L' età dell'oro di Gore Vidal edito da Fazi
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L' età dell'oro

Editore:

Fazi

Collana:
Le strade
Traduttore:
Scarlini L.
Data di Pubblicazione:
21 novembre 2017
EAN:

9788893253215

ISBN:

8893253216

Pagine:
534
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama L' età dell'oro

Narratives of Empire è una vera e propria controstoria dell'America, dagli albori della repubblica statunitense fino al secondo dopoguerra, composta da sette romanzi: "Burr", "Lincoln", "Il candidato", "Impero", "Hollywood", "Washington D.C.", "L'età dell'oro". Suscitando allo stesso tempo feroci polemiche e grandi consensi, questi volumi hanno accompagnato lo scrittore Gore Vidal per oltre trent'anni. La saga narra l'evoluzione degli Stati Uniti da piccolo Stato provinciale e culturalmente arretrato a impero globale dominante in ogni ambito, compresa la cultura, intrecciando episodi e personaggi reali e d'invenzione. Protagoniste sono due famiglie discendenti dal figlio illegittimo del vicepresidente Aaron Burr - noto per aver assassinato Alexander Hamilton, il fondatore del federalismo americano. È con "L'età dell'oro" che ricominciamo la pubblicazione di quest'imponente opera. Ambientato tra il 1939 e il 1954, quando l'egemonia americana è al suo apice, è l'ultimo volume della serie e, come tutti gli altri, costituisce un romanzo a sé. Racconta, fra le tante, la storia di Caroline, ex attrice e giornalista, Peter, intellettuale irriducibilmente radical, e Tim, regista tormentato ma in fin dei conti "integrato", delle loro vicende personali di fortuna e disgrazia, di amore e morte, del loro modo di interagire con i vertici della politica e dell'arte - l'altro grande tema del libro, che vede sfilarne tutti i protagonisti, compreso Gore Vidal, personaggio di se stesso. Pagine di grande tensione, nelle quali l'autore sostiene tesi scomode - in particolare una, su Pearl Harbor - e nelle quali i confini tra storia, letteratura e critica sociale si fanno labili. Vidal, del resto, ha più volte citato la celebre battuta di Tolstoj: «La storia sarebbe una gran bella cosa, se solo fosse vera».

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5 di 5 su 1 recensione

il realismo romanzato di vidalDi c. matteo-10 ottobre 2009

Libro storico o romanzo d'autore? Gore Vidal, scrittore e intellettuale da sempre vicino ai democratici, ricostruisce la storia politica degli Stati Uniti tra il 1939 e il 1954, disvelandone aspetti e comportamenti che hanno influenzato e determinato la linea politica americana. Labile confine quello che separa gli attori fuoriusciti dalla penna di Vidal, Caroline ex attrice e giornalista, Peter intellettuale e indefesso difensore dei valori civili del suo paese, Tim regista di documentari, cinico calcolatore, da quelli realmente esistiti, a cominciare da Franklin Delano Roosevelt, seguito da Harry Truman, per finire con Dwight Eisenhower. Due i piani narrativi simbiotici e concatenati: la vita, con tutte le sue variabili e le sue alterne vicende e le strategie di potere e i giochi geo-politici attuati dalla Casa bianca. Washington, centro operativo in cui le relazioni interpersonali intraprese dai personaggi dell'autore, divengono la chiave, il grimaldello interpretativo di un complesso schema decisionale che raffigura il modus operandi dei principali fautori della politica americana di quel tempo. Prevale, in tutto il libro, un senso di ineluttabile tragicità. Perchè gli Stati Uniti entrarono in guerra? Perchè, a guerra ormai finita, le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki? Esisteva un piano espansionistico americano per assoggettare nuovi stati alla causa statunitense? Quest'opera tenta, e le motivazioni convincono per la loro complessa elaborazione, di rispondere a queste domande. Oggi, visti i percorsi e i risultati politici mondiali che gli USA stanno seguendo, questa storia appare come un presagio o una logica conseguenza degli avvenimenti accaduti oltre mezzo secolo fa. Vale come chiosa la celeberrima frase de "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: "se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi!"