Descrizione La biblioteca inglese. Lezioni sulla letteratura
Nel 1966, a Buenos Aires, Jorge Luis Borges dedicò un ciclo di venticinque lezioni alla letteratura inglese; queste furono registrate e trascritte. I temi affrontati sono i prediletti dall'autore, in un itinerario personale che parte dalle origini (l'"oro antico" come lo chiama Borges): la letteratura anglossasone, il Beowulf, i vichinghi, le radici della poesia, per attraversare poi le opere, e la vita di Samuel Johnson, Blake, Coleridge, Carlyle, William Morris, Dante Gabriele Rossetti, Dickens, Stevenson e Wilde.
Recensioni degli utenti
La biblioteca inglese-3 agosto 2010
“Se un libro per voi è noioso, lasciatelo, anche se si tratta del Paradiso perduto o del Chisciotte – che per me non sono noiosi. Ma se per voi un libro è noioso, non leggetelo; significa che quel libro non è stato scritto per voi. La letteratura dev'essere una forma di felicità". Queste parole sono contenute nell’epilogo alle 25 lezioni che Jorge Luis Borges dedica, nel 1966, alla letteratura inglese, registrate e trascritte dagli studenti che vi parteciparono e fatte poi circolare come appunti in vista dell’esame. “La biblioteca inglese” è quindi senza dubbio un saggio che abbraccia la letteratura inglese dall’alto medioevo fino a Dickens e Stevenson, che ne analizza l’evoluzione attraverso i secoli, con piglio erudito ma mai noioso; ma è anche e soprattutto un vero e proprio atto di profondo amore per la lettura, appassionata e partecipe. Borges parla ai suoi allievi e dà sfoggio della sua profonda e vastissima erudizione, ma anche di una passione smisurata e senza tempo per la lingua e la letteratura. E così, un discorso forse condannato a perdersi nelle spirali del tempo, si trasforma in parola scritta e, a distanza di quarant’anni, riesce a mantenere e a trasmettere ancora inviolata la sua profondità e magia.
La letteratura raccontata da chi l'ha vissuta-19 luglio 2010
Il libro raccoglie un semestre di lezioni universitarie sulla letteratura inglese. Un Borges, ormai vecchio e cieco, si presta alla narrazione e al coinvolgimento della storia del mondo, anche con citazioni preziose che meglio fanno capire dove abbiamo iniziato e dove stiamo andando.