I diari di Hitler

Dopo aver letto l'ufficiale e la spia dove l'Autore ricostruisce in forma di romanzo il famoso caso Dreyfuss, mi sarei aspettata qualcosa di più da questo libro. Va dato atto all'autore che è riuscito a ricostruire con puntigliosa dovizia di particolari quella che è stata senz'altro una delle più geniali truffe storiche del secolo scorso. Ma proprio questa estrema dovizia di particolari appesantisce oltre ogni limite la lettura perché, dove nel libro sopra citato i particolari erano rappresentati da una convincente ricostruzione di dialoghi, in questo caso è una elencazione di nomi, località, ecc. che fanno un po' perdere l'orientamento. Va comunque dato atto che la ricostruzione delle diverse fasi della truffa è resa in modo così esaustivo e, nello stesso tempo, così assurdo, che viene da chiedersi come mai esperti di grosso calibro, importanti testate giornalistiche ci siano cascati. Preso a piccole dosi, io ad esempio leggevo due capitoli per volta, è senz'altro un libro interessante ed una lezione su come il giornalismo, di fronte ad uno scoop di interesse mondiale, possa perdere ogni forma di prudenza. Ma una domanda è d'obbligo: chi, posto di fronte alla possibilità di reperire oltre 20 quaderni contenenti il periodo più interessante (e tragico) del '900 scritti di pugno da Hitler, non si sarebbe esaltato, dimenticando ogni prudenza?

Robert Haris è un grande autore di romanzi storici, ma anche di triller e romanzi di spionaggio. I diari di Hitler è un mix di tutto questo. Prendendo spunto da un episodio di cronaca di qualche anno fa imbastisce una trama avvincente in cui il reale protagonista è proprio colui che non compare: il Fuhrer.