Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain edito da Garzanti
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Le avventure di Huckleberry Finn

Editore:

Garzanti

Edizione:
7
Traduttore:
Baldi G.
Data di Pubblicazione:
28 ottobre 2002
EAN:

9788811364801

ISBN:

8811364809

Formato:
brossura
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Trama Le avventure di Huckleberry Finn

Huck Finn non è semplicemente un sognatore ribelle dotato di una fervida immaginazione, come l'inseparabile amico Tom Sawyer; è un vero emarginato: figlio dell'ubriacone del villaggio, è ignorante, maleducato, bugiardo e insofferente della vita civile. Per sottrarsi al padre disgraziato e all'«educazione» della vedova Douglas, che lo vuole «civilizzare» da quando è stato affidato alle sue cure, si unisce a Jim, uno schiavo di colore in fuga dai suoi padroni verso uno stato abolizionista. A bordo di una zattera i due discendono lungo il Mississippi, vivendo una sorta di idillio fluviale, minacciato di continuo dalla violenza degli uomini e delle istituzioni. Concepito all'inizio come seguito del Tom Sawyer, Le avventure di Huckleberry Finn (1885) acquista man mano la fisionomia di opera autonoma, quasi un prototipo del romanzo on the road che tanta fortuna avrà nella letteratura americana, in cui l'avventura picaresca si trasforma in un viaggio di iniziazione alla ricerca di sé e della libertà dai condizionamenti sociali. Introduzione di Enzo Giachino. Prefazione e traduzione di Giovanni Baldi.

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3 di 5 su 1 recensione

Divertente o razzista?Di M. Amalia-29 settembre 2013

Letto dapprima nell'adolescenza, poi in piena età matura, posso tranquillamente dire di aver trovato questo libro meno divertente di quanto non ricordassi. Vi è un presupposto molto serio: i problemi del ragazzo Huck e dello schiavo fuggiasco Jim sono meritevoli di tanto umorismo, protratto sino all'incoscienza quando verso la fine entra in scena Tom Sawyer? A mio avviso no, anche se questo significa togliere al libro il suo stato accettato di libro per ragazzi e farne un lavoro per adulti. Ho provato un fastidio non piccolo nel vedere che i casi di due poveri esclusi divenissero oggetto di continuo riso, né mi ha divertito la parte dedicata alla vendetta in atto tra due famiglie agiate che passavano il tempo a scannarsi. Ma sul fatto che il libro sia anche razzista non sono d'accordo. Le più recenti riletture e riscritture non devono portare a snaturare questo testo che finirebbe per restare quel che è, non cambierebbe solo perché al posto del termine "negro" se ne mette un altro. Ho già scritto che le disgrazie dei personaggi andavan trattate con maggior serietà e ciò vale per tutti i personaggi, indipendentemente dal colore della loro pelle.