Pista nera di Antonio Manzini edito da Sellerio Editore Palermo
Discreta reperibilità

Pista nera

Collana:
Promemoria
Data di Pubblicazione:
14 luglio 2021
EAN:

9788838942389

ISBN:

8838942382

Pagine:
288
Formato:
brossura
Acquistabile con la

Descrizione Pista nera

Semisepolto in mezzo a una pista sciistica sopra Champoluc, in Val d'Aosta, viene rinvenuto un cadavere. Sul corpo è passato un cingolato in uso per spianare la neve, smembrandolo e rendendolo irriconoscibile. Poche tracce lì intorno per il vicequestore Rocco Schiavone da poco trasferito ad Aosta: briciole di tabacco, lembi di indumenti, resti organici di varia pezzatura e un macabro segno che non si è trattato di un incidente ma di un delitto. La vittima si chiama Leone Miccichè. È un catanese, di famiglia di imprenditori vinicoli, venuto tra le cime e i ghiacciai ad aprire una lussuosa attività turistica, insieme alla moglie Luisa Pec, un'intelligente bellezza del luogo che spicca tra le tante che stuzzicano i facili appetiti del vicequestore. Davanti al quale si aprono tre piste: la vendetta di mafia, i debiti, il delitto passionale. Quello di Schiavone è stato un trasferimento punitivo. È un poliziotto corrotto, ama la bella vita. Però ha talento. Mette un tassello dietro l'altro nell'enigma dell'inchiesta, collocandovi vite e caratteri delle persone come fossero frammenti di un puzzle. Non è un brav'uomo ma non si può non parteggiare per lui, forse per la sua vigorosa antipatia verso i luoghi comuni che ci circondano, forse perché è l'unico baluardo contro il male peggiore, la morte per mano omicida ("in natura la morte non ha colpe"), o forse per qualche altro motivo che chiude in fondo al cuore.

Spedizione GRATUITA sopra € 25
€ 9.50€ 10.00
Risparmi:€ 0.50(5%)
Disponibile in 3-4 giorni
servizio Prenota Ritiri su libro Pista nera
Prenota e ritira
Scegli il punto di consegna e ritira quando vuoi

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti
4 di 5 su 3 recensioni

Ed è solo il primoDi D. Sonia-30 gennaio 2017

Vado sempre alla ricerca di personaggi di romanzi gialli di cui innamorarmi. Un po' come hanno fatto il commissario Adamsberg o l'avvocato Guerrieri, il vicequestore Rocco Schiavone è piombato nella mia vita di lettrice e mi ha conquistata immediatamente. Leggere tutti i volumi incentrati sulle sue indagini è una droga. Una volta provati, non si torna indietro!

Ottimo esordio per il vicequestore SchiavoneDi C. Guido-13 giugno 2015

Nato editorialmente fra le raccolte dei gialli della Sellerio il personaggio del romano Schiavone, mandato per punizione fra le montagne intorno ad Aosta (giusto perché non esistono più le colonie!), diventa protagonista in questo bel libro giallo. Ben scritto, veloce e scorrevole, Manzini mette in luce con bella ironia tutti i difetti dei personaggi statali che ruotano intorno alla giustizia (questori, poliziotti semplici, giudici e patologi), sottolineandone le umane debolezze ma anche la generosità. In sintesi li dipinge egregiamente, con stile dinamico e ritmo da telefilm. Il libro ha qualche scivolata nella pubblicità occulta, cosa che secondo me non è un vero peccato, se fatto in buona fede, mentre è scorretta se si tratta di una vera e propria sponsorizzazione. Dopotutto si tratta della vita di tutti i giorni, e i prodotti che acquistiamo perdono la vera oggettività e vengono nominati con il marchio (ad esempio la Bialetti è la Moka. Allora perché non farlo anche con le scarpe da ginnastica o le sigarette?). Il libro, comunque, risulta avvincente, costruito bene, con personaggi credibili. Ottimo esordio!

Poliziotto (politicamente) scorretto Di S. Paolo-22 luglio 2013

Rocco, il protagonista di Manzini, è un poliziotto così politicamente scorretto da sforare nel delinquenziale, e in certe occasioni i suoi atteggiamenti ti fanno sperare in una chiusura tale da prevenire l'inizio di una serie. Ma è evidente che così non sarà, perché Rocco Schiavone ha sì i suoi scheletri nell'armadio e non solo, ma è evidente che quando si mette sulle tracce di un criminale non perdona, e poi anche perché tanti sono i riferimenti al passato lasciati in sospeso di un Commissario (pardon, Vicequestore) romano catapultato tra le per lui ostili nevi valdostane. Manzini scrive bene, in modo semplice ma efficace, il ritmo è alto, i personaggi, in particolare quello del protagonista, sono pennellati con espressività. Ben inserita la trama secondaria. Non necessari i frequenti riferimenti a marchi di sigarette, auto e altro. Un po' oltre le righe la pur coinvolgente scena finale.