La responsabilità extra e pre-contrattuale della P.A. di Roberto Giovagnoli edito da Giuffrè
Bassa reperibilità

La responsabilità extra e pre-contrattuale della P.A.

Editore:

Giuffrè

Data di Pubblicazione:
2009
EAN:

9788814148316

ISBN:

8814148317

Acquistabile con la

Descrizione La responsabilità extra e pre-contrattuale della P.A.

INDICE Prefazione. XXV
1. Il riparto della giurisdizione 1
1.1. Di fronte a quale giudice si propone la domanda
risarcitoria? La distinzione tra danno da
comportamento e danno da provvedimento 5
1.2. Il risarcimento del danno da provvedimento
illegittimo: autonoma situazione soggettiva o mero
rimedio a tutela dell'interesse legittimo? 6
1.3. Il risarcimento del danno da comportamento: la
distinzione tra comportamento meramente materiale e
c.d. comportamento amministrativo 7
1.4. Le tre fasi che conducono all'attuale assetto del
riparto della giurisdizione 10
1.5. Il criterio di riparto della giurisdizione introdotto
dalla sentenza n. 500/1999 10
1.6. L'art. 7 legge n. 205/2000: le controversie
risarcitorie da provvedimento illegittimo sono
devolute alla giurisdizione amministrativa 12
1.7. Le diverse interpretazioni dell'art. 7 legge n.
205/2000 13
1.7.1. La lettura restrittiva dell'art. 7 l. n.
205/2000: la giurisdizione amministrativa
sussiste solo se l'azione risarcitoria e'
connessa con quella di annullamento (Cass.,
Sez. Un., n. 1207/2006) 13
1.7.2. La tesi secondo cui l'art. 7 l. n. 205/2000 e'
incostituzionale perche' crea una
giurisdizione esclusiva non circoscritta a
particolari materie ma estesa a tutte le
controversie risarcitorie 14
1.7.2.1. Gli argomenti addotti a sostegno
della tesi di
incostituzionalita' 15
1.8. La tesi accolta dalla Corte costituzionale con la
sentenza 6 luglio 2004, n. 204: gli artt. 33 e 34
d.lgs. n. 80/1998 vengono dichiarati in parte
incostituzionali, ma la giurisdizione amministrativa
sulle controversie risarcitorie viene salvata 18
1.8.1. Le ragioni alla base della dichiarazione di
incostituzionalita' degli artt. 33 e 34 d.lgs.
n. 80/1998 19
1.8.2. Le ragioni sulla cui base la sentenza n.
204/2004 salva la giurisdizione amministrativa
in materia di risarcimento del danno 21
1.8.3. La sentenza della Corte costituzionale n.
191/2006 ribadisce che la giurisdizione
amministrativa sulle controversie risarcitorie
non contrasta con la Costituzione 34
1.9. La tesi secondo cui l'art. 7 l. n. 205/2000 ha
devoluto al giudice amministrativo tutte le
controversie risarcitorie aventi ad oggetto il danno
prodotto da provvedimenti amministrativi 42
1.10. I punti di dissidio che ancora sussistono tra Sezioni
Unite e Adunanza Plenaria del Consiglio di
Stato 76
1.11. (segue ) La giurisdizione sui diritti fondamentali:
