Sulle scogliere di marmo

Juenger: un ribelle a Hitler, ma pure un ribelle alla democrazia. Scritto nel 19389 è un capolavoro nella forma che narra il passaggio violento di una terra idilliaca dall'ordine tradizionale a un regime barbarico e totalitario. Rifiutò gli inviti di Goebbels, infatti pure Juenger, come altri rivoluzionari-conservatori, odiava la retorica populistademagogica del nazionalsocialismo...

Un eterno componimento di appena un centinaio di pagine che sorprende ancora oggi. Pubblicato l'indomani della tristemente nota 'Notte dei cristalli' , e per questo vissuto come attacco al potere dai nazisti, in realtà, questo libro di Jnger ci dice molte cose sul nostro modo di voler essere moderni. Sul nostro modo, quindi, di essere decadenti senza averne coscienza.

Questo libro si configura come un'allegoria della caduta nella barbarie da parte di una civiltà tradizionale ( i cui simboli sono rispettivamente le pesanti birre e il vino ottenuto da vigneti coltivati con perizia) . Il popolo non saprà resistere all'assalto dei "vermi del fuoco" comandati dal Forestaro, non ne saprà comprendere la meschina azione di imbarbarimento della morale e dei costumi, e gli unici superstiti dovranno riparare altrove.

E' un libro difficile, pieno di velata malinconia e suggestive descrizioni, ove nel suo apparente spiegarsi l'orrore si svolge come fosse un gomitolo, lieve.