Civiltà giuridica della comunicazione

- La riscoperta della retorica come metodo di persuasione fondato sulla ragionevolezza e sul vero
- In che modo cogliamo la realtà? Come discernere le ipotesi vere da quelle false?
- Quale metodo per la ricerca della verità?
- La comunicazione della realtà e la formazione di una verità giudiziale
- Il “circo mediatico giudiziario” come mortificazione della fiducia nella giustizia
- Il processo per l’omicidio di Meredith Kercher: un paradigmatico esempio della perniciosa dicotomia tra accertamento giudiziale e creazione di una realtà mediatica
- Il processo di Norimberga, ossia la “giustizia dei vincitori”, a rinnovata testimonianza delle conseguenze provocate dall’assenza di un’obiettiva lettura critica quale argine a forme di arbitrio e di violenza
- I “pronunciamenti dell’oracolo”, la pubblica gogna ed il caso di “Tangentopoli”
- La necessità di riscoprire la comunicazione persuasiva ad impedire il definitivo congedo di razionalità e verità
- “Realtà” mediatica, metodo scientifico e metodo giudiziario: quale “verità” comunicare perché la democrazia possa tornare a farsi vaccinare? Appendice I: Il segreto istruttorio e la pubblicazione di atti d’indagine: le intercettazioni telefoniche nel contemperamento dell’interesse pubblico all’informazione e di quello privato alla riservatezza
Appendice II: Tutela dell’individuo e delitto di diffamazione nella complessità di fattispecie in continuo rinnovamento con l’evolversi della tecnologia. La conferma della necessità di un assoluto rispetto del limite interno della “verità” oggettiva di quanto riferito
Appendice III: Profili di responsabilità penale dell’hosting provider “attivo”