la tesi della indegradabilita' con conseguente
giurisdizione del giudice ordinario 76
1.11.1. Critiche alla tesi della
indegradabilita' 77
1.11.2. Il modello dei diritti inaffievolibili alla
luce del nuovo art. 21 septies l. n. 241 del
1990 78
1.11.3. La recente presa di posizione della Corte
Costituzionale (sentenza n. 140/2007): anche
il giudice amministrativo puo' conoscere i
diritti fondamentali, almeno nei casi di
giurisdizione esclusiva 79
1.11.4. L'ordinanza di rimessione del Tribunale di
Civitavecchia: il caso della lesione del
diritto alla salute per effetto delle
immissioni elettromagnetiche generate dalle
centrali elettriche 79
1.11.5. L'art. 1, comma 552, della l. n. 311/2004
(legge finanziaria del 2005) 79
1.11.6. La nuova norma include anche le controversie
inibitorie 80
1.11.7. Gli argomenti invocati dal Tribunale a
sostegno della non manifesta infondatezza
della questione 80
1.11.8. La risposta della Corte costituzionale: la
sentenza n. 140/2007 84
1.12. Anche le Sezioni Unite aprono alla tesi secondo cui
anche il G.A. puo' conoscere dei diritti
fondamentali 88
1.12.1. Il caso delle lezioni di educazione sessuale
svolte a scuola senza il consenso dei
genitori 89
1.12.2. Le controversie relative all'installazione
delle discariche rifiuti: sono devolute al
G.A. anche se vengono in considerazione
diritti costituzionalmente tutelati come il
diritto alla salute 92
1.13. La legge n. 123/2008 in materia di smaltimento dei
rifiuti devolve espressamente al G.A. le
controversie, anche risarcitorie, relative a diritti
costituzionalmente tutelati 102
1.14. Un altro punto di contrasto in via di superamento: la
rilevanza della "carenza di potere in concreto" quale
criterio di riparto della giurisdizione 103
1.14.1. La carenza di potere in concreto nel settore
delle espropriazioni 104
1.14.2. Le critiche alla tesi della carenza di potere
in concreto 104
1.14.3. La carenza di potere dopo la legge n.
15/2005 105
1.14.4. Anche le Sezioni Unite verso il superamento
della carenza di potere in concreto 105
1.15. Responsabilita' precontrattuale nelle procedure di
affidamento degli appalti pubblici e riparto di
giurisdizione (Adunanza Plenaria e Sezioni Unite
optano per la giurisdizione amministrativa) 107
1.15.1. Al di fuori del settore degli affidamenti
degli appalti, non operando la giurisdizione
esclusiva, le controversie in materia di
responsabilita' precontrattuale spettano al
G.O. 116
1.16. Il riparto di giurisdizione in materia di danno da
silenzio o da ritardo 125
1.16.1. La presa di posizione dell'Adunanza plenaria
del Consiglio di Stato n. 7 del 2005 128
1.16.2. Anche le Sezioni Unite della Corte di
Cassazione si pronunciano a favore della
giurisdizione amministrativa sul danno da
ritardo 130
1.16.3. La questione del danno da ritardo nuovamente
rimessa all'Adunanza Plenaria del Consiglio
di Stato 131
1.17. Cosa resta al giudice ordinario? 143
1.17.1. Il danno da attivita' materiale 143
1.17.2. La giurisdizione sui "comportamenti" tenuti
nell'esercizio dell'attivita' di
vigilanza 143
1.17.2.1. Il riparto della giurisdizione in
tema di responsabilita' per mancato
o insufficiente esercizio
dell'attivita' di vigilanza prima
del d.lgs. n. 80 del 1998 144
1.17.2.2. L'evoluzione che ha portato al
riconoscimento della
responsabilita' dell'autorita' di
vigilanza 145
1.17.2.3. La posizione del risparmiatore di
fronte all'autorita' di
vigilanza 147
1.17.2.4. Il riparto della giurisdizione sul
danno da omessa vigilanza dopo il
d.lgs. n. 80 del 1998 148
1.17.2.5. La soluzione accolta dalla sentenza
delle Sezioni Unite della
Cassazione con la sentenza 2 maggio
2003, n. 6719 149
1.17.2.6. Considerazioni critiche sulla
sentenza delle Sezioni
Unite 150
1.17.2.7. La giurisdizione sull'azione
risarcitoria intentata contro la
Consob per omessa vigilanza dopo la
sentenza della Corte costituzionale
n. 204 del 2004 152
1.17.2.8. Anche dopo Corte cost. n. 204/2004,
le Sezioni Unite confermano la
giurisdizione del G.O. 152
1.17.2.9. Alcune perplessita' sulle
argomentazioni della Suprema
Corte 156
1.17.3. Il danno cagionato da attivita'
privatistiche 159
1.17.4. Il danno cagionato da atti autoritativi non
sindacabili dal giudice amministrativo 159
1.18. La giurisdizione sul "danno ambientale" 159
1.19. La giurisdizione sul danno da mobbing 160
1.20. La giurisdizione per le azioni risarcitorie proposte
direttamente nei confronti del funzionario che ha
emanato il provvedimento illegittimo 161
1.21. Le conseguenze dell'erronea individuazione del
giudice giurisdizionalmente competente:
l'applicazione del principio della translatio
iudicii 161
1.21.1. La tesi che applica analogicamente l'art. 50
c.p.c. e fissa il termine per la
riassunzione 162
1.21.2. La tesi secondo cui il giudice che declina la
giurisdizione non puo' statuire sulle
modalita' della riassunzione e sugli effetti
della domanda 165
Casistica: risposte ai quesiti 167
2. La competenza territoriale nei giudizi risarcitori 169
2.1. Inquadramento del tema 170
2.2. L'ipotesi della domanda risarcitoria proposta
contestualmente a quella di annullamento 170
