L' autore assente. L'anonimato nell'editoria italiana del Settecento

Lodovica Braida in “L’autore assente” mette in luce un pezzo di editoria italiana, finora praticamente sconosciuto. Perché l’Italia si comportò in modo differente rispetto al resto del mondo? Nel corso del Settecento in tutto il continente europeo inizia a crescere la diffusione dei libri e quindi il mercato editoriale con l’aumento di persone in grado di leggere e scrivere. Nasce così anche la necessità di marchiare il proprio talento e quindi il proprio lavoro autoriale. In Inghilterra si afferma il diritto d’autore di cui tuttora vivono gli autori contemporanei. In Italia accade invece esattamente il contrario: molti scrittori decidono di non firmare le opere e di lasciarle anonime. Lo strapotere della Chiesa e la sua stretta su tutti gli ambiti sociali e culturali determinò probabilmente tale atteggiamento. La censura ecclesiastica era durissima, sia sul genere delle opere, perché non permetteva la pubblicazione di scritti di basso livello culturale, o ritenuti blasfemi, sia sugli autori che erano stati marchiati come inadatti. Da qui si procedette verso la strada dell’anonimato degli scrittori. Lodovica Braida, con “L’autore assente” pone finalmente l’attenzione su alcune dinamiche del mercato editoriale passato e si spinge a collegarle con il presente e con una necessità di censura che non ha mai smesso di tentare di farsi largo nel nostro Paese.