Mio fratello

Daniel Pennac ritorna all’arte del romanzo con “Mio fratello”, una storia autobiografica che commuove e al tempo stesso ironizza sulla bellezza e sulla tragicità dell’esistenza.
La narrazione ha inizio con la morte del fratello Bernard, amatissimo da Pennac, malgrado i contrasti e le differenze tra i due. Ciò che li unisce, in particolare, è l’ossessione per un personaggio di finzione sortito dalla penna geniale di Herman Melville: Bartleby lo scrivano. Con lo stratagemma della sostituzione, Pennac parla del fratello raccontando dell’adattamento teatrale del capolavoro di Melville. “Mio fratello” è perciò un’opera di metaletteratura, dove tuttavia il fine ultimo resta quello di raccontare un uomo, quel fratello che per Pennac era il più grande amico e compagno di vita. Bernard e Bartleby si somigliano: l’uno e l’altro non amano stare in mezzo alla gente, anzi ricercano l’isolamento sociale. La solitudine permette loro di osservare gli altri attraverso uno specchio, e di mantenere ardente il proprio spirito critico.
“Mio fratello” è il racconto commovente di un’esistenza vissuta a due, con cui Daniel Pennac si congeda da un uomo la cui eredità è una presenza forte e palpabile.