Descrizione Rapporti di forza. Storia, retorica, prova
Le discussioni sul metodo storico non riguardano solo gli addetti ai lavori: oggi, più che mai, riguardano tutti. Da decenni gli scettici postmoderni sostengono che è impossibile distinguere in maniera rigorosa tra verità e finzione, perché la storia s'identifica con la retorica. Ma di quale retorica si tratta? Questo libro dimostra che lo scetticismo postmoderno s'ispira allo scritto giovanile di Friedrich Nietzsche sulla verità e la menzogna, pubblicato postumo, in cui la retorica veniva, contro Aristotele, vigorosamente contrapposta alle prove. Nella tradizione fondata da Aristotele e trasmessa da Quintiliano a Lorenzo Valla, il nesso tra retorica e prove è invece centrale. E la dimostrazione della falsità della donazione di Costantino da parte di Valla rappresenta, nell'epoca delle fake news, un punto di riferimento più che mai attuale. Uno storico che rinunci a distinguere il vero dal falso sulla base di prove farà bene a cambiare mestiere. Ma il mestiere dello storico non finisce qui. La distinzione tra le due versioni della retorica apre la strada a una lettura inattesa delle opere d'immaginazione. Chi legge si troverà di fronte a testimonianze diversissime: la violenta denuncia del colonialismo europeo da parte del capo di una rivolta indigena, inserita nell'opera di un gesuita francese del Settecento; lo spazio bianco dell'Educazione sentimentale in cui Proust vide il culmine dell'intera opera di Flaubert; il tortuoso itinerario che condusse Picasso verso le Demoiselles d'Avignon. Da queste opere emerge una rete di rapporti di forza che le rese possibili: un'esperienza di lettura a distanza che ci riporta al presente.
Recensioni degli utenti
Rapporti di forza. Storia, retorica, prova-6 luglio 2011
L'autore fa partire un ipotetica sfida tra le posizioni retoriche di Nietzsche e quelle di Aristotele. Il sottotitolo del libro è "Storia, retorica, prova" (corrispondente tra l'altro a quello dell'edizione americana originale) ed in esso sono enunciati i punti principali toccati nei vari capitoli: infatti, la storia è al centro di tutta la trattazione (così come la storiografia, ovvero lo scrivere di fatti storici) , la retorica è analizzata in base alle argomentazioni aristoteliche, e quindi divisa in "deliberativa", "epidittica" e "giudiziaria" cui corrispondono le tre dimensioni temporali (passato, presente e futuro) e la prova è anch'essa definita e differenziata in "tecnica" e "non tecnica", per giungere alla conclusione che i rapporti di forza condizionano la documentazione che una società del passato lascia di se stessa. Svariati sono nel corso delle pagine i riferimenti filosofici e letterari di questo testo, che è indubbiamente molto interessante, ma che va letto con particolare attenzione per evitare di perdere anche un singolo passaggio della lucidissima analisi proposta da Ginzburg.
Un'analisi lucida e precisa-19 luglio 2010
Carlo Ginzburg in questo testo dà conto delle principali tesi sul metodo storiografico e sulla sua riduzione a "retorica", facendo risalire la loro matrice sempre e comunque a Nietzsche (in testi come "La nascita della tragedia" ed "Umano, troppo umano"), e contrapponendo a questo tipo di visione le tesi di Aristotele, molto più tecniche e specifiche. Il sottotitolo del libro è "Storia, retorica, prova" (corrispondente tra l'altro a quello dell'edizione americana originale) ed in esso sono enunciati i punti principali toccati nei vari capitoli: infatti, la storia è al centro di tutta la trattazione (così come la storiografia, ovvero lo scrivere di fatti storici), la retorica è analizzata in base alle argomentazioni aristoteliche, e quindi divisa in "deliberativa", "epidittica" e "giudiziaria" cui corrispondono le tre dimensioni temporali (passato, presente e futuro) e la prova è anch'essa definita e differenziata in "tecnica" e "non tecnica", per giungere alla conclusione che i rapporti di forza condizionano la documentazione che una società del passato lascia di se stessa. Svariati sono nel corso delle pagine i riferimenti filosofici e letterari di questo testo, che è indubbiamente molto interessante, ma che va letto con particolare attenzione per evitare di perdere anche un singolo passaggio della lucidissima analisi proposta da Ginzburg.