2.3. L'ipotesi della domanda risarcitoria proposta
separatamente rispetto a quella di annullamento:
l'ordinanza di rimessione alla Plenaria della VI
Sezione 170
2.3.1. La decisione dell'Adunanza Plenaria n. 10 del
2004 179
2.4. La competenza territoriale per la domanda di
risarcimento in forma specifica e per la domanda
restitutoria proposta in esecuzione del giudicato di
annullamento 182
Casistica: riposte ai quesiti 183
3. I rapporti tra domanda risarcitoria e domanda di
annullamento del provvedimento: il problema della
pregiudizialita' amministrativa 185
3.1. Inquadramento della tematica 186
3.2. Le tesi sul tappeto in sintesi 186
3.3. La soluzione tutta amministrativa (l'azione
risarcitoria si propone dinnanzi al G.A.) 187
3.3.1. Gli argomenti a sostegno della tesi della
pregiudizialita' 187
3.3.2. L'Adunanza Plenaria accoglie la tesi della
pregiudizialita' (decisione n. 4 del
2003) 189
3.3.3. Il tentativo di risolvere il problema della
pregiudizialita' sul piano del danno ingiusto:
Cass., sez. II, n. 4538/2003 200
3.4. La soluzione tutta civilistica: l'azione autonoma e'
possibile, ma va proposta davanti al Giudice
ordinario 203
3.5. La soluzione intermedia accolta dalle Sezioni
Unite 205
3.5.1. Gli argomenti contro la
pregiudizialita' 205
3.5.2. La pregiudizialita' come questione di
giurisdizione: secondo le Sezioni Unite il
rifiuto della tutela risarcitoria per il
mancato annullamento dell'atto e' sindacabile
attraverso il ricorso per cassazione 206
3.6. Le adesioni alla tesi delle Sezioni Unite 207
3.7. Le critiche alla tesi delle Sezioni Unite 207
3.8. La decisione dell'Adunanza plenaria n. 12 del 2007
ribadisce la tesi della pregiudizialita' 208
3.8.1. Recentissima apertura del Consiglio di Stato
verso la tesi dell'azione risarcitoria
autonoma 216
3.9. Le Sezioni Unite (23 dicembre 2008, n. 30254)
confermano che l'azione risarcitoria e' autonoma
rispetto all'annullamento dell'atto 220
3.10. La pregiudizialita' e' un falso problema?
L'applicazione dell'art. 1227, comma 2, c.c. 221
3.11. La tesi che ammette l'azione risarcitoria svincolata
da quella di annullamento, ma soggetta comunque al
termine decadenziale 223
3.12. Ipotesi in cui, pur accogliendosi la tesi della
pregiudiziale amministrativa, non e' ritenuta
necessaria la previa impugnazione dell'atto
amministrativo 224
3.12.1. Il danno da comportamento 224
3.12.2. L'annullamento del provvedimento in sede non
giurisdizionale 224
3.12.3. L'improcedibilita' della domanda di
annullamento 224
Casistica: risposte ai quesiti 224
4. La natura della responsabilita' da provvedimento
illegittimo 227
4.1. La tesi che inquadra la responsabilita' della P.A.
nell'ambito della responsabilita' extracontrattuale:
le critiche della dottrina 228
4.2. La responsabilita' contrattuale per l'inadempimento
di obblighi nascenti da un "contatto sociale
qualificato" 229
4.3. La tesi secondo cui anche la responsabilita' della
P.A. per lesione di interessi legittimi e'
responsabilita' da "contatto" sociale 233
4.3.1. Le sentenze del giudice amministrativo che
fanno riferimento alla responsabilita' da
contatto 234
4.4. La tesi della responsabilita' della P.A. come
responsabilita' da contatto viene accolta anche dalla
cassazione: la sentenza, sez. I, 10 gennaio 2003, n.
157 243
4.5. Le conseguenze della responsabilita' da contatto. In
particolare: il risarcimento a prescindere dalla
spettanza del bene della vita 244
4.5.1. Il Consiglio di Stato ridimensiona la tesi
della responsabilita' da contatto: la sentenza
n. 1945 del 2003 247
4.6. La tesi secondo cui la lesione di interessi legittimi
da' luogo a responsabilita' precontrattuale 249
4.7. Le conseguenze della qualificazione della
responsabilita' della P.A. in termini di
responsabilita' precontrattuale: 250
4.7.1. a) la limitazione del danno al c.d. "interesse
negativo" 250
4.7.2. b) L'obbligo di risarcire il danno per il solo
fatto di aver tenuto un comportamento
scorretto a prescindere dall'illegittimita'
degli atti impugnati 253
4.8. La questione relativa alla natura della
responsabilita' della P.A. per lesione di interessi
legittimi al vaglio della Adunanza plenaria:
l'ordinanza 8 maggio 2002 n. 267 del Consiglio di
Giustizia amministrativa per la Regione
Sicilia 255
4.9. Il non liquet della Plenaria: le sentenza 14 febbraio
2003, n. 2 257
4.10. Considerazioni conclusive 257
Casistica: risposte ai quesiti 259
5. L'accertamento del danno ingiusto 261
5.1. Il danno ingiusto nell'art. 2043 c.c. 262
5.2. Gli argomenti tradizionali addotti dalla
giurisprudenza per negare la risarcibilita' degli
interessi legittimi 264
5.3. Le critiche della dottrina agli argomenti della
giurisprudenza 265
5.4. Le prime aperture giurisprudenziali alla tesi della
risarcibilita' degli interessi legittimi:
affievolimento e riespansione dei diritti
soggettivi 266
5.5. L'evoluzione legislativa in materia di tutela
risarcitoria dell'interesse legittimo nei confronti
della P.A.: 269
5.5.1. a) L'art. 13 legge n. 142 del 1992 269
5.5.2. b) L'art. 4, comma 8, della legge n. 493 del
1993 270
5.5.3. c) L'art. 17, comma 1, lett. f) della legge n.
