Perché sono vegetariana di Margherita Hack edito da Edizioni dell'Altana

Perché sono vegetariana

Data di Pubblicazione:
15 novembre 2011
EAN:

9788886772518

ISBN:

8886772513

Pagine:
128
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
Acquistabile con la

Descrizione Perché sono vegetariana

Margherita Hack tratta qui un tema di grandissima attualità accompagnandolo da esperienze personali e citazioni di grandi vegetariani della storia, della letteratura e dell'arte; da Plutarco ad Einstein, così come lo stesso Leonardo da Vinci. L'autrice, vegetariana dalla nascita, spiega perché uccidere gli animali per nutrirsi non è solo una barbarie ma un danno irreversibile per la salute e l'ambiente

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 2 recensioni

Estremamente interessanteDi R. Jessica-13 marzo 2017

Un libro scorrevole e piacevole, riflessivo ed interessante. Oltre all'esperienza personale offre ottimi spunti riflessivi e di interesse. Lettura veloce e scorrevole.

Perché essere vegetariani?Di M. Simone-30 gennaio 2013

Come dice l'autrice, per lei non è un merito essere vegetariana, lei c'è nata. E nonostante quando dice d'essere vegetariana continuino ad offrirle del pesce, non ha mai mangiato niente che comportasse l'uccisione di un animale. Eppure non è deperita, ha avuto una vita lunga e in buona salute. Stata anche una discreta sportiva ai tempi dell'università. Ed evidentemente per lei non è mai stato uno sforzo astenersi dalla nostra bella insanguinata cucina mediterranea, lo dimostra il fatto che alla soglia dei novanta ha scritto questo libro. Ma, perché essere vegetariani? Di motivi ce ne sono molti, prima di tutto i controsensi. Com'è possibile che ci si prodighi tanto contro i maltrattamenti degli animali da compagnia, che si arrivi a chiedere il carcere per quegli stranieri che da noi si ostinano a cucinare gatti e cani, ma si sia del tutto insensibili al massacro dei cuccioli di pecora a pasqua, un massacro per ricordarne un altro avvenuto 2000 anni fa, ma si sa, la carità cristiana non si estende agli animali, sacchetti di carne senza anima e senza paradiso. Obbiezione: "ci nutriamo degli animali, ma facciamo in modo di farli soffrire il meno possibile dandogli una vita soddisfacente", e questo è stabilito anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Animale. Ma i prodotti di carne concorrenziali sul mercato, specialmente ora in tempi di crisi in cui sempre di più fanno la spesa in supermercati tutto-a-un-euro, credete possano permettersi un lusso di una vita all'aria aperta, genuina, o che si tratti invece di allevamenti intensivi? Poi provate a visitare una macello, non la macelleria sottocasa dove i cadaveri sono li belle puliti e spellati, ma i macelli fuori città dove portano il bestiame. Guardate se si riesce a rispettare la legge del "non maltrattare l'animale nemmeno nel suo ultimo minuto". Quelli vengono trasportati in massa chiusi nei camion, scaricati e incolonnati in fila da cui non possono evadere e si vedono scomparire uno ad uno dentro il macello. Non crederete mica che siano così docili e ubbidienti, bisogna picchiarli, spingerli a forza con bastoni, perché non sono mica scatolette di carne, ancora, hanno un intelligenza e lo capiscono benissimo che li c'è qualcosa che non va, di pericoloso, che bisogna scappare. Almeno ad Auschwitz i prigionieri pensavano di andare a farsi la doccia, ma il bestiame è terrorizzato fino all'ultimo momento. E sorvoliamo sulle tecniche di soppressione che variano a seconda della specie e della stazza. Ma se avete il coraggio di gustare fino in fondo una bistecca alla fiorentina, andate a vedere. Poi provate ad allevare un animale. Che si tratti di un gatto, un pollo, una tartaruga o un cavallo, credo non faccia differenza. Lo avete preso da piccolo, gli avete messo un tetto sopra la testa, un giaciglio per dormire, tutti i giorni lo avete nutrito e lo avete portato fuori. Quando vi vede vi corre incontro, sa che di voi si può fidare. Siete come una mamma, che lo nutre nel corpo, portando il cibo e nell'anima portandolo fuori oltre i confini del recinto a conoscere il mondo sotto la vostra protezione. E poi un bel giorno per qualche motivo a lui oscuro, la sua mamma lo prende e lo strangola, lo appende in cucina e prepara la cena. Roba da plastico di Bruno Vespa. Ecco, ci vuole una buona dose di coraggio a uccidere qualcosa che voi stesso avete allevato, provate a immaginarlo di farlo con il vostro animale domestico, un pollo o un maiale non fa differenza se vi sentite ancora un po' umani e vi riconosce negli occhi dell'animale che state per finire. Se cominciate a nutrire qualche dubbio sulla vostra dieta, vi auguro una buona lettