Il facilitatore

La storia raccontata da Sergio Rizzo in Il facilitatore è una storia di fantasia, ma rappresenta la realtà del potere italiano. Questa è la storia di Adolfo Ramelli, giovane giornalista della provincia che perde la sua innocenza nel momento in cui decide di accettare da un industriale un pacchetto di banconote in cambio di un favore. E’ l’inizio dell’ascesa verso il male e verso una corruzione inimmaginabile. Così inizia il trasferimento a Roma, in un appartamento del Parioli, le belle macchine, le belle donne e un discreto numero di soldi che girano. Adolfo, detto Bruno, sfrutta il suo mestiere di giornalista politico, notoriamente a contatto con tante persone, per filtrare conoscenze, interessi e legami che uniscono il potere legale a quello illegale e legano la politica alla mafia e alla massoneria. Anno dopo anno il giro di corruzione e di banconote aumenta così come cresce la sua anima oscura. Rizzo, inviato ed editorialista del Corriere della Sera e già noto al pubblico di lettori per i libri a quattro mani firmati con Gian Antonio Stella come La Casta e Se muore il Sud, ci racconta uno spaccato d’Italia triste e corrotta in cui Il facilitatore è un mestiere comune in cui nulla si fa, non c’è un datore di lavoro, non c’è stipendio, non ci sono contributi, ci sono solo soldi che ti coprono dalla testa ai piedi. E più ne hai più ne vorrai. Il facilitatore tesse solo una rete di contatti in un’ascesa verso il potere e la malavita senza precedenti. Forse ognuno di noi si sente irresistibilmente attratto non tanto dai soldi, ma da quell’ansia di poter mettere parola e mani dappertutto e allora Sergio Rizzo è bravo a raccontare, ma anche ad indagare le insidie dell’animo umano.