59 del 1997 271
5.5.4. d) L'art. 35 del decreto legislativo n. 80 del
1998 271
5.6. La giurisprudenza della Corte di giustizia in materia
di responsabilita' dello Stato per violazione del
diritto comunitario 272
5.7. Il superamento del dogma dell'irrisarcibilita' degli
interessi legittimi: la sentenza n. 500 del
1999 275
5.8. Danno ingiusto e lesione dell'interesse al bene della
vita 279
5.9. Le critiche della dottrina alla scelta della
Cassazione di subordinare il risarcimento al giudizio
prognostico sulla spettanza del bene della
vita 279
5.10. L'accertamento del danno rispetto agli interessi
oppositivi. Il risarcimento dei terzi non destinatari
del provvedimento 283
5.11. Gli interessi pretensivi fra "oggettivo affidamento"
e perdita della chance 283
5.12. La risarcibilita' degli interessi legittimi a
prescindere dalla spettanza del bene della
vita 286
Casistica: riposte ai quesiti 295
6. Il rapporto di causalita' 297
6.1. Premessa 298
6.2. La distinzione tra causalita' materiale e causalita'
giuridica 299
6.3. La causalita' materiale: la teoria dell'equivalenza
causale 303
6.3.1. I correttivi alla teoria dell'equivalenza
causale: la causalita' adeguata, la causalita'
umana, l'imputazione obiettiva
dell'evento 304
6.3.2. L'accertamento del nesso di condizionamento:
la sussunzione sotto leggi
scientifiche 308
6.3.3. La distinzione tra probabilita' statistica e
probabilita' logica 310
6.3.4. L'impossibilita' di applicare i criteri della
sentenza Franzese all'illecito aquiliano:
l'accoglimento della logica del "piu' proba
bile che non" e l'ulteriore individuazione
della causalita' da per dita della
chance 312
6.4. La causalita' giuridica 324
6.5. La teoria dell'equivalenza causale nell'illecito
civile della Pubblica Amministrazione. Il concorso
del fatto illecito del terzo 326
6.6. Le fattispecie in cui la P.A., pur non cagionando
direttamente il danno, fornisce, l'occasione per
l'illecito di un terzo 327
6.6.1. a) Certificazione inesatte 327
6.6.2. b) Informazioni incomplete 329
6.6.3. c) Omessa vigilanza 329
6.6.3.1. L'omessa vigilanza nel settore del
credito 331
6.6.3.2. L'omessa vigilanza nel settore
dell'edilizia e dell'urbanistica. Il
problema del terzo in caso di
d.i.a. 336
6.6.3.3. Produzione, importazione e
somministrazione di farmaci
emoderivati e plasma infetto: il
recente intervento delle Sezioni
Unite 343
6.6.3.4. (segue ) Il danno da emotrasfusione:
le Sezioni Unite fanno il punto sulla
prescrizione in caso di danni
lungolatenti, sul rapporto di
causalita' nell'illecito civile e
sulla responsabilita' del medico e
della struttura sanitaria 344
6.6.3.5. (segue ) Il problema della decorrenza
della prescrizione in caso di danno
c.d. lungolatente 344
6.6.3.6. La natura della responsabilita' del
medico e della struttura sanitaria e
il problema della ripartizione
dell'onere probatorio 348
6.6.4. Gestione dei servizi pubblici. In particolare:
il servizio aeroportuale 352
6.7. Il concorso colposo del danneggiato 355
6.7.1. Compatibilita' tra l'istituto del concorso di
colpa e la responsabilita' della P.A. per
insidia e trabocchetto 356
6.7.2. Le condotte rilevanti ex art. 1227, comma 2,
c.c. per limitare o escludere il risarcimento
dell'interesse legittimo 361
6.7.2.1. Le conseguenze della mancata
impugnazione del
provvedimento 361
6.7.2.2. La mancata presentazione dell'istanza
cautelare 363
6.7.2.3. La mancata esecuzione giudiziale
dell'ordinanza cautelare 366
6.7.2.4. La mancata richiesta di autotutela,
la mancata proposizione dei ricorsi
amministrativi, la mancata
attivazione dei poteri
sostitutivi 367
6.7.2.5. Il tempo occorrente per la
definizione del giudizio di
annullamento 368
6.8. Il rapporto di causalita' in caso di lesione di
interessi legittimi: il giudizio prognostico sulla
spettanza del bene della vita 369
6.8.1. L'accertamento del nesso causale a seconda del
carattere oppositivo ovvero pretensivo
dell'interesse 370
6.9. L'accertamento del rapporto di causalita' rispetto
agli interessi oppositivi. Il rischio di una loro
eccessiva protezione. Il problema dei vizi
formali 370
6.10. Danno da ritardo e danno da disturbo 374
