Ogni riferimento è puramente casuale

“Ogni riferimento è puramente casuale” di Antonio Manzini è una raccolta di racconti che stupirà il lettore, perché qui a darci il benvenuto tra le pagine non saranno Rocco Schiavone, i suoi colleghi e i tanti casi da risolvere, ma il mondo dell’editoria con i grandi buchi neri che lo caratterizzano e quelle piccole assurdità che in un unico universo caratterizzano tutto e tutti. La terribile verità viene a galla in “Ogni riferimento è puramente casuale” e lo fa con una spietatezza che non ha eguali e con mille sfumature differenti che vanno dalla tristezza al cinismo. Anche in un mercato che ha a che fare con la bellezza, con le parole, con le pagine ruvide e preziose dei libri, la terribile umanità emerge e sacrifica tutto. Le presentazioni degli autori, le gare squallide tra case editrici che vendono di più o di meno e che sono in eterna competizione, le librerie che cercano di accaparrarsi l’autore più famoso, quello del momento, quello più bello o quello che avrà più ragazzine urlanti ad accoglierlo. Questo è quello che ci racconta Antonio Manzini e lo fa con l’usuale ironia che da sempre lo caratterizza descrivendoci critici, lettori, librai, editori e tutto quello che intorno a questo gira, ovvero campagne pubblicitarie, presentazioni e vendite. Ne emerge un mondo folle, come è senza dubbio la galleria dei personaggi che lo caratterizzano e come è in generale l’umanità. Nessuno ne esce senza colpi ferire in “Ogni riferimento è puramente casuale” perché, qualunque sia il contesto, la cattiveria e lo squallore fanno parte di noi, come in un grande e stupendo libro.