Il corpo del capo di Marco Belpoliti edito da Guanda

Il corpo del capo

Editore:

Guanda

Data di Pubblicazione:
26 febbraio 2009
EAN:

9788860885425

ISBN:

8860885426

Pagine:
153
Formato:
brossura
Argomento:
Conservatorismo e ideologie democratiche di destra
Acquistabile con la

Descrizione Il corpo del capo

Nell'aprile del 2001 milioni di italiani hanno ricevuto un fotoromanzo elettorale, "Una storia italiana", dove Silvio Berlusconi presentava la storia della propria vita attraverso parole e immagini. Un album ricco di fotografie del Capo. Perché il creatore della neotelevisione ama così tanto le fotografie, perché ricorre alle immagini fisse per descrivere la propria persona? Questo libro racconta la vicenda del rapporto tra il tycoon televisivo e la fotografia a partire dagli anni Settanta, quando Berlusconi era un semisconosciuto imprenditore edile, sino ad arrivare alle sue ultime immagini: dalle pose all'Alain Delon degli anni Ottanta agli scatti che lo ritraggono nelle vesti di futuro capo di Stato del decennio successivo, dalle foto familiari a quelle elettorali. Il saggio descrive il modo in cui il magnate di Arcore ha usato, sia come imprenditore sia ai fini della sua strategia politica, il proprio corpo, e questo attraverso le foto ufficiali e non; ma ragiona anche sull'uso del corpo da parte dei politici postmoderni, e sulle similitudini tra il corpo di Mussolini e quello di Berlusconi. Dai trapianti di capelli alla bandana, dal ritocco fotografico alla chirurgia estetica, il corpo del Capo è diventato la metafora vivente della nostra stessa idea di corpo, della sua durata nel tempo, del suo valore e del suo sfruttamento economico.

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Recensioni degli utenti

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1 di 5 su 1 recensione

Il corpo del capoDi T. Gina-30 ottobre 2010

Terminata la lettura di questo libretto, mi sono domandata: se non fosse per la promessa accattivante, ma non mantenuta, (la rivelazione del perchè l'immagine del capo sia il segreto principe del suo successo politico), se non fosse per i riferimenti a Jung e all'Istituto Luce ( per spiegare il valore della fotografia e dei filmati nell'ascesa di Hitler e di Mussolini), se non fosse per le innumerevoli citazioni (da Susan Sonntag a Braudillard), se non fosse per la copertina (che ne impone l'acquisto), questo libretto esisterebbe ? Risposta: NO. Questo libretto venderebbe? Risposta: NO. Sembra una tesi universitaria scritta in modo sbrigativo, forzato e sconclusionato. Per non parlare della piccineria dei commenti sui gusti artistici personali; che appendere nelle proprie stanze dei Canaletto signfichi essere Bauscia (spaccone in dialetto milanese), mi sembra quanto meno azzardato. Ci sono dei Canaletto appesi anche in altre dimore, per esempio la Villa Necchi di via Mozart a Milano, proprietà del benemerito FAI. Abbiamo capito che non gli piace il cavaliere, ma che non gli faccia le pulci anche su quello, pena diventare puerile. Magari , averlo, un Canaletto o magari accontentarmi di un Bellotto o di un Marieschi. Se conoscessi qualcuno che possiede un Canaletto, gli chiederei di farmelo ammirare, e penserei :" Beato lui " ,altro che . Quanto poi al supposto ritratto ordinato a Andy Wahrol, siamo nella fantascienza . Povero Belpoliti, cosa non si farebbe pur di pubblicare. Anni fa hanno detto (ingiustamente ) della Waste Land di Thomas Eliot: Tutte le citazioni che infila come un diadema sulla testa del suo rospo non ne fanno una opera di poesia. La critica calza a pennello in questa sede: tutte le citazioni non fanno del rospo di Belpoliti un saggio sociologico-filosofico di valore.