6.11. La verifica del nesso di causalita' rispetto agli
interessi legittimi pretensivi 374
6.11.1. Il giudizio prognostico rispetto
all'esercizio di funzioni vincolate 375
6.11.2. Il giudizio prognostico rispetto
all'attivita' autovincolata della Pubblica
Amministrazione 376
6.11.3. Il giudizio prognostico rispetto
all'esercizio di attivita' caratterizzate da
discrezionalita' tecnica 377
6.11.3.1. Accertamento del nesso di
causalita' e discrezionalita'
tecnica nel settore degli
appalti 381
6.11.3.2. a) L'orientamento che ammette la
ripetizione virtuale della gara
tramite consulenza tecnica 381
6.11.3.3. b) L'orientamento che a fronte di
attivita' connotate da
discrezionalita' tecnica ammette il
risarcimento della perdita di
chance 384
6.11.3.4. c) L'orientamento che esclude il
risarcimento per equivalente
quando, dopo l'annullamento
giurisdizionale, e' ancora
possibile il rinnovo della
gara 385
6.11.3.5. Accertamento del nesso di
causalita' e discrezionalita'
tecnica in materia di urbanistica
ed edilizia 388
6.11.3.6. ... e in materia di concorsi
pubblici 396
6.11.4. Il giudizio prognostico rispetto
all'esercizio di attivita' caratterizzate da
discrezionalita' amministrativa 398
6.11.4.1. La giurisprudenza in materia di
appalti 401
6.11.4.2. La giurisprudenza in materia di
urbanistica ed edilizia 405
6.11.4.3. La giurisprudenza in materia di
organizzazione degli uffici 408
Casistica: risposte ai quesiti 409
7. L'elemento soggettivo 413
7.1. L'orientamento giurisprudenziale in tema di colpa
della P.A. prima della sentenza n. 500 del
1999 414
7.2. La colpa della P.A. nella sentenza n. 500 del
1999 415
7.3. Le critiche mosse dalla dottrina ai criteri della
sentenza n. 500 del 1999 in tema di elemento
soggettivo 416
7.4. La colpa della P.A. nelle pronunce del Giudice
amministrativo 417
7.4.1. Un indirizzo minoritario la superfluita'
dell'accertamento della colpa 418
7.4.2. La tesi secondo cui la P.A. e' in colpa solo
in caso di violazioni gravi 418
7.4.3. L'adozione della teoria della responsabilita'
da contatto ai fini della ripartizione
dell'onere della prova dell'elemento
soggettivo 421
7.4.4. La tesi (prevalente) secondo cui il privato,
pur dovendo dimostrare la colpa, risulta
agevolato dalla possibilita' di far ricorso ad
elementi indiziari 422
7.4.5. Un'ulteriore semplificazione probatoria
sull'impulso della giurisprudenza comunitaria:
gia' l'illegittimita' del provvedimento
rappresenta un indizio (grave, preciso e
concordante) che fa presumere la colpa della
P.A. 427
7.4.6. L'errore scusabile dell'Amministrazione 430
7.4.6.1. Basta, ad escludere la colpa, il
fatto che il T.A.R. in primo grado
abbia dato ragione
all'Amministrazione? 433
7.4.6.2. C'e' colpa se la P.A. esegue una
sentenza o un'ordinanza cautelare poi
riformata in appello? 433
7.4.6.3. Arricchimento del terzo che beneficia
di una decisione di primo grado poi
riformata in appello: quali
rimedi? 433
7.4.7. La colpa della P.A. al vaglio dell'Adunanza
Plenaria 437
7.5. Esame di alcune decisioni che hanno escluso la colpa
nonostante l'illegittimita' dell'atto 438
7.5.1. La materia degli appalti pubblici 438
7.5.2. La materia dell'edilizia e
dell'urbanistica 444
7.6. La colpa della P.A. in caso di atto amministrativo
emanato in base a norma di legge dichiarata poi
costituzionalmente illegittima 449
7.7. Esame delle decisioni giurisprudenziali che hanno
ritenuto sussistente la colpa della P.A. 450
7.7.1. La materia degli appalti pubblici 450
7.7.2. La materia dell'edilizia e
dell'urbanistica 454
7.7.3. La in materia di concorsi pubblici 458
7.8. Considerazioni conclusive 460
Casistica: risposte ai quesiti 461
8. Il risarcimento in forma specifica nel processo
amministrativo 465
8.1. L'introduzione del risarcimento in forma specifica
nel processo amministrativo 467
8.2. Il risarcimento in forma specifica nel diritto
civile 467
8.3. La reintegrazione in forma specifica nel diritto
amministrativo 467
8.3.1. Le tesi secondo cui tramite la reintegrazione
in forma specifica si puo' ottenere la
condanna dell'Amministrazione ad adottare il
