La morte a Venezia-Cane e padrone-Tristano-Tonio Kröger di Thomas Mann edito da Newton Compton

La morte a Venezia-Cane e padrone-Tristano-Tonio Kröger

Traduttore:
Dal Lago Veneri B. M.
Data di Pubblicazione:
27 maggio 2010
EAN:

9788854120167

ISBN:

8854120162

Pagine:
272
Formato:
brossura
Argomento:
ANTOLOGIE (ESCLUSE LE ANTOLOGIE DI POESIE)
Acquistabile con la

Trama La morte a Venezia-Cane e padrone-Tristano-Tonio Kröger

Questo libro raccoglie alcuni tra i più celebri romanzi brevi di Thomas Mann: "La morte a Venezia" (1913), "Cane e padrone" (1919), "Tristano" (1903), "Tonio Kröger" (1903). Scritti nell'arco di sedici anni, essi affrontano i temi cari al grande narratore tedesco: l'amore come passione travolgente, fonte di poesia e di vita, ma anche di dissoluzione, di decadenza, di morte; il contrasto tra i bisogni dell'artista e le regole del mondo borghese; la difficile lotta insita nella creazione artistica, per la quale sono ugualmente necessarie la libertà della passione e la severa, ascetica disciplina. "Devi sapere che noi poeti non possiamo percorrere la via della bellezza senza che Eros ci accompagni e ci sia di guida [...] perché è la passione che ci esalta, perché solo all'amore ci è dato aspirare. Questa è la nostra gioia e la nostra vergogna" (Thomas Mann).

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 5 recensioni

Non è il meglio di MannDi c. maria-13 settembre 2011

I racconti di Mann sembrano non avere nulla a che vedere con la sua opera "I Buddenbook". Sono brevi pagine in cui Mann esprime grande desolazione, persino in Tonio Kroeger, l'avventura di un adolescente, il cui animo gioviale e la serenità sembrano venire spezzati severamente dal ricordo dei suoi legami familiari perduti.

La morte a VeneziaDi l. alice-27 luglio 2011

La corruzione del corpo e l'età senile attendono tutti, non per niente in Grecia era caro agli dei chi moriva giovane. La corruzione sensuale indotta dalla bellezza del giovane Tazio ci porta indietro, in una Grecia ellenistica dove la bellezza era anche interiore splendore. Ma la putrefazione della volontà, la lenta morte dell'ingegno sono tutti moderni. Non c'è suprema ricomposizione dei conflitti. C'è solo una lenta e implacabile perdita di sè, così come si affonda nel morbido sedile d'una gondola nera come una bara. Belezza e morte. Sublime.

La morte a VeneziaDi F. michele-24 luglio 2011

Racconti labirintici e magmatici, si sente lo stile votato al classico dell'autore. Si possono fare letture a più livelli di quest'opera; mi preme sottolineare che il vero protagonista è lo sguardo. E' tutto un gioco di sguardi tra Aschenbach e Tadzio, non una parola viene pronunciata. Aschenbach sublima il suo desiderio nella possibilità di vedere e rivedere incessantemente il giovinetto, il quale, dal canto suo, inizia una schermaglia silenziosa e discreta con lo scrittore. Tale schermaglia viene esemplificata nella caccia tra le calli veneziane. Aschenbach cerca affannosamente di non perderlo di vista, di non perdere il contatto con lo sguardo che Tadzio si lascia sfuggire per verificare che sia sulle sue tracce. Al sopraggiungere della morte, Aschenbach ha una visione: Tadzio appare e con un cenno lo chiama a sé, lo invita al distacco dalla vita.

Da leggereDi R. Roberta-9 luglio 2011

Lo stile di Mann è bellissimo. La profondità con cui riesce a descrivere i sentimenti delle persone (e non solo delle persone) è stupefacente. Attraverso i racconti raccolti in questo libro, si finisce con lo scontrarsi con tutta una serie di sentimenti vivi e palpabili. A volte possono risultare anche disturbanti per l'inquietudine e la morbosità che trasmettono, come se fosse un viaggio nel torbido. L'unico racconto che ha davvero un pò di positività, è Cane e Padrone... Posto alla fine, come uno zuccherino dopo una medicina amara. Un libro assolutamente da leggere.

La morte a VeneziaDi M. Giulia-20 novembre 2010

Lo scrittore Gustav von Aschenbach si reca a Venezia in seguito a una sua crisi personale. L'incontro con un ragazzo polacco di nome Tadzio susciterà nell'uomo un'improvvisa attrazione mai provata prima. Turbato dalla pericolosità di questo sentimento abbandona Venezia per poi farvi ritorno in un secondo momento. Così egli apprende che la città è in preda ad un epidemia di colera; Aschenbach vorrebbe avvertire la famiglia di Tadzio, ma la paura di perdere per sempre quest'ultimo lo fa tacere. Il racconto termina con Aschenbach che, ormai in punto di morte, segue per l'ultima volta l'amato Tadzio sulla spiaggia. E quando il ragazzo gli indica un punto indefinito all'orizzonte, il vecchio muore. In sintesi, tre stelle perché la vicenda narrata è intensa, curata nei particolari (nonostante sia stata articolata in soli cinque capitoli) e i temi di cui tratta non sono affatto banali (il bisogno di ritrovare la giovinezza perduta di Aschenbach, per esempio) . Questo racconto però risulta difficilmente comprensibile per chi, come me, conosce poco o per niente Mann e le sue vicissitudini.