Un uomo che dorme di Georges Perec edito da Quodlibet
Alta reperibilità

Un uomo che dorme

Editore:

Quodlibet

Traduttore:
Talon J.
Data di Pubblicazione:
3 dicembre 2008
EAN:

9788874622429

ISBN:

8874622422

Pagine:
170
Formato:
brossura
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Trama Un uomo che dorme

Terzo romanzo di Georges Perec, "Un uomo che dorme" è la storia di uno studente che la mattina dell'esame, invece di alzarsi, lascia suonare la sveglia e richiude gli occhi. Segue il racconto della sua vita ordinaria, in cui giorno dopo giorno si educa all'indifferenza per tutto: non voler più niente, vagare, dormire, perdere tempo; tenersi lontano da ogni progetto e da ogni smania; essere senza desideri, senza risentimenti, senza ribellione; leggere "le Monde" dall'inizio alla fine, senza saltare una riga, annunci matrimoniali e necrologi compresi. "Un uomo che dorme" è un romanzo in cui chiunque, leggendolo, riconosce quell'oscuro desiderio di ritirarsi dal mondo senza scomparire del tutto, diventare indifferente a ogni cosa, un fantasma trasparente che, come il protagonista del libro, vaga per Parigi senza aprire bocca, senza desiderare più nulla, tra la folla dei Grands Boulevards, per i caffè, le panchine dei giardinetti, i lungosenna, i musei, i monumenti, sonnambulo turista in casa propria.

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3 di 5 su 2 recensioni

Annientare se stessiDi M. Simone-5 settembre 2011

Leggendolo ci si sente sprofondare col protagonista nella routine nel tentativo di diventare un ingranaggio della quotidianità. Smettere di soffrire, di desiderare, di puntare in alto. Tu non sei adatto a vivere e non lo sarai mai, puoi soltanto galleggiare nell'indifferenza del prossimo. Sprofondare nella routine di gesti vuoti perpetuati fino alla nausea per annientare se stessi e trovare sollievo alla vita.

Un uomo che dormeDi L. Alberto-5 agosto 2011

Nno mi è piaciuto, ho fatto una gran fatica per portarlo a termine, e sono stato tentato più volte di abbandonarlo, lo spreco del tempo di un flaneur (cosi' tuttavia connesso ai passages parigini di Benjamin, di cui lessi poc'anzi) è irritante; ma è oltremodo irritante perchè non è di un perdigiorno che stiamo parlando, e forse neppure di un depresso. Di un ricercatore. Ecco cosa è stato Perec in quegli anni, un ricercatore - di cui poi abbiamo avuto modo di apprezzarne le sfaccettature nel suo poderoso romanzo di 10 anni piu' tardo. Ma qui la ricerca è involuta, l'indifferenza - come giustamente afferma - non rende differente. Apprezzo di più il suo tournaround finale che non la trattazione della crescita dei suoi peli. Apprezzabilissimi i rimandi letterari delle ultime pagine, ed i giochi linguistici accennati; alcune trascrizioni oniriche un poco inutili, e una ricerca del dettaglio che sconfina nel pedante.