provvedimento illegittimamente negato 468
8.3.1.1. Considerazioni critiche 468
8.3.1.2. La differenza tra esecuzione del
giudicato di annullamento e
risarcimento in forma
specifica 468
8.3.2. La tesi prevalente secondo cui il risarcimento
in forma specifica trova applicazione nel
diritto amministrativo solo per gli interessi
oppositivi 475
8.4. L'Adunanza Plenaria interviene sulla "reintegrazione
in forma specifica" in materia di appalti: il G.A.,
in sede di ottemperanza, puo' disporre la
sostituzione dell'aggiudicatario nel contratto gia'
stipulato dall'Amministrazione 486
Casistica: risposte ai quesiti 502
9. La responsabilita' della stazione appaltante per la
violazione delle regole dell'evidenza pubblica: il problema
della quantificazione del danno e la possibilita' per
l'impresa pretermessa di subentrare nel rapporto
contrattuale 505
9.1. Premessa 505
9.2. Il problema della quantificazione del danno da
mancata aggiudicazione 506
9.2.1. Il danno emergente 506
9.2.2. Il lucro cessante 507
9.2.2.1. L'onere di provare l'aliunde
perceptum 509
9.2.2.2. Il risarcimento della chance 513
9.2.2.3. Il c.d. danno curriculare 514
9.3. La possibilita' di subentrare nel rapporto
contrattuale: risarcimento in forma specifica o
attuazione dell'effetto demolitorio-conformativo del
giudicato? 517
9.3.1. L'ordinanza di rimessione alla Plenaria della
V Sezione del Consiglio di Stato n.
1328/2008 517
9.3.2. La decisione dell'Adunanza Plenaria 30 luglio
2008, n. 9 519
9.3.3. La possibilita' per l'impresa di scegliere se
procedere tra il subentro nel contratto e il
risarcimento per equivalente 520
Casistica: risposte ai quesiti 526
10. La responsabilita' precontrattuale della P.A. 529
10.1. Il tradizionale orientamento giurisprudenziale che
ammette la responsabilita' precontrattuale solo dopo
l'aggiudicazione 531
10.2. Il progressivo riconoscimento della responsabilita'
precontrattuale della P.A. 532
10.3. La tesi che qualifica la responsabilita' da
provvedimento illegittimo come responsabilita'
precontrattuale 532
10.3.1. Le conseguenze della qualificazione della
responsabilita' della P.A. in termini di
responsabilita' precontrattuale: la
limitazione del danno al c.d. "interesse
negativo" 533
10.3.2. Critiche alla tesi che qualifica la
responsabilita' da provvedimento illegittimo
come responsabilita' precontrattuale 534
10.4. Casi in cui e' configurabile una responsabilita'
precontrattuale della P.A.: il danno causa dal
comportamento scorretto a prescindere
dall'illegittimita' degli atti impugnati 535
10.5. Qual e' il momento fino al quale si spinge il raggio
di azione della responsabilita' precontrattuale della
pubblica amministrazione? 547
10.6. Rapporti tra responsabilita' precontrattuale ed
obbligo di indennizzo 547
10.7. Precedenti giurisprudenziali che riconoscono il
risarcimento del danno nonostante la legittimita' del
provvedimento 548
10.8. Il riparto di giurisdizione in materia di
responsabilita' precontrattuale (rinvio) 553
Casistica: risposte ai quesiti 553
11. La tutela contro il silenzio della P.A. e il problema del
risarcimento del danno da ritardo 557
11.1. La tutela contro il silenzio-rifiuto della P.A.:
osservazioni generali 558
11.2. Il presupposto per la formazione del
silenzio-rifiuto: l'esistenza di un obbligo di
provvedere 559
11.2.1. L'obbligo di provvedere puo' nascere in
assenza di una norma espressa previsione
legislativa che "tipizza" l'istanza del
privato 559
11.2.2. La tripartizione operata dalla
giurisprudenza 559
11.2.2.1. Istanze dirette ad ottenere atti di
contenuto favorevole 560
11.2.2.2. Istanze di riesame di precedenti
atti non impugnati 560
11.2.2.3. Istanze dirette ad ottenere
l'esercizio di poteri repressivi
verso terzi 560
11.3. Il procedimento di formazione del silenzio-rifiuto:
il problema della necessita' della diffida prima
dell'art. 2 legge n. 15 del 2005 e dell'art. 3, comma
6-bis d.l. n. 35/2005 (convertito in legge n.
80/2005) 561
11.3.1. La necessita' della diffida dopo l'art. 2
legge n. 205/2000 562
11.3.2. Le novita' introdotte dall'art. 2 legge n.
15/2005 e dall'art. 3, comma 6-bis, d.l. n.
