Descrizione Totalità e infinito. Saggio sull'esteriorità
"Totalità e Infinito", senza dubbio il più famoso dei testi di Lévinas, ha aperto un orizzonte di cui la filosofia del Novecento non ha più potuto fare a meno. Si tratta di uno dei testi di filosofia più conosciuti degli ultimi decenni e senza dubbio il più famoso di Lévinas. In questo volume del 1961 il suo pensiero trova la prima, e per certi aspetti definitiva, sistemazione. Dal punto di vista tematico è infatti un'opera conclusiva le cui tesi sono ormai diventate patrimonio comune dell'attuale panorama filosofico. La pretesa di Totalità e Infinito è la pretesa stessa del pensiero di Lévinas: non si tratta di proporre un'etica come corpus di valori, o di analizzare le conseguenze etiche di una particolare filosofia, bensì di individuare nell'etica il luogo stesso della verità metafisica, la scena del dispiegarsi vivente di questa verità. Scrive Lévinas nella Prefazione: «Senza sostituire l'escatologia alla filosofia, senza "dimostrare" filosoficamente le "verità" escatologiche - si può risalire a partire dall'esperienza della totalità a una situazione nella quale la totalità si spezza, mentre questa situazione condiziona la totalità stessa. Questa situazione è lo sfolgorio dell'esteriorità o della trascendenza sul volto d'altri. Il concetto di questa trascendenza rigorosamente sviluppato si esprime con il termine di infinito».
Recensioni degli utenti
per un'attenta lettura...-20 ottobre 2010
Interessante il tema della sollecitudine per l'altro che comporta per Lévinas, al contrario di Ricoeur, l'esclusione di ogni rapporto di reciprocità. Per Lévinas l'altro è esteriore a me stesso!!
Totalità e infinito.-29 settembre 2010
La belleza del libro vale la fatica e la pazienza di una lettura lenta e meditata. Il linguaggio di Lévinas non è di quelli che permettono di correre per arrivare presto alla meta. Solo la visione finale permette di cogliere il disegno faticosamente ricostruito. Le dimensioni dell'essere vengono portate alla luce con fatica ma con una luminosità che a volte sembra addiritura abbagliare il lettore. L'io, isolato nela propria solitudine, si apre al mondo mediante il godimento; si trova allora alla presenza d'Altri che ne limitano la potenza ma ne accendono la potenzialità. Ecco che allora si apre uno spiraglio in cui il Finito avverte la presenza onnicomprensiva dell'Infinito e l'ontologia lascia così il passo ad una metafisica etica che sola può dar ragione della vita del Medesimo e dell'Altro, parti di un'unico disegno Infinito.