La strana guerra. 1939-1940: quando Hitler e Stalin erano alleati e Mussolini stava a guardare di Arrigo Petacco edito da Mondadori

La strana guerra. 1939-1940: quando Hitler e Stalin erano alleati e Mussolini stava a guardare

Editore:

Mondadori

Collana:
Oscar storia
Data di Pubblicazione:
14 settembre 2010
EAN:

9788804600961

ISBN:

8804600969

Pagine:
204
Formato:
brossura
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Descrizione La strana guerra. 1939-1940: quando Hitler e Stalin erano alleati e Mussolini stava a guardare

Al principio la definirono "strana guerra". Era cominciata il 1° settembre 1939, dopo che Francia e Inghilterra avevano aperto le ostilità contro la Germania, impadronitasi di mezza Polonia, non contro l'URSS, che si era presa l'altra metà. L'esercito francese, considerato il più forte del mondo, cui si era aggiunto il corpo di spedizioni britannico, era schierato dietro la linea Maginot (anch'essa la più forte del mondo). Quello tedesco, molto più debole poiché il grosso era impegnato in Polonia, stava dietro la linea Sigfrido. Ma per mesi non si sparò un solo colpo: entrambi gli schieramenti facevano il possibile per non irritare il nemico. Evidentemente aspettavano qualcosa. Ma cosa? A dicembre il cannone cominciò a tuonare, ma molto più lontano, nel profondo Nord: era scoppiato il conflitto russo-finnico, che si rivelò subito una guerra "vera". Tutti i corrispondenti accorsero in quelle gelide terre, e per qualche tempo si ebbe l'impressione che il destino del mondo fosse in gioco lassù e non lungo la linea Maginot. Accadde cosi che gli occidentali fecero più sforzi per salvare la Finlandia che non l'alleata Polonia. Anche l'Italia, con grande dispetto di Hitler si unì alla crociata antibolscevica. Cosa stava dunque accadendo? Erano diventati tutti pazzi? Arrigo Petacco torna a occuparsi di storia contemporanea in un saggio che svela come in quei mesi in molti ambienti politici ed economici occidentali il nemico da battere era Stalin, e non Hitler.

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5 di 5 su 1 recensione

Il non belligeranteDi c. monica-21 febbraio 2011

Mussolini amico di Hitler, il Duce che all'inizio ridicolizzava il suo camerata nazista, si rese ben presto conto che Hitler scherzava ben poco. Mentre Hitler sottometteva in pochissimo tempo con la sua "Guerra Lampo" le nazioni d'Europa, Mussolini tentava di evitare di combattere al suo fianco perché consapevole che il suo esercito italiano non era affatto attrezzato per sostenere un conflitto bellico. Hitler teneva all'oscuro il suo amico Duce sulle sue intenzioni di conquista dei territori europei. E ben presto Mussolini cambiò idea. Cosciente dei numerosi successi del suo vecchio camerata, convinto che la Germania avrebbe vinto la sua guerra su tutti i fronti, voleva sedere al tavolo dei vincitori, non voleva raccogliere solo briciole, non voleva confermare di fronte al mondo, l'immagine del Popolo Italiano come incapace di battersi e capace solo di tradire i suoi alleati, tradimento che avrebbe inoltre creato una inimicizia pericolosa con la Germania nazista, come la storia successivamente ci insegnò. Intanto per Hitler, questo atteggiamento altalenante di Mussolini, aveva già piazzato gli italiani nel posto dei traditori, anzi non voleva assolutamente l'intervento bellico dell'Italia al suo fianco, considerava quell'esercito di soldati, un gruppo di indisciplinati scalcinati da dover proteggere con rinforzi e rifornimenti in larga scala. Nonostante le richieste dell'Inghilterra di evitare inutili spargimenti di sangue e i rinvii di Hitler, Mussolini dichiarò guerra a Francia e Inghilterra gettando l'Italia nella successiva catastrofe economica e umanitaria.