35/2005 (convertito in legge n. 80/2005): non
e' piu' necessaria la diffida 564
11.3.3. Gli argomenti a sostegno della scelta
compiuta dal legislatore 564
11.3.4. La diffida facoltativa e la diffida diretta a
far valere la responsabilita' del
funzionario 566
11.4. Il termine per ricorrere prima delle leggi n. 15/2005
e 80/2005: la giurisprudenza prevalente applica il
termine di decadenza 566
11.4.1. Un orientamento minoritario: il termine per
impugnare si rinnova de die in diem finche'
dura l'inerzia 566
11.4.2. La tesi che applica il termine di
prescrizione e le relative obiezioni 567
11.5. Le novita' in materia di termine per ricorrere
contenute nella leggi n. 15/2005 e n. 80/2005 569
11.5.1. La riproponibilita' dell'istanza di avvio del
procedimento 570
11.6. L'oggetto del sindacato giurisdizionale nel ricorso
contro il silenzio rifiuto: l'evoluzione dottrinale e
giurisprudenziale fino alla legge
n 80/2005 570
11.6.1. La I fase: la giurisprudenza nega il
sindacato sulla fondatezza
dell'istanza 571
11.6.2. La II fase: la decisione dell'Adunanza
Plenaria n. 10 del 1978 e la successiva
evoluzione giurisprudenziale fino alla legge
n. 205/2000 571
11.6.3. La III fase: l'oggetto della sindacato
giurisdizionale nel ricorso contro il
silenzio-rifiuto dopo l'art. 2 l. n.
205/2000. La lettura restrittiva accolta
dall'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato
con la sentenza 9 gennaio 2002, n. 1 573
11.6.3.1. Osservazioni sulla soluzione
accolta dall'Adunanza Plenaria n. 1
del 2002 576
11.6.3.2. La tendenza di una parte della
giurisprudenza ad ampliare
l'oggetto del sindacato
giurisdizionale 578
11.6.3.3. La lettura estensiva del rito
previsto dall'art. 2 legge n.
205/2000: il ricorso contro il
silenzio come nuova ipotesi di
giurisdizione di merito 579
11.6.3.4. Le tesi che individuano due riti
per i ricorsi contro il
silenzio 580
11.6.4. La IV fase: la riscrittura dell'art. 2 legge
n. 241/1990 ad opera dell'art. 3, comma 6-bis
d.l. n. 35/2005 (convertito nella legge n.
80/2005) 581
11.6.4.1. Il giudice amministrativo "puo'
conoscere la fondatezza
dell'istanza" 581
11.6.4.2. Ipotesi in cui il ricorrente chiede
solo la dichiarazione dell'obbligo
di provvedere 582
11.6.4.3. Una nuova ipotesi di giurisdizione
di merito? 582
11.6.4.4. I limiti del potere del G.A. di
conoscere il merito della pretesa.
La verifica della fondatezza della
pretesa in caso di attivita'
vincolata 584
11.6.4.5. Il Consiglio di Stato chiarisce i
poteri del giudice amministrativo
nel rito del silenzio: la sentenza
della Sez. IV, 10 ottobre 2007 n.
5311 584
11.7. L'ambito oggettivo di applicazione del rito speciale
contro il silenzio della P.A.: il problema del
silenzio significativo, del silenzio-rigetto, del
silenzio su istanze volte a far valere diritti
soggettivi 589
11.8. Ricorso contro il silenzio e riparto di
giurisdizione 593
11.9. Diniego espresso sopravvenuto nel corso del giudizio
contro il silenzio-rifiuto 595
11.10. Natura giuridica del commissario ad acta nominato in
sede di ricorso avverso il silenzio-rifiuto 596
11.11. Ricorso contro il silenzio e risarcimento del
danno 597
Casistica: risposte ai quesiti 604
12. La procedura di determinazione del danno disciplinata
dall'art. 35, c. 2, d.lgs. n. 80/1998 e il problema
dell'ammissibilita della condanna generica al risarcimento
del danno 609
12.1. Il particolare procedimento per la determinazione del
danno previsto dall'art. 35, comma 2, d.lgs. n.
