La Certosa di Parma di Stendhal edito da Einaudi
Alta reperibilità

La Certosa di Parma

Editore:

Einaudi

Collana:
Supercoralli
Traduttore:
Botto M.
Data di Pubblicazione:
15 novembre 2022
EAN:

9788806254551

ISBN:

8806254553

Pagine:
496
Formato:
rilegato
Argomento:
NARRATIVA DI AMBIENTAZIONE STORICA
Disponibile anche in E-Book
Acquistabile con la

Trama La Certosa di Parma

Nella secolare disputa fra gli amanti di Stendhal che preferiscono "Il rosso e il nero" e quelli che preferiscono "La Certosa di Parma" (i rougistes e gli chartreux, come vengono chiamati in Francia), quasi a smentire la dedica che chiude il romanzo, «To the happy few», questi ultimi sono senza confronto i più numerosi. Consacrato come capolavoro, a un anno dalla sua pubblicazione, grazie a un monumentale saggio di Balzac, soprattutto dai primi del Novecento in poi La Certosa di Parma diviene il romanzo più celebre e più letto di Stendhal. E questo nonostante la stesura rapidissima - fu scritto in soli cinquantatre giorni alla fine del 1838 - e la natura composita dei materiali e delle fonti utilizzati. Al «preambolo milanese» del primo capitolo, l'unico che l'autore abbia voluto intitolare, segue l'anti-epopea della battaglia di Waterloo, che inaugura l'età del disincanto. Come l'oscuro Julien Sorel, anche il nobile Fabrizio del Dongo è nato troppo tardi per conoscere il tempo dell'eroismo, della gloria e della spensierata allegria dopo le vittorie. E coloro che invece lo hanno vissuto con gioia ed entusiasmo, come la duchessa Sanseverina e il conte Mosca, devono accontentarsi di meschini succedanei, feste e intrighi alla corte del principe Ernesto Ranuccio IV. In tutta la parte ambientata a Parma emerge la traccia della fonte principale di quello che nell'idea originaria di Stendhal sarebbe stato «un romanzetto»: la «cronaca» manoscritta L'origine delle grandezze della famiglia Farnese. Ne è nata invece una storia trascinante, calata, con una scelta geniale, nella realtà della Restaurazione in Italia. Storia fatta di passioni e cinismo, poesia del paesaggio e beffardo ritratto di ambienti e di figure aggrappate a idee e comportamenti dell'ancien Régime ormai solo scimmiottati, avvelenamenti sventati e riusciti, un'evasione rocambolesca, amori taciuti o confessati, esaltanti e distruttivi. La passione di Stendhal per l'opera lirica si riflette in questo melodramma nel quale ogni ruolo, sia dei protagonisti sia dei comprimari, è delineato con l'implacabile brevitas distintiva del suo stile. Spicca l'invenzione della Sanseverina, uno dei più affascinanti personaggi femminili mai creati dalla letteratura. Storia con una conclusione tragica temperata però da un'irriducibile ironia, e raccontata con quel «brio» che secondo Stendhal definisce lo spirito italiano. Storia impossibile da ambientare in Francia, e che solo l'Italia come lui l'ha immaginata e amata poteva offrire.

Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 10 recensioni

Bello!Di S. Paola-9 marzo 2012

Bel libro, anche se non è riuscito a convincermi del tutto. La zia di Fabrizio è forse il personaggio che mi è piaciuto più di tutti, proprio perchè sincera, spregiudicata, che per i suoi ideali e le sue idee ne pagava le conseguenze e non si lamentava. Insomma, una donna con la spina dorsale. Consigliato!

La certosa di ParmaDi V. Giacomo-26 settembre 2011

Nell'arco di tutta la mia vita ho riletto più volte il romanzo di Stendhal, trovando sempre spunti interpetativi diversi. Lui non aveva affatto l'intenzione di realizzare solo un romanzo d'avventure; il suo scopo è stato ben più elevato e non a caso l'ambientazione è in uno stato assolutista quale era il Ducato di Parma. La sua è una ferma condanna alla politica, che tutto piega alla ragion di stato, tanto che mi verrebbe spontaneo dire, rifacendomi a quanto osservò Balzac, entusiasta dell'opera, La Certosa è il romanzo che avrebbe scritto il Macchiavelli se fosse vissuto a quell'epoca e fosse stato messo al bando dai poteri imperanti. Insomma, secondo me, tutti i romanzi di Stendhal, ma soprattutto questo, sono delle vere e proprie dissertazioni di amoralismo politico.

Le vicende di un viveurDi C. Gennaro-22 marzo 2011

Come spesso accade, anche Stendhal prende lo spunto dalla propria vita per scrivere la storia di Fabrizio Del Dongo. Infatti, come l'autore segue l'armata napoleonica in Italia ed altrove; così Del Dongo inizia la sua avventura nelle file dell'armata napoleonica. Dopo Waterloo, il protagonista torna in Italia e trova rifugio presso la zia duchessa di Sanseverina in Parma. Dopo aver ucciso in duello l'attore Giletti, il giovane fugge ma viene imprigionato nella torre Farnese e da lì vede e si innamora della figlia del governatore Farnese, Clelia Conti. Evaso dal carcere, Del Dongo ritorna a Roma dove diventa predicatore alla moda: ritrova Clelia e ne ha un figlio. Ma il bambino muore e Clelia non gli sopravvive. Alla fine Fabrizio si ritira nella Certosa di Parma.

La certosa di ParmaDi L. Enza-20 dicembre 2010

Il racconto ha come sfondo l'Italia della Restaurazione, in buona parte immaginaria, il protagonista è il giovane nobiluomo milanese Fabrizio del Dongo. Per la sua educazione viene mandato a Milano presso un collegio di gesuiti. Qui, però, il suo unico interesse è rappresentato dalla lettura di un volume di famiglia dove sono narrate le imprese eroiche dei suoi antenati: i Valserra (marchesi del Dongo) . Si anima così di un forte spirito cavalleresco.

La Certosa di ParmaDi S. Max-9 novembre 2010

Capolavoro della letteratura romantica 'ottocentesca', unisce, con l'abile scrittura di Stendhal, avventura e storia di sentimenti, in una fantastica ambientazione della società italiana dell'epoca, anche se legata alla vita di corte, nella fattispecie Parma

romanzo di cappa e spadaDi G. Diego-3 novembre 2010

Un libro che mi ha interessato più nella sua parte "storica" che non nella sua parte "romantica". Ho apprezzato molto, per il fatto di potere respirare le diverse situazioni, le avventure del giovane Del Dongo tra Milano, il lago di Como, Waterloo e Parma. Così dalla chiuda e repressiva Milano, si passa alle speranze ma anche alla confusione della battaglia di Waterloo, per finire a Parma dove l'assolutismo si traveste da governo illuminato. Le avventure amorose le reputo a tratti un pò troppo pesanti, seppure facciano sorridere quando sconfinano nei racconti della vita di corte, dato che rappresentano i mille modi in cui un mondo frivolo si dà arie di grande importanza. Sono rimasto deluso dal finale, lo ritengo poco curato e un pò affrettato, e sì che la trama in sé proprio nel finale sembra accendersi. Un peccato, comunque rimane un romanzo da quattro stelle.