Romolo il grande
- Editore:
Marcos y Marcos
- Collana:
- Mini Marcos
- Traduttore:
- Rendi A.
- Data di Pubblicazione:
- 25 agosto 2011
- EAN:
9788871685953
- ISBN:
8871685954
- Pagine:
- 177
- Formato:
- brossura
Descrizione Romolo il grande
Roma, quinto secolo dopo Cristo. L'Impero romano è allo sfascio. Romolo Augusto, erede suo malgrado dei fasti del passato, sembra quasi compiacersi della marcia trionfale che accompagna la calata dei Germani verso Roma, guidati da Odoacre. Sta alla larga da Roma, e si dedica serenamente all'allevamento dei polli, che portano i nomi di grandi imperatori: Tiberio, Augusto, Domiziano... Invano la moglie Giulia e l'imperatore d'Oriente, tentano di richiamarlo alla ragione. Invano, il ricchissimo Cesare Rupf, fabbricante di calzoni, gli offre un'occasione d'oro per salvare l'Impero. I Germani espugnano Roma. Eppure, proprio nel momento della massima disfatta, Romolo e lo stesso Odoacre prenderanno tutti in contropiede. Romani, Germani e lettori. Romolo scaglia saette valide e attuali per qualsiasi governo, qualsiasi potentato, in qualsiasi frangente della storia umana.
Recensioni degli utenti
Testo ausiliario per il liceo classico-28 giugno 2018
Fatto molto bene. Ambienta nel contesto storico, oltre a studiare le caratteristiche del personaggio. Il testo era per mia nipote che lo ha letto volentieri, nonostante fosse stato richiesto dall'insegnante.
Romolo il grande-18 novembre 2010
Con graffiante e divertita ironia, Durrenmatt descrive la fine dell'Impero Romano condannato dal suo stesso ultimo imperatore che ritiene non poter essere difendibile uno stato che ha assassinato, provocato guerre e oppresso popoli per secoli. L'impero potrà scomparire solo grazie all'inedia del suo ultimo imperatore, unico lucido osservatore della realtà che lo circonda. L'ironia è feroce: Durrenmatt all'inizio ci presenta un imperatore pigro e solo dedito alla pollicoltura ma che al terzo atto svelerà il suo progetto politico, gli uomini di potere della corte come ambiziosi ma incapaci, una moglie "madre della patria" dominata dall'ambizione, l'impero d'oriente imbalsamato da rigidi e ridicoli protocolli. Un testo all'inizio molto divertente, ma poi emerge chiaramente una dura e netta condanna contro tutti gli stati oppressori riassunta nella frase che l'imperatore dice alla figlia "Quando lo stato si prepara ad assassinare, si fa chiamare patria". Bello e assolutamente da leggere.