Consumo, dunque sono di Zygmunt Bauman edito da Laterza

Consumo, dunque sono

Editore:

Laterza

Edizione:
2
Traduttore:
Cupellaro M.
Data di Pubblicazione:
6 novembre 2008
EAN:

9788842084440

ISBN:

8842084441

Pagine:
198
Formato:
brossura
Argomento:
Sociologia
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Descrizione Consumo, dunque sono

C'era una volta - nella fase solida della modernità - la "società dei produttori", epoca di masse, regole vincolanti e poteri politici forti. I valori che la governavano erano sicurezza, stabilità, durata nel tempo. Quel mondo si è sfaldato e oggi viviamo nella "società dei consumatori", il cui valore supremo è il diritto-obbligo alla "ricerca della felicità", una felicità istantanea e perpetua che non deriva tanto dalla soddisfazione dei desideri quanto dalla loro quantità e intensità. Eppure, dice Bauman, rispetto ai nostri antenati noi non siamo più felici: più alienati semmai, isolati, spesso vessati, prosciugati da vite frenetiche e vuote, costretti a prendere parte a una competizione grottesca per la visibilità e lo status, in una società che vive per il consumo e trasforma tutto in merce. Ma proprio tutto, anche i consumatori. Ciononostante stiamo al gioco e non ci ribelliamo, né sentiamo alcun impulso a farlo.

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4 di 5 su 2 recensioni

Ibisogni non devono avere mai fineDi C. MIRELLA-19 agosto 2011

Libro interessante che offre diversi spunti di riflessione sulla nostra società basata essenzialmente secondo l'autore sul consumo di oggetti il cui godimento è però limitato, perchè subito subentra il desiderio di possedere, acquistare, consumare qualcosa d'altro. Bauman definisce "consumatori difettosi" perennemente minacciati dall'ostracismo e dall'esclusione gli individui che si accontentano di avere un insieme finito di bisogni, e sembra considerarli una minoranza, un'eccezione che conferma la regola. Del resto "i bisogni non devono avere mai fine" sarebbe la fine della società stessa (o forse un nuovo inizio? ) . Come detto all'inizio è un libro interessante, ma tende inevitabilmente a considerare la società tutta un enorme gregge popolato da individui incapaci o non desiderosi di pensare con la propria testa. Anche Bauman parla di felicità, ma è chiaro che in una società che aspira incessantemente a qualcosa che non può ottenere, la felicità è una chimera.

merita di essere lettoDi D. Giuseppe-26 settembre 2010

Libro complesso e difficile. Bauman esamina con lucidità le conseguenze della mercificazione della società: questo processo si spinge ormai a influenzare aspetti che di per sé non dovrebbero aver molto a che fare con il consumismo, come ad esempio la vita di relazione in famiglia o in ufficio o anche talvolta la ricerca del partner(!). La cosa più sconcertante è che anche le persone in un certo senso sono delle merci e obbediscono alle stesse logiche (il mercato del lavoro è un caso tipico). Molto attuali anche le riflessioni sulla minore spinta all'impegno sociale.