Essere e destino

Il destino ha davvero un'influenza sulle nostre vite, sull'essere, o è soltanto la reminiscenza di miti che appartengono agli albori della civiltà? E l'incontro con il limite, con la malattia, fisica o mentale, è parte di questo percorso già scritto o può essere scongiurato? Dopo aver trascorso la vita occupandosi della mente e dei suoi disturbi con gli strumenti della medicina, Vittorino Andreoli ha sentito il bisogno di andare oltre, di formulare un metodo diverso che si prenda cura dell'uomo «tutto intero» e, a compimento della sua avventura umana e professionale, ci consegna una visione della vita il cui fondamento è la costante promozione del bene per sé e per l'altro. Il suo messaggio è rivoluzionario: qualsiasi esistenza, indipendentemente dall'età e dalla condizione in cui ci si trova, può essere migliorata, in un percorso incentrato su una nuova disciplina da lui stesso fondata, il bendessere. Approfondendone le radici e le applicazioni, l'autore mostra come, seppur con variazioni linguistiche e diverse sfumature di significato, questa ricerca del benessere sia presente fin dalle origini nella storia e nella cultura dell'uomo, e ci accompagna in un affascinante viaggio attraverso i segreti dell'esistenza umana declinato secondo le tre dimensioni fondamentali del corpo, della mente e del nostro rapporto con il mondo circostante, che comprende la natura e le relazioni con gli altri. Oggi che - sostiene Andreoli - risulta sempre più difficile distinguere tra la follia dell'uomo e quella della società, dominata dalle apparenze e dal denaro, spendere la vita «il meglio possibile» è un'aspirazione realizzabile per tutti. Un progetto, in questo senso, «veramente umano». Vittorino Andreoli ci suggerisce che la nostra mente, il nostro corpo e l’ambiente in cui viviamo sono un tutt’uno da considerare per affrontare la vita. Essere e destino. Come ricostruire la propria vita nel tempo è un libro che considera l’uomo nella sua interezza, senza considerarlo a compartimenti stagni. Il grande psichiatra parte, nelle sue considerazioni, dalla malattia perché essa è considerata in medicina un problema fisico, da curare, guarire o da considerare cronica o mortale. Le medicine sono quello che ci serve a guarire, ma bisognerebbe considerare anche altro. Per esempio: chi siamo? Cosa desideriamo e invece cosa abbiamo in realtà? Chi è la nostra famiglia? E in che ambiente viviamo? Andreoli si sofferma ad analizzare così l’importanza di tutta una serie di fattori ambientali, emotivi, famigliari e psicologici che influenzano l’essere umano nel bene e anche nel male, quindi nella malattia. Lo psichiatra lo chiama destino, quel qualcosa che ci appartiene e che in un certo senso non riusciamo a controllare e che appartiene ad un certo uomo o ad una certa donna, ma non ad altri. Essere e destino parte così da tali assunti per poi fare voli pindarici nella mente, nella storia, nella filosofia, nella bellezza e nella morte con la grande capacità di narrazione di Vittorino Andreoli.