I sotterranei dell'anima

E' un indagine condotta confrontando due poli artistici completamenti antitetici, lo junghiano Carotenuto ha scelto - insieme all'immenso Dostoevskij di Memorie del sottosuolo - anche uno strafumato, stralunato e strafatto Joe Bousquet. Capisco che anche questa seconda scelta doveva risultare funzionale al disegno espositivo dell'autore, ma più si procede nella lettura del saggio più sembra di stare su un carro che ha una ruota e mezza: troppo grande il dislivello artistico e speculativo tra il primo (Dostoevskij) e il secondo (Bousquet) termine di paragone.

"I sotterranei dell'anima" contiene le riflessioni di Carotenuto su Dostoevsky e Bousquet, due autori che hanno saputo scavare molto profondamente in se stessi, fino a trasportare i loro lettori negli oscuri meandri dell'anima umana. Le riflessioni di Carotenuto non si limitano all'analisi delle opere dei due scrittori, ma l'autore con continue digressioni, segue il flusso dei suoi pensieri, mantenendo tuttavia un unico focus: la via della consapevolezza come itinerario privilegiato per superare il dolore e la disperazione.