Moby Dick. Ediz. integrale di Herman Melville edito da Liberamente

Moby Dick. Ediz. integrale

Editore:

Liberamente

A cura di:
L. Santoni
Data di Pubblicazione:
2019
EAN:

9788863114379

ISBN:

8863114374

Pagine:
640
Formato:
brossura
Argomento:
AVVENTURA
Acquistabile con o la

Trama Moby Dick. Ediz. integrale

Fino ad allora autore apprezzato, Melville conobbe un primo insuccesso di pubblico e di critica proprio con il romanzo in cui raggiungeva l'apice delle sue capacità espressive: Moby Dick (1851) segna infatti un punto d'arrivo nella produzione di Melville. Si tratta di un romanzo in cui l'indagine gnoseologica tocca profondità insondate e la narrazione, nella sua varietà, raggiunge una fusione di stili quasi perfetta. A dare il titolo all'opera è la grande balena bianca, simbolo e somma di tutti i mostri che l'immaginazione del mondo occidentale ha posto agli inesplorati limiti della terra.

Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 8 recensioni

Caccia al destinoDi P. Beatrice-26 gennaio 2012

Moby Dick è la storia di un'immensa balena bianca, cacciata dal capitano Achab della baleniera "Pequod"; il capitano si vuole vendicare per una gamba mozzatagli dalla balena. Inizia l'inseguimento in mare, tra lunghe attese, discussioni e riflessioni. Questa si rivela una caccia diversa dalle altre, e assume le caratteristiche di un duello tra il capitano Achab e Moby Dick. Una storia avvincente, indicata ai lettori più giovani come a quelli più adulti. E' stata una lettura molto piacevole, lo consiglio a tutti.

Moby DickDi T. Paola-27 luglio 2011

Per l'opinione di grandi critici viene considerato un romanzo senza tempo. Finché procede la ricerca della balena bianca, la vicenda è di continuo intervallata da dotte annotazioni di "cetologia"; ma quando la vicinanza del capodoglio comincia ad essere avvertita, Melville non ci offre più alcun appiglio scientifico o razionalista, ponendoci senza alcuna protezione di fronte alla fatalità con cui si susseguono gli avvenimenti: è il trionfo dell'irrazionale, cioè del male. L'animus americano in fieri, appunto: bene è ciò che si riesce a dominare con la scienza e con la tecnica; quando questa possibilità si esaurisce, quando l'uomo tocca con mano l'esistenza di qualcosa di irriducibile alla sua pretesa di razionalità e di addomesticamento tecnico-scientifico, questo qualcosa è senz'altro male; e di fronte a questo qualcosa possono tornare ad essere valide, per quanto impotenti, tutte le superstizioni e le credenze altrimenti ritenute assurde, e così divengono plausibili anche il genietto di Quiqueg o le preveggenze di un parsi. L'animus americano, sospeso tra la cieca fiducia nelle magnifiche sorti e progressive ed il bigottismo ipocrita e superstizioso delle sette

Moby-DickDi C. ada-12 febbraio 2011

Un'opera davvero bizzarra. Parte con un tono quasi comico, in cui lo spleen tipicamente romantico del narratore (una voce narrante che ho amato) sembra cozzare con la realtà prosaica e scanzonata dei marinai balenieri. Senonché a viaggio cominciato la storia si tinge sempre più di tenebroso romanticismo, la monomania vendicativa di Ahab energe e trascina l'equipaggio, il realismo va a farsi friggere e il linguaggio che tutti parlano diventa sempre più acceso e letterario, con interi capitoli scritti come monologhi teatrali dal linguaggio degno di Shakespeare. Il tutto inframmezzato da lunghe, dotte elucidazioni enciclopediche sulla vita e le caratteristiche dei cetacei e dell'industria che li sfrutta, e stupefacenti descrizioni della navigazione, delle manovre della nave e della caccia alle balene di potente realismo (non credo di avere mai capito così bene cosa accade a bordo di una nave e delle barche da pesca come grazie a questo libro). E poi la fine tragica, con una beffa diabolica (già, sembra esserci anche il diavolo!) presa pari pari da Macbeth... Insomma, a descriverlo pare un guazzabuglio. Però funziona. E funziona anche bene. Giuro che non so dire fino in fondo perché.

Moby DickDi g. celeste-10 dicembre 2010

Spesso quando si inizia a leggere un romanzo molto conosciuto si pensa di avventurarsi in una lettura scorrevole e di facile comprensione. Non è il caso di Moby Dick. Se dovessi dare una votazione finale direi che nel complesso è un romanzo decisamente ben fatto, e che lascia indubbiamente stupefatti della sua mole. La storia è avvincente soprattutto per chi ama i racconti ambientati in mare. Il suo punto negativo è la descrizione minuziosa e direi quasi maniacale della "caccia alle balene". L'autore si sofferma su dettagli decisamente inutili tanto da "appesantire" il romanzo fino all'esasperazione. Molto avvincente nella parte finale, apprezzata solo da chi è riuscito a non abbandonare il romanzo a metà. Consigliato a lettori decisi. Diversamente da come viene considerato non è assolutamente un libro per ragazzi!

Tra i dieci capolavori da salvareDi l. ferruccio-26 ottobre 2010

Sicuramente molti hanno letto Moby Dick, specialmente da ragazzi. Molti di meno sono però (almeno così ritengo) coloro che lo hanno letto nella versione integrale. Eppure (magari da ragazzini non è cosa facile) è in tale versione integrale che prima o poi deve essere letto. Altrimenti di Moby Dick si avrà il ricordo di un bel romanzo d'avventura, in un contesto (quello delle baleniere del XIX secolo) certamente dotato di fascino, di un romanzo forse con uno "spessore" maggiore che non tanti altri libri "per ragazzi", ma in fondo nulla di così speciale. Eppure è un vero capolavoro, nel quale l'aspetto avventuroso è in realtà solo una componente quasi secondaria: ed è solo nella versione integrale, comprensiva di quegli "intervalli riflessivi" che si inseriscono periodicamente nella narrazione (le riflessioni di Ismaele), che si colgono i variegati aspetti che lo rendono, a mio parere almeno, uno dei testi di maggior impegno "filosofico" coi quali, grazie a Melville, la letteratura ha saputo esprimersi, pur non essendo affatto un testo di filosofia. Consiglio di armarsi di un certo coraggio (è lettura non facile) ma leggere, un a volta nella vita, Moby Dick in versione integrale.

Tosto.Di p. simone-23 settembre 2010

Capisco chi salta qualche pagina, ma è un peccato. Capisco anche chi lo odia, perché non è facile né accattivante né divertente né scorrevole. Ma neanche la vita lo è, quasi mai. In compenso è denso, profondo, ricchissimo, universale e scritto divinamente.