
- Collana:
- Biblioteca Adelphi
- Edizione:
- 2
- Traduttore:
- Vigliani A.
- Data di Pubblicazione:
- 27 ottobre 2004
- EAN:
9788845919237
- ISBN:
8845919234
- Pagine:
- 149
- Formato:
- brossura
- Argomenti:
- Seconda Guerra Mondiale, Guerra e operazioni di difesa
Libro Storia naturale della distruzione di Winfried G. Sebald
Trama libro
Una madre con il cadavere carbonizzato del figlio nella valigia, una famiglia che fa colazione nella veranda di una villa in mezzo alle macerie, una massaia che pulisce i vetri dell'unico edificio rimasto in piedi in mezzo alla distruzione. Immagini che testimoniano la serie di bombardamenti alleati che distrussero Amburgo durante la Seconda guerra mondiale e che hanno sempre costituito un argomento tabù in Germania. In quanto colpevole, il popolo tedesco doveva tacere il dolore patito da milioni di civili. Sebald trattò questo tema nel 1997 in una serie di lezioni di poetica tenute a Zurigo, toccando un nervo scoperto e componendo una storia naturale della distruzione in cui il meccanismo della guerra non risparmia niente e nessuno.
Recensioni degli utenti
Inquietante - 19 aprile 2012
Si tratta di conferenze tenute a Zurigo e dedicate al rapporto tra bombardamenti e letteratura. Al centro della riflessione, gli effetti dei bombardamenti subiti dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale: centinaia di tonnellate di bombe sganciate, migliaia vittime civili, tre milioni e mezzo di caseggiati distrutti. La guerra novecentesca è questa: l'orrore della guerra totale di cui parla Hobsbawm nel suo Secolo breve.
Storia naturale della distruzione - 4 agosto 2011
Ci si dimentica dei tanti orrori che costellarono anche la stessa azione degli alleati durante la seconda guerra mondiale. Questo libro sui bombardamenti alleati è la storia di un buco nero in una coscienza collettiva - e verrebbe da dire che ben gli sta. La letteratura si è dimenticata di certa Storia, ma fortunatamente il cinema no, e 'Germania anno zero' di Rossellini è li' per ricordare, a chi ne avesse voglia, la perversione di quei momenti.