L' Alcibiade fanciullo a scola di Antonio Rocco edito da Salerno Editrice
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L' Alcibiade fanciullo a scola

Collana:
Faville
Edizione:
2
A cura di:
L. Coci
Data di Pubblicazione:
1 aprile 2003
EAN:

9788884024077

ISBN:

8884024072

Pagine:
116
Formato:
brossura
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Trama L' Alcibiade fanciullo a scola

"Alcibiade fanciullo a scuola", sfuggito all'Indice ma considerato l'opera piú diabolica e immorale del Seicento, all'epoca in cui fu scritto (1641) circolò in pochi esemplari anonimi e con false indicazioni di luogo e data di stampa a causa della feroce persecuzione censoria. La vicenda, ambientata nella Grecia classica, vede l'anziano Filòtimo, maestro del bell'Alcibiade, sperimentare tutta la propria scienza oratoria per convincere il giovane a concedergli le sue grazie, argomentando con un abile e pretestuoso ragionamento retorico come ciò sia cosa giusta e necessaria. Al termine del vivace confronto dialettico l'allievo accondiscende a soddisfare i sensi del suo precettore suscitando lo scandalo che condannò il libro alla "damnatio memoriae".

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5 di 5 su 1 recensione

È la corruzione perpetrata ...Di m. roberto-15 ottobre 2010

È la corruzione perpetrata attraverso la parola, la dissoluzione; attuata sul filo di un ragionamento di tono piacevolmente scherzoso, ma serrato, razionale, lucidissimo (pag. 9) È così. Si inventa di tutto, si creano dei fili sottili su cui camminare indifferenti, si finge e si costruisce l’impossibile da una quisquiglia: tutto per il sesso. Alcibiade è un giovane in età scolare. Deve cominciare ad istruirsi, a comprendere il mondo. Come tutti i giovani per apprendere, l’esperienza e la conoscenza di persone mature, sono indispensabili. E così al nostro giovane e bello Alcibiade gli si affianca un maestro dalle immense capacità dialettiche e retoriche. Siamo nella Grecia antica, ma potremmo essere ovunque in qualsiasi tempo. La bellezza di Alcibiade è stratosferica ed entra nell’intelletto e nel basso ventre del maestro, il quale impazzito da tanta esteriorità giovanile inizia un dialogo impossibile, nel quale ci insegna a costruire dal nulla il tutto. Non gli interessa ascoltare, gli interessa solamente il suo ultimo fine; il suo bieco desiderio. La sensazione è implacabile; potrebbe essere capace di dire, convincentemente, l’esatto contrario. Deve comportarsi in questo modo perché non può competere con la sua esteriorità, perciò inizia la sua retorica esclusivamente mentale e filosofico. Filotimo parla di amore, parla di piacere, parla di seduzione, di sesso ma nulla di specifico contribuisce a scardinare la resistenza di Alcibiade. Cede soltanto per la parte intellettuale del dialogo di Filotimo. L’allievo cederà le sue grazie soltanto perché il maestro lo sedurrà intellettualmente. È la cultura, la sapienza, l’erudizione a vincere. Alcibiade è giovane: Egli non è ancora cittadino a pieno titolo. Una volta tale, però, non gli sarà più lecito essere oggetto di piacere. (Pag. 16). Bisogna essere veloci. Il tempo vince, entrambi poi saranno cittadini con tutti i diritti ed allora Alcibiade ricorderà la sapienza e l’abilità del Maestro; lo apprezzerà per il suo gioco sottile anche se infimo. Non deve impressionare il rapporto omosessuale. È secondario nel ragionamento. Potrebbero essere anche un uomo e una ragazza giovane oppure anche il contrario una donna matura ed un ragazzino. Importante per il ragionamento è il rapporto non paritario, basato da una parte dal fascino dall’altro dal sapere.