La poesia tedesca del Novecento
- Editore:
Laterza
- Collana:
- Manuali Laterza
- Data di Pubblicazione:
- 2 luglio 2009
- EAN:
9788842085683
- ISBN:
8842085685
- Pagine:
- 194
- Formato:
- brossura
- Argomento:
- Letteratura, storia e critica: poesia e poeti
Descrizione La poesia tedesca del Novecento
Diviso in quattro capitoli cronologici, il volume offre un panorama d'insieme della produzione poetica nella Germania novecentesca e propone al lettore una selezione dei testi più rappresentativi. I primi due capitoli affrontano il periodo che dal primo Novecento, attraverso la Repubblica di Weimar, conduce la Germania sulle soglie della seconda guerra mondiale. La poesia di questo arco temporale, incardinata nella riflessione nicciana e freudiana e nella cultura ebraica antecedente la Grande Guerra, è veicolo di un ripensamento dei classici - Hölderlin soprattutto - ma anche di quella rottura con le forme tradizionali che determina sia l'avanguardia espressionista, sia la produzione poetica che va da Hofmannsthal a Rilke, da Benn al giovane Brecht. Si passa quindi alla produzione poetica del secondo dopoguerra, segnata dalla lacerante presa di coscienza della catastrofe nazista, dall'esperienza dell'esilio, dalla spaccatura del paese (temi che attraversano in modo particolare l'opera di Paul Celan).
Recensioni degli utenti
Un po' prolisso forse...-1 ottobre 2010
Il libro si propone di analizzare la storia della letteratura e delle correnti letterarie del Novecento tedesco. Ogni capitolo comincia con un quadro storico e sociale dei paesi di lingua tedesca, segue poi una breve introduzione alle principali correnti letterarie e, quindi, un approfondimento degli autori rappresentativi, di qualche loro opera chiave e del loro inserimento nel panorama letterario e storico. L'unico neo di questo libro è che ci si perde troppo spesso in giudizi poco chiari e, forse, troppo complessi, oserei dire addirittura "poetici" e indecifrabili in alcuni passi. Il linguaggio è troppo prolisso in alcuni punti e, alla fine, ci si accorge che si sono usate più parole di quante ne fossero necessarie per esprimere poi concetti contorti o semplicemente antitetici o senza senso. Forse un dottore in letteratura lo comprenderebbe meglio ed io non posseggo le giuste conoscenze per leggerlo, o forse bisognava pensare che non tutti gli studenti universitari hanno già un'altra laurea in lettere...