Il piacere di Gabriele D'Annunzio edito da Einaudi

Il piacere

Editore:

Einaudi

Data di Pubblicazione:
18 maggio 2010
EAN:

9788806202934

ISBN:

8806202936

Formato:
brossura
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Trama Il piacere

La raffinata esistenza, le avventure amorose, la sensualità estetizzante del Conte poeta e pittore Andrea Sperelli - primo alter ego di D'Annunzio - nella Roma aristocratica di fine Ottocento. "Ambedue non avevano alcun ritegno alle mutue prodigalità della carne e dello spirito. Provavano una gioia indicibile a lacerare tutti i veli, a palesare tutti i segreti, a violare tutti i misteri, a possedersi fin nel profondo, a penetrarsi, a mescolarsi, a comporre un essere solo". "Anima camaleontica, mutabile, fluida, virtuale", Andrea Sperelli è il protagonista-esteta del Piacere, un aristocratico romano di antica nobiltà, che vive una vita splendida, tutta immersa nella mondanità, ricca di donne e avventure. Combattuto tra la passione per Elena Muti e l'amore per Maria Ferres, Sperelli crede che "bisogna fare la propria vita come si fa un'opera d'arte". Malgrado le buone intenzioni, sarà sopraffatto dalle attrattive d'una Roma corrotta e lussuriosa, ritrovandosi invischiato in una perversa sovrapposizione psicologica delle due donne amate. Abbandonato da entrambe, resterà preda della sua abulica esistenza di nobiluomo, inetto a vivere. Introduzione di Giovanni Ragone.

Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 12 recensioni

Il piacereDi b. alfio-6 luglio 2011

A mio parere, seppure inferiore alla produzione poetica dannunziana, il piacere è divenuto il suo testo più famoso, complice anzitutto il titolo, già sufficiente a farne la quintessenza del decadentismo nostrano: d'altronde, il poeta pescarese possedeva un genuino talento per i motti pubblicitari; ciò che è meno noto, invece, è che le capacità promozionali che gli permettevano di creare i suoi titoli evocativi e adescatori gli derivavano anche dall'assiduo studio dell'arte rinascimentale e barocca delle imprese e degli emblemi, studio a quei tempi negletto e guardato con sussiego da quasi tutti - Benedetto Croce in testa. E poi il divin Gabriele, alla bisogna, sapeva anche copiare con diligenza: perfino riproducendo i refusi, come osservò, divertito, Mario Praz quando rivelò che il pezzo sul libertinaggio sadomaso in Inghilterra era tolto di peso da una traduzione fatta da Villiers de l'Isle Adam da un articolo della Pall Mall Gazette. Ad ogni modo, la fortuna del libro è ben meritata: a suo favore va anche detto che, a differenza del Fuoco, che pur nel complesso gli è superiore, Il piacere non soffre del sovraccarico di preoccupazioni estetiche che lì formano digressioni o cornici non sempre ben fuse con la narrazione.

Il piacereDi r. andrea-5 aprile 2011

La vita eccezionale di Andrea Sperelli, nobile raffinato nella Roma di fine '800. Difficile commentare un capolavoro, perché di questo si tratta. Le sue avventure sentimentali, coltivate con ardore, studiate, costruite quasi come si farebbe con un copione teatrale. Esteta puro, egli trasmette il gusto e la ricerca dell'indagine artistica al campo amoroso, amando più spesso l'idea che la donna stessa. Un libro che potrebbe essere, per certi versi, la biografia del d'Annunzio stesso.

Delirio decadenteDi f. daniele-12 dicembre 2010

Lettura che affascina, attrae fino all'ultima pagina, fa immaginare per un attimo di vivere le atmosfere dei tramonti romani, di recepire le seduzioni dei personaggi, di camminare lungo via condotti e via del corso.

D'annunzio il piacere Di s. carmela-27 novembre 2010

D'annunzio non mi è mai piaciuto e forse la mia opinione è dettata anche da questo. Tralascio lo stile di vita di d'annunzio e mi concentro sul libro. Andrea Sperelli è tato riconosciuto come l'alter ego di D'annunzio, sinceramente ho trovato questo personaggio molto banale. Il libro che ho letto per la scuola mi è sembrato poco scorrevole e noioso. Non lo consiglio a chi vuol iniziare a leggere D'annunzio

Il solito D'AnnunzioDi F. Pasquale-28 ottobre 2010

Premetto che il mio giudizio sul libro è in parte condizionato dalla mia idea poco positiva su D’Annunzio. Infatti ritengo che l’intera produzione dell’autore nasca da un totale fraintendimento di Nietzsche. Un tratto interessante del libro, oltre la vicenda di Sperelli che sicuramente conoscete già a grandi linee, riguarda la descrizione dei paesaggi: D’Annunzio riesce a intrecciare il naturalismo con il decadentismo. Peccato che poi questi paesaggi rasentano l’assurdità. Se non amate D’Annunzio e7o il suo genere non ve lo consiglio.

bellissimoDi c. annalisa-24 ottobre 2010

E' una delle opere più belle di D'Annunzio, un simbolo del decadentismo ma anche un romanzo piacevole da leggere dove il linguaggio un po' artificioso non ostacola la comprensione del testo