80/1998 610
12.2. Quando il Giudice puo' pronunciare una condanna
parziale? 610
12.3. Il problema dell'identificazione dei criteri della
condanna 611
12.4. Natura dell'accordo e conseguenze del suo
inadempimento 611
12.5. Si tratta di vero giudizio di ottemperanza? 612
12.6. E' ammissibile una condanna generica ai sensi
dell'art. 278 c.p.c.? 616
Casistica: risposte ai quesiti 621
13. Azione risarcitoria e giudizio di ottemperanza 623
13.1. Inquadramento della tematica 626
13.2. La tesi che esclude l'azione risarcitoria proposta
direttamente in sede di ottemperanza 626
13.3. La conversione del ricorso in ottemperanza in ricorso
di cognizione 632
13.4. L'indirizzo giurisprudenziale che ammette la domanda
risarcitoria in sede di ottemperanza... 633
13.5. Osservazioni critiche sulla tesi che ritiene
ammissibile la domanda risarcitoria in sede di
ottemperanza 645
13.6. Casi in cui e' proponibile la domanda risarcitoria in
sede di ottemperanza 647
13.7. Alcune recenti aperture del Consiglio di Stato nella
direzione dell'ammissibilita' della domanda
risarcitoria in sede di ottemperanza: l'azione volta
alla restituzione di un bene illegittimamente
espropriato si puo' avanzare direttamente in sede di
ottemperanza 652
13.8. Tutela in forma specifica e tutela
risarcitoria 654
13.9. Annullamento dell'aggiudicazione, giudizio di
ottemperanza e subentro nel rapporto
contrattuale 656
Casistica: risposte ai quesiti 663
14. La responsabilita' del funzionario autore del provvedimento
illegittimo 667
14.1. L'azione diretta nei confronti del funzionario ex
art. 28 Cost. 668
14.2. Il giudice innanzi al quale proporre l'azione diretta
nei confronti del funzionario 670
14.3. La responsabilita' amministrativa dei pubblici
dipendenti per lesione di interessi legittimi 671
14.4. La giurisdizione in materia di responsabilita'
amministrativa 672
14.5. Il requisito della colpa grave del funzionario.
Rapporti con la colpa della P.A. 675
14.6. Il dies a quo della prescrizione dell'azione di
responsabilita' in caso di danno indiretto da lesione
di interessi legittimi 676
14.7. Il problema delle polizze assicurative a favore dei
funzionari per i danni erariali 681
Casistica: risposte ai quesiti 690
15. I danni da attivita' materiale 693
15.1. Inquadramento del tema 695
15.2. La responsabilita' derivante dalla cattiva
manutenzione dei beni pubblici: in particolare, la
responsabilita' per la cattiva manutenzione delle
strade 695
15.2.1. Danni da cose in custodia e P.A.: quando si
applica l'art. 2051 c.c.? 696
15.2.2. Quando la P.A. puo' considerarsi custode di
un bene? 697
15.2.3. L'iniziale orientamento restrittivo che
esclude l'applicabilita' dell'art. 2051 c.c.
ai beni di notevole dimensione e sottoposti
ad un suo generalizzato e diretto uso da
parte della collettivita' 697
15.2.4. L'interpretazione restrittiva sottoposta al
vaglio della Corte costituzionale 697
15.2.5. Il superamento da parte della giurisprudenza
piu' recente dell'antico orientamento
restrittivo: la P.A. puo' essere considerata
custode anche di beni di notevole estensione
e di uso generalizzato e diretto, quando
sussiste, comunque, una concreta possibilita'
di controllo 697
15.2.6. I danni subiti dagli utenti dell'autostrada:
si applica l'art. 2051 c.c.? 713
15.2.6.1. Che natura ha il pedaggio
autostradale? Puo' essere
ipotizzata una responsabilita'
anche contrattuale del
gestore? 714
15.2.7. I casi che rientrano nell'art. 2043 c.c.: la
nozione di insidia e trabocchetto 716
15.2.8. Il problema del concorso di colpa del
danneggiato e della compatibilita' con la
nozione di insidia (rinvio) 718
15.3. I danni causati da animali selvatici: si applica
l'art. 2052 o l'art. 2043 c.c.? 718
15.3.1. La responsabilita' solidale delle Regioni per
il cattivo esercizio dei poteri di
gestione 719
15.3.2. La procedura di indennizzo rapido prevista in
alcune leggi regionali 720
15.3.3. L'indennizzo a favore dei proprietari dei
fondi danneggiati dalla fauna selvatica. La
natura giuridica e il problema del riparto
della giurisdizione 721
15.4. La responsabilita' per l'esercizio di attivita'
pericolose 724
15.4.1. L'art. 2050 c.c. si applica alla P.A.? 724
15.4.2. Produzione e vendita di sigarette: il
contrasto giurisprudenziale sulla
riconducibilita' all'art. 2050 c.c. 726
15.5. La responsabilita' del Ministero dell'Istruzione e
degli insegnanti per i danni subiti dagli
allievi 739
15.5.1. La presunzione di responsabilita' di cui
all'art. 2048 c.c. si applica anche ai danni
che l'allievo si procura da solo? 739
15.5.2. Che natura ha la responsabilita'
dell'insegnante e dell'istituto scolastico
per i danni che l'allievo procura a se
stesso? 741
15.5.3. La legittimazione passiva nei giudizi
risarcitori per i danni subiti dagli
allievi 741
15.5.4. La prova "di non aver potuto impedire il
fatto" 745
Indice cronologico della giurisprudenza 747
Indice analitico 755


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