Il ritorno di Casanova di Arthur Schnitzler edito da Adelphi

Il ritorno di Casanova

Editore:

Adelphi

Edizione:
10
A cura di:
G. Farese
Data di Pubblicazione:
1 giugno 1975
EAN:

9788845900938

ISBN:

8845900932

Pagine:
149
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3 di 5 su 5 recensioni

IntrospettivoDi I. Lucia-9 giugno 2014

Casanova è vecchio; il suo nome non conta più nulla se non sulle labbra delle vecchie dame, le uniche a subire ancora il suo fascino. La vecchiaia e la morte incombono sul famoso seduttore, che non tarderà a sfruttare l'occasione per una nuova avventura. L'ultima, probabilmente, dato il finale tragico a cui è destinata. Non c'è molto altro da dire, perché Schnitzler è molto limpido, non nasconde nulla. Se il suo intento è quello di far sentire la stanchezza e l'amarezza di casanova, noi sentiremo proprio queste sensazioni. E la rabbia, aggiungerei, la sua rabbia nello scoprire che le giovani lo considerano ormai "vecchio", il peggiore insulto per lui. A me piace è piaciuto davvero molto.

La storia di Casanova non più giovane Di R. Lidia-24 aprile 2012

Romanzo che si beve d'un fiato. Schnitzler conferma la sua spienza nello scrivere ma, almeno per me, a differenza di: "Doppio Sogno" e "Fuga nelle tenebre" non colpisce al cuore, non suscita passioni. Eppure l'argomento, il desiderio dell'uomo, in quanto maschio, di bloccare l'avanzare dell'età, il sogno di rimanere sempre adolescenti, (l'autore fa dire al personaggio principe che in verità gioventù e vecchiaia sono solo una convenzione... Ma non vi è alterità) è potente e per la maggior parte dei maschi è centrale.

Il ritorno di CasanovaDi c. Giovanni-1 aprile 2011

Sono stato ad una fiera, e lì ho acquistato il volume. In poco più di 100 pagine Schnitzer riassume non solo tutta la vita di Casanova, ma ne delinea anche un profilo perfetto sotto ogni punto di vista. Interessanti anche le brevi pause oniriche e i brevissimi resoconti delle avventure del Casanova. Nonostante apprezzi l'informazione di Schnitzer riguardo Casanova (che gli somigliava sotto molti punti di vista) penso che, dopo aver letto anche "Doppio Sogno", sia chiaro che Schnitzer si sia molto limitato in questo racconto.

Lettere d'amore e liste della spesaDi C. Stefano-1 dicembre 2010

Hofmannsthal fa dire di Casanova: "Lei è uno, a me sembra, che deve essere sempre in viaggio". Ma sarà Schnitzler a chiarire il concetto di viaggio come ritorno. Si parte per ritornare nel senso che ogni viaggio è ritorno e ogni restare partenza. Quand'è che Casanova va, si perde? Ogniqualvolta si sofferma e l'avventura ha luogo, un determinato luogo-stato fisico e mentale. Questo luogo-stato è il presente, ovvero l'imprevedibile, il nuovo paesaggio del mondo e dell'anima. E' ciò che a noi è più conosciuto e abituale a mutare, a mostrarsi alieno e alienante. Noi possiamo cogliere il cambiamento solo in ciò che ci è usuale e familiare. La sequenza di novità del viaggio non è che transito nell'ignoto e dunque del tutto prevedibile essendo la partenza un muoversi verso l'imprevisto. Cosa c'è di più prevedibile dell'imprevisto? Naturalmente Schnitzler comincia dall'ultimo Casanova, ma nel suo viaggio di ritorno l'avventuriero vive nelle pause, nelle soste, nel ristare. Tutti momenti rurali, campestri, terreni. Venezia è i Piombi e il riscatto dai Piombi. Come ogni avventura è la precedente e il riscatto dalla precedente. Dal trascorso all'avvenire. Casanova è l'uomo senza presente e per questo il suo unico vero amore è la bambola meccanica: - chi è senza presente è senza desiderio. E l'avventura è soltanto desiderio. "Chi molte volte ha amato sa che si ama una sola volta", scrive. Parafrasando la battuta su Vivaldi, che avrebbe composto non cento concerti ma cento volte lo stesso concerto, si può dire che Casanova ha amato cento volte la stessa donna. E il suo eloquio sul bacio, che è un perdersi nella bocca dell'amata, è il canto che intonavano i centauri, ebbri e inebetiti nel tempo di mezzo dell'eterno presente. Non desiderio è Casanova, ma amore. Amore che va e sta dall'avvenire al trascorso. Solo il palcoscenico dà luogo a questo stare-attraversando. E non cento ne furono calcati, ma cento volte il primo. E la maschera non è per trasmutarsi di fronte alla morte. Non è la morte ad essere elusa celandosi, ma la donna. Qui la ragione - il lume della ragione - è null'altro che dressage. Imparare ad eseguire passi. "Se tenir sur ses gardes". Giacomo Gerolamo Casanova, commediografo e trageda, filosofo e teologo, matematico e politico, impresario e industriale, cabalista e giocatore d'azzardo. La morte del vecchio avventuriero non è il sonno senza sogni veneziano è l'alba livida del livido risveglio. Ogni alba che come ogni donna è una ed una sola volta.

meglio che non ritornavaDi C. Elisabetta-15 ottobre 2010

Lo dico anche con un po' di presunzione non avendone letto un "precedente" che forse mi sarebbe anche piaciuto o allettato ma un tale libello stuccato è davvero un peccato. Partendo dal principio perde clamorosamente nel finale di scioltezza e assurda semplicità...quasi che il lieto fine o la pacifica senilità del sonno possa portate sollievo al compimento del libro. L'assurdità poi dell'autosuggestione di questo "casanova" di essere il ritorno del Dio ormai abbandonato dal corso degli anni...non piu' in grado di riemergere dall'apice della sau arguzia fisica ma semplicemente in quella filosofica e letterale danno uno smacco non solo al lettore allibito per un tale ragionamento ed avvilimento ma anche per l'improbabilità e poca furbizia che dimostra il personaggio stesso di riuscire nel suo intento e nel cogliemtno del piacere ULTIMO che gli SPETTA inesorabilmente. discutibile.