I fantasmi di pietra di Mauro Corona edito da Mondadori

I fantasmi di pietra

Editore:

Mondadori

Collana:
I miti
Data di Pubblicazione:
9 ottobre 2007
EAN:

9788804571957

ISBN:

8804571950

Pagine:
347
Formato:
rilegato
Acquistabile con o la

Trama I fantasmi di pietra

Un paese abbandonato, silenzioso, fermato in un'istantanea scattata il giorno 9 ottobre 1963, quando il fianco del monte precipitò nell'invaso del Vajont. Eppure quelle case, quelle cucine, quelle stalle sono ancora abitate. È una popolazione di fantasmi quella che Corona suscita ripercorrendo, casa per casa, le strade che un tempo risuonavano di voci, del rumore degli strumenti di lavoro, della vita di ogni giorno.

Fuori catalogo - Non ordinabile
€ 6.00

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti
5 di 5 su 2 recensioni

BelloDi c. liviana-17 dicembre 2010

In questo libro, mauro corona rivive e fa rivivere il suo povero paese ferito con semplicità e tenerezza facendolo diventare, in un certo modo, immortale.

La Spoon River di un paese perdutoDi M. Renzo-28 ottobre 2008

Di questo suo libro l'autore ha detto "Ho scritto la Spoon River del mio paese perduto" e Mario Rigoni Stern, lo scrittore a cui Corona viene spesso accostato per le tematiche, ritenne che questo fosse il miglior lavoro dell'artista friulano, perché il racconto va con le stagioni e subito viene il desiderio di andare avanti nella lettura con ingordigia. In queste due opinioni mi ritrovo anch'io, come si potrà meglio comprendere nella prosecuzione di questa mia. Erto, da quando si staccò il 9 ottobre 1963 un'immensa frana dal monte Toc, precipitando nell'invaso del Vaiont e sollevando un'onda altissima che sconvolse gli abitati vicini e rase al suolo in pianura il paese di Longarone, è un agglomerato di case abbandonate, in cui la natura avanza riprendendo possesso di quello che le era stato tolto. Le visite di Mauro Corona in questo paese ormai morto, effettuate durante le stagioni dell'anno, sono un pellegrinaggio della memoria, alla riscoperta di un passato nemmeno tanto lontano, ma che, in quelle vie ormai spopolate e in quelle case dove rigogliose crescono le ortiche, sembra infinito, come se il tempo si fosse fermato in quella notte e avesse vetrificato i giorni. Ogni casa è come una lapide di Spoon River, senza epigrafi, se non quelle che emergono prepotenti dalla memoria dell'autore. E così conosciamo chi erano gli abitanti, le loro storie, a volte addirittura risalenti, per effetto della trasmissione orale, a epoche assai precedenti. Per certi aspetti il racconto diventa un poema, un canto intimo che l'autore avverte in sé mano a mano che procede per le vie deserte. Nulla sfugge al ricordo, emergono dalle nebbie dell'oblio figure che non potranno che restarvi in mente, personaggi all'apparenza insignificanti, ma che nella narrazione, senza enfasi peraltro, acquistano una luce propria di straordinaria intensità. C'è l'infanzia, povera, di Mauro Corona, ci sono perfino leggende popolari che riacquistano nerbo, come la maledizione delle streghe che prevedeva, anche se in termini generici, il disastro del Vajont. Quelle mura vuote, quei tetti sfondati rivivono grazie alla memoria e alla straordinaria magia della scrittura che fa rinascere una realtà che non c'è più. Sovente sembra di essere accanto all'autore in questa sua deambulazione, scoprendo con lui piazze, osterie, officine di fabbri, ma non è solo una serie di ritratti che ci viene proposta, perché non sono figure statiche quelle degli abitanti, ma riusciamo a coglierli nella loro attività, nella vita di ogni giorno, nelle bevute all'osteria, nel lavoro dei campi, nella cruda desinenza delle morti. Grazie a Mauro Corona il paese defunto torna in vita e lo vediamo com'era in un periodo di riferimento tipico, quell'anno solare in cui le quattro stagioni ci portano il profumo della primavera, il calore dell'estate, i tappeti di foglie dell'autunno e la fiamma nel camino dell'inverno. E' una narrazione commovente, a volte anche struggente, è il più bell'omaggio che l'autore potesse fare al suo paese morto, rendendolo immortale con questo stupendo libro. E' inutile che aggiunga che la lettura, più che consigliata, è raccomandata.