L' infanzia è un terremoto
- Editore:
Laterza
- Collana:
- Contromano
- Data di Pubblicazione:
- 10 gennaio 2008
- EAN:
9788842079828
- ISBN:
8842079820
- Pagine:
- 142
- Formato:
- brossura
- Argomenti:
- Impatto sociale delle calamità, MEMORIE
Descrizione L' infanzia è un terremoto
La Valle dei Belice è una distesa di rovine quando la famiglia Susani vi si trasferisce per vivere in una baraccopoli. I genitori di Carola, che all'epoca ha solo quattro anni, lavorano alla ricostruzione insieme al gruppo del Centro Studi e Iniziative Valle Belice, nato da una scissione del Centro Studi di Danilo Dolci. Questa è la memoria di quell'esperienza, racconto di un viaggio, minima ricostruzione di storia orale e un po' anche romanzo. Nel libro ci sono le rovine, c'è Danilo Dolci e il lavoro che con il suo gruppo faceva da molto prima del terremoto, c'è l'infanzia nelle baracche alla Comune che affiancava il Centro studi, tra amici mai smarriti, tetti che si scoperchiano, leggende spaventose di maiali che divorano i morti; ci sono le persone che si raccoglievano intorno al Centro, ci sono anche minacce e intimidazioni mafiose, misteriosamente compaiono anche Bettina e Regine, le figlie di Ulrike Meinhof. E qualcosa viene fuori dell'onda lunga del Sessantotto e dei suoi contraccolpi.
Recensioni degli utenti
L'infanzia è un terremoto-4 agosto 2011
Visto l'argomento drammatico era lecito aspettarsi un romanzo più vivace, una narrazione dell'infanzia all'interno di un evento traumatico come fu il terremoto del 140168 nella Valle del Belice. In realtà, viene fuori un disegno molto più ampio. Che prende sì, lo spunto da quella starna infanzia dove a 4 anni ci si trapianta da Marostica a Partanna. E a poco a poco vengono fuori momenti episodi, in fondo ricostruzione di una vita che per coincidenze prende strade diverse da quelle pensate. Sotto la grande ala di quel momento di possibilità scatenato dal '68. Ne escono fuori bozzetti di disegno (non parlerei di ritratti) della gente che passò di lì. Danilo Dolci un po' defilato. Lorenzo Barbera che prende strada e si pone al centro delle attività. Ma anche i genitori di Carola, prima attratti dalla grande utopia del fare e poi in un certo senso schiacciati. Anche se sono andati avanti e ne hanno fatta di strada. Non è un saggio, quindi non ci si aspetta una disamina rigorosa del perché e del percome, ma dei mostri ne vengono fuori. Uno, sempre e su tutti, l'arroganza del potere, vuoi di quello istituzionale, vuoi di quello mafioso. Bello vedere poi che quei semi, fatti della partecipazione (Gaber? ) qualche frutto l'hanno dato. Su tutti la legge sull'obiezione di coscienza. A me ha fatto fare un salto di 40 anni indietro, quando nell'estate dl '69 incontrai la valle per la prima volta. La visita a Dolci con papà. Ed un ripasso di tante cose sfiorite nella nostra storia familiare. Il CEPAS, dove stava anche papà, e dove negli anni '60 passarono molti studenti che poi di strade atre ne hanno fatte (Fofi) . E l'MLS (Movimento dei Lavoratori per il Socialismo) e tutte quelle schegge di movimento che poi confluirono nel'avventura della Sinistra Indipendente. Ma a parte il piacere di leggere cose di famiglia, mi rimane un grazie a Carola per aver tratteggiato, senza paura, anche se tremando, l'epopea di chi (e furono tanti) decise di mettersi in prima persona, non a parlare, ma a fare. E sul serio.