Come un respiro interrotto

Nella musica si nasconde l’anima della gente, il sapore di un’epoca. Fabio Stassi con Là dove non siamo mai stati nelle band musicali dipinge il gap generazionale, le esigenze di un’età che si perde nei suoi stessi desideri e li ritrova forse dopo molti anni e molti sbagli. Stassi, vincitore al Premio Selezione Campiello 2013 con L’ultimo ballo di Charlot, ha scritto tutte le sue opere in treno, viaggiando tra Roma, città dove lavora, e Viterbo, città dove vive. Il ritmo lento del viaggio, la vita che scorre fuori dal finestrino, si respirano anche in questo suo ultimo libro dove la protagonista, Sole, è una ragazza di poche parole, ma dalla voce limpida, meravigliosa che fa risuonare, in chi la ascolta, grandi emozioni. Là dove non siamo mai stati è ambientato in una terra tradita, forse la Sicilia di cui è originario lo stesso autore, o forse una delle tante città abusate e ingannate dal finto benessere. Sole mentre canta racconta questo: il disagio, la voglia di veder rivivere le bellezze di un territorio, di non sentirsi più tradita dal suo stesso paesaggio, dalla terra in cui cammina ogni giorno. La speranza è l’unica cosa che tiene viva lei e i suoi amici, una band di musicisti che rispecchiano una generazione perduta, quella dei ventenni di oggi, senza più un sogno collettivo o il bisogno di lotta. E allora tra una prova e l’altra Stassi dipinge il disagio dei giovani, la mancanza di desideri che gli è stata tolta, ma a cui vorrebbero ancora aggrapparsi, e gli amori, il talento e la voglia di emergere in chi crede, almeno ancora per un po’, perlomeno nell’arte e nella musica. Là dove non siamo mai stati è la voglia di arrivare a sognare, qualcosa che non è stato insegnato ai giovani, un luogo dove appunto vogliono approdare, come qualcosa di quasi proibito.