Descrizione Il mio nome è Rosso
Istanbul, 1591. Tra i miniaturisti e illustratori al lavoro nel Palazzo del Sultano si nasconde un feroce assassino. Per smascherarlo Nero è disposto a tutto, anche a rischiare la vita. Perché se fallisce, per lui non ci sarà futuro con la bella Sekure, non ci sarà l'amore che ha sognato per dodici anni.
Recensioni degli utenti
Non un capolavoro-2 aprile 2020
Nonostante sia il libro più famoso dello scrittore turco e quello con cui ha vinto il Nobel, non mi è parso un capolavoro. Interessante l'ambientazione e la scelta di situarsi proprio negli anni, alla fine del Cinquecento, in cui l'Impero Ottomano rinuncia alla pittura e in generale alla rappresentazione artistica per motivi religiosi, ma la vicenda e soprattutto la lingua rischiano di cadere in circoli viziosi retorici e ridondanti. Peccato perché, qui e la, ci sono notazioni interessanti sul disegno e sulla vita.
Particolare e consigliato-19 febbraio 2017
Tempo fa mi fu regalato questo libro e devo dire che, dopo un'iniziale diffidenza, ho piano piano imparato ad apprezzarlo. La storia è agevole, piena di significato e coinvolge il lettore. Consiglio la lettura, il libro non risulta troppo impegnato ne impegnativo.
Un libro unico-24 febbraio 2012
Questo è uno dei libri più lunghi (e non parlo del numero di pagine) e pesanti che abbia mai letto. E nonostante ciò è un libro bellissimo. Direi che già questo dice tutto! Non so perchè, nè cosa lo renda tanto speciale, ma l'ho apprezzato dal primo momento. Non è emozionante pur essendo un giallo, nè romantico pur essendo una storia d'amore. E' un genere a sè. Bisogna leggerlo per capire.
Pesante, ma non è un difetto-18 febbraio 2012
Personalmente non sono riuscita a finirlo, ma mi sento di parlarne molto bene. E' una finestra aperta su un diverso modo di essere e di pensare. Il linguaggio è ricchissimo, tanto ricco da risultare faticoso. Ogni parola è molto significativa e di conseguenza è un libro tutt'altro che scorrevole. Non è possibile leggerlo rapidamente e quindi non è per chi ha poco tempo da dedicare alla lettura. La storia ed i personaggi sono interessanti, però, per quanto avvinca, non si riesce ad andare veloci. Mi riservo di riprenderlo in un momento in cui avrò tempo per la lentezza e lo consiglio a chi ne ha.
L'Arte prima di tutto.-16 febbraio 2012
Il mio primo consiglio in assoluto è di non farsi ingannare dal retro di copertina. La sinossi non è menzognera ma fuorviante. Non c'è un giallo ricco di suspance ma un dialogo sull'Arte. La prosa è avvolgente, capace di portare immediatamente il lettore in quei luoghi descritti e di fargli provare tutte le sensazioni dei personaggi; e la vicenda anche è interessante ma non ha niente a che vedere con il giallo, l'assassino c'è ma l'indagine è solo un pretesto per nascondere un saggio colto sull'Oriente, l'Occidente e l'Arte. Leggetelo, ma lasciatevi trasportare dallo scorrere delle pagine, senza cercare di risolvere il caso: in questo caso, tutto è nelle mani di Allah!
Lettura faticosa ma interessante-12 febbraio 2012
Ho trovato questo romanzo difficile da leggere per una serie di motivi: lontano dalla sensibilità occidentale, vi vengono citati storia e miti a noi poco familiari. Inoltre la narrazione prevede lunghissimi elenchi che tendono a far il filo del discorso. L'argomento, il confronto tra l'arte islamica ed l'arte occidentale è tuttavia interessante e la trama può in certi punti ricordare una detective story. L'impostazione con ogni capitolo è narrato in prima persona ognuno dei protagonisti, inclusi colori e disegni, è piuttosto originale...