Il treno
- Editore:
Adelphi
- Collana:
- Biblioteca Adelphi
- Traduttore:
- Romano M.
- Data di Pubblicazione:
- 23 gennaio 2008
- EAN:
9788845922435
- ISBN:
884592243X
- Pagine:
- 146
- Formato:
- brossura
Descrizione Il treno
Maggio 1940. Le truppe della Wehrmacht dilagano in Belgio e minacciano i confini della Francia. Dalle Ardenne sciami di profughi lasciano le loro case prendendo d'assalto i pochi treni disponibili. Nel carro bestiame di un convoglio che procede lentissimo verso La Rochelle, un uomo mediocre, miope e di salute cagionevole, un uomo con una piccola vita mediocre e mediocremente serena, incontrerà una donna di cui non saprà altro, nelle poche settimane che passeranno insieme, se non che è una cèca di origine ebrea, e che è stata in prigione a Namur. Fra loro, all'inizio del viaggio che li porterà fino alla Rochelle, non ci sono che sguardi, ma un po' alla volta, senza che nulla sia stato detto, le due solitarie creature diventano inseparabili; finché, durante la prima notte che passano l'una accanto all'altro sulla paglia per terra, confusi fra altri corpi sconosciuti, accadrà qualcosa di inimmaginabile. Sarà l'inizio di una passione amorosa che li isolerà da tutto ciò che accade intorno a loro (l'occupazione tedesca, i convogli di sfollati, il tendone da circo che li ospita insieme ad altre decine di profughi), chiudendoli in un bozzolo fatto di desiderio, di gioco e di una scandalosa, disperata, effimera felicità.
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Recensioni degli utenti
Il treno-22 febbraio 2011
Conoscendone la fama, non si poteva non rimanere stupiti dalla sua ultima opera. La potenza di Simenon è quella di far sentire al lettore l'atmosfera che descrive, avvolgendolo nella magia della narrazione in modo assai lieve e naturale. Questa volta, sullo sfondo dello scoppio della seconda guerra mondiale, un uomo si trova di fronte ad una scelta che, in un certo modo, rappresenta l'essenza della vita stessa e l'autore sembra chiedere a chi legge, che entra nella storia di Marcel, se quest'ultimo potrà godere di indulgenza o se invece dovrà essere moralmente condannato per le sue azioni. Come sempre, giudizio assolutamente positivo.
Il treno-21 febbraio 2011
Lo notò mia madre alla libreria Coccinelli. Un romanzo con alcune pagine folgoranti. Simenon, come un grande regista, punta i riflettori per illuminare con luce fortissima, che penetra anche negli angoli più riposti, uno squarcio di esistenza di Marcel, un uomo qualunque, né bello né brutto anzi piuttosto bruttino, malaticcio per le conseguenze di una tubercolosi infantile, molto miope- sposato con una donna qualsiasi, con una vita mediocre nel suo negozietto, il suo giardino da curare e le galline. Un evento che per ognuno costituisce tragica fonte di sofferenza, l'abbandono della propria casa a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale e l'occupazione nazista del Belgio, provoca una "rivoluzione" nella sua vita e diventa per lui fonte di felicità, "una felicità che stava alla felicità di ogni giorno come il suono che viene fuori passando l'archetto dal lato sbagliato del ponticello sta al suono normale di un violino. Un suono acuto, squisito, che faceva deliziosamente male".
Il treno-11 novembre 2010
"Ne' passato, ne' avvenire. Solo un fragile presente, che divoravamo e assaporavamo al tempo stesso". 1940: un treno di profughi, piu' un carro bestiame che fugge dalle Ardenne invase dalla Wermacht verso sud in un lentissimo peregrinare; un incontro di sensi tra il protagonista, sposato, la moglie persa chissa' dove, ed una donna, una bolla dei sensi fuori dal tempo, destinata a scoppiare all'arrivo. leggermente sotto lo standard simenoniano, ma comunque un bel leggere. Passionale
Il treno-9 novembre 2010
Mi ha lasciata un po' fredda: lui è sempre molto bravo con le atmosfere, e anche in questo caso sa evocare molto bene l'eccezionalità della situazione (con lo scoppio della guerra, alcuni paesi al confine con il Belgio vengono evacuati e caricati su treni che vanno verso sud). Tuttavia, ho trovato che questa volta ci fosse meno spessore del solito e la conclusione mi sembrava un po' buttata lì.