Alcune riflessioni sulla filosofia dell'hitlerismo di Emmanuel Lévinas edito da Quodlibet

Alcune riflessioni sulla filosofia dell'hitlerismo

Editore:

Quodlibet

Collana:
Bis
Traduttore:
Cavalletti A., Chiodi S.
Data di Pubblicazione:
24 ottobre 2012
EAN:

9788874624331

ISBN:

8874624336

Pagine:
91
Formato:
brossura
Argomento:
Fascismo e Nazismo
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Descrizione Alcune riflessioni sulla filosofia dell'hitlerismo

Il "risveglio di sentimenti elementari" proprio del nazismo ne fa un oggetto privilegiato dell'indagine filosofica: "I sentimenti elementari racchiudono una filosofia; esprimono la prima attitudine di un animo di fronte all'insieme del reale e al suo destino. Predeterminano o prefigurano il senso della sua avventura nel mondo" Levinas insiste sulla contiguità di tale filosofia con le postazioni più avanzate del pensiero contemporaneo, da cui negli stessi anni, in virtù di una visione radicalmente nuova della natura umana, giungeva uno scacco irrevocabile all'universalismo cristiano e al liberalismo idealista, cioè alle due strategie elaborate dall'uomo europeo per sentirsi libero rispetto alla sua contingenza storica e corporea. È possibile che le acquisizioni filosofiche dell'epoca, per un verso così feconde da alimentare il cammino del pensiero fino a oggi, covino in seno il seme di fenomeni così aberranti e catastrofici? E in che senso dovremmo sentircene ormai al riparo? Introdzuione di Giorgio Agamben. Con un saggio di Miguel Abensour.

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Perchè il nazismo?Di B. Guido-28 gennaio 2017

Un breve saggio di Lèvinas del 1934, quindi molto tempo della scoperta dei crimini nazisti, intitolato Alcune riflessioni sulla filosofia dell'hitlerismo. Lèvinas si interroga su come sia stato possibile che un qualcosa come il nazismo sia nato e cresciuto nel cuore dell'Europa. Nella prefazione di molti anni più tardi, in un tentativo di auto-critica, capisce come la scoperta dei campi di sterminio renda ancora più urgente e inquietante tale domanda. È bene dirlo subito in questo testo, come in tutto l'arco della sua copiosa produzione, Lèvinas non dà mai una risposta definitiva (a conferma della difficoltà di dire l'indicibile e di pensare l'impensabile, per usare una felice, per quanto tragica, formula di Adorno) , si limita a delle importanti indicazioni metodologiche. Invita non pensare al nazismo come follia, applicare tale categoria significherebbe assegnargli un posto fuori dalla logica occidentale, concedergli uno statuto speciale, uno stato d'eccezione (proprio i campi di sterminio hanno mostrato che il nazismo perseguiva l'annientamento con lucida razionalità servendosi anche dei progressi della tecnica dell'epoca). Né si può assegnagli lo status di accadimento, perché l'accadere è per definizione senza un perché e in quanto tale renderebbe superflua la domanda di partenza e allo stesso tempo permetterebbe alla coscienza storica europea, di cui siamo eredi scomodi, di eludere la responsabilità di quanto accaduto.