Il senso del dolore. L'inverno del commissario Ricciardi di Maurizio de Giovanni edito da Fandango Libri

Il senso del dolore. L'inverno del commissario Ricciardi

Data di Pubblicazione:
1 gennaio 2007
EAN:

9788860440730

ISBN:

8860440734

Pagine:
247
Formato:
brossura
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Descrizione Il senso del dolore. L'inverno del commissario Ricciardi

Napoli, marzo 1931, mentre un inverno particolarmente rigido tiene la città stretta in una morsa di gelo, un assassinio scuote l'opinione pubblica per la ferocia con cui il crimine è perpetrato e per la notorietà del morto. Il grande tenore Arnaldo Vezzi viene trovato cadavere nel suo camerino al Teatro San Carlo prima della rappresentazione de "I Pagliacci", la gola squarciata da un frammento acuminato dello specchio andato in pezzi. Artista di fama mondiale, amico del Duce, uomo egoista e meschino: a ricostruire la personalità della vittima e a risolvere il caso è chiamato il commissario Luigi Alfredo Ricciardi, in forza alla Squadra Mobile della Regia Questura di Napoli. Investigatore anomalo, mal sopportato dai superiori per la sua insofferenza agli ordini e temuto dai sottoposti per il suo carattere chiuso ed enigmatico, Ricciardi coltiva nel suo animo tormentato un segreto inconfessabile: fin da bambino "vede i morti" - ma solo chi muore di morte violenta - , coglie la loro immagine nell'ultimo momento di vita e ascolta le ultime parole; "il Fatto", come lo chiama lui, lo aiuta nelle indagini.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 13 recensioni

Opera prima: buona la prima!Di C. Angela-18 febbraio 2017

Mia cugina mi ha sempre parlato di questo autore, così ho comprato il libro e, ovviamente, l'ho letto. Proprio un gran bel romanzo, accurato e avvincente. Il commissario Ricciardi, sebbene sia un tipo apparentemente freddo e distaccato, ha attirato da subito le mie simpatie. Vale la pena leggerlo, non fa pentire del tempo passato assieme.

Bella opera primaDi C. Guido-10 febbraio 2016

Bell'autore, bel libro. Questa scoperta la devo ad un'acuta e sensibile recensione trovata su questo stesso sito (visto che servono le recensioni?). Romanzo profondo, intenso, placido, lievemente melanconico, a tratti ironico, mai volgare o fuori misura, pregno di dolenti meditazioni sui comportamenti umani. Quanto mai felice l'ambientazione in una Napoli degli anni '30, in piena epoca fascista, ma priva di quei luoghi comuni sulla napoletanità tanto cara e stereotipata. Noir atipico, con un pizzico di soprannaturale, un commissario alla Maigret, tormentato come un ispettore della Vargas ma lontano anni luce non solo dalla frenesia dei gialli americani ma anche dai Carlotto e Lucarelli nostrani. Anch'io come chi mi ha preceduto non vedo l'ora di leggere i prossimi per capire se è stato un caso o se e' nata una stella fra gli scrittori italiani

molto attento Di C. Mimmo-18 ottobre 2015

Sinceramente ero prevenuto e quando ho iniziato a leggere ho pensato di essere in un film tipo "Sesto senso" dove il piccolo Cole vede i morti. Non è così. L'acuta sensibilità del commissario Ricciardi a capire il dolore della vita avrebbe potuto anche essere espressa in altro modo, e il Fatto (la capacità di conoscere le ultime parole degli assassinati) rimane uno dei momenti di una struttura narrativa possente che avvolge e guida il lettore nei diversi territori dell'animo umano che vengono raccontati con la scusa di scoprire gli autori del delitto.

Il dolore del Commissario Di S. Paolo-9 ottobre 2015

De Giovanni non è solo un bravo giallista, ma è da considerarsi sicuramente un eccellente scrittore. Con questo, che è il primo dei casi del Commissario Ricciardi, egli parte occasionalmente da una vicenda di cronaca nera per descrivere, quasi li avesse vissuti, gli ambienti della Napoli degli anni ’30, con una passione addolorata che è quella degli occhi del suo protagonista, un poliziotto che vive in sé le sofferenze del mondo che lo circonda attraverso la dote quasi sovrannaturale di vedere e sentire i morti nel momento del trapasso. Un artificio inventato da De Giovanni che se non ben gestito avrebbe potuto essere quasi ridicolo, ma la bravura dello scrittore fa sì che il dolore dei morti si trasmetta, tramite quell’artificio, al Commissario, diventi per lui sofferenza continua aumentata dalla necessità della solitudine, e al tempo stesso lo aiuti a risolvere i suoi casi. Ne risulta alla fine un personaggio davvero magnifico, ancora meglio ambientato.

O sesto senso?Di V. Maria-11 aprile 2015

È il primo libro di questo autore che leggo, ed è stata veramente una piacevole sorpresa, perché il personaggio del commissario, introverso, timido, caparbio, pietoso, mi ha incantato. Ha avuto il dono (o la maledizione?) di "vedere" la morte che si impossessa delle vittime e quello che le stesse provano nel momento del trapasso, e forse proprio questo lo rende così sensibile e lo spinge a immedesimarsi con loro. Amante del lavoro, ligio al dovere, va diritto per la sua strada senza lasciarsi turbare dai superiori prepotenti, da personaggi eminenti e facili onori, ma soltanto da un senso di umana pietà e personale giustizia. Originale, inoltre, la descrizione di una Napoli a cui non siamo abituati: niente sole, mare, mandolino e pizza (l'unico vezzo una sfogliatella), ma una città flagellata da un inverno impietoso con vento, pioggia e personaggi grigi. C'è da augurarsi che, dopo l'inverno, l'autore ci dia presto una primavera e faccia sbocciare, nel protagonista, quel sentimento tenero che in questo romanzo si indovina soltanto.

FinalmenteDi a. gianmarco-9 maggio 2012

Finalmente un poliziesco, giallo, thriller italiano degno di questo titolo. Finalmente un protagonista affascinante, malinconico ma con tutti i motivi di esserlo, arguto con i deboli ma duro con i forti, solitario eppure romantico. Finalmente una trama convincente, variegata eppure semplice, senza molti arzigogoli. Ho adorato questa lettura pi di quella di Scerbanenco, fino a questo attimo il miglior scrittore giallista italiano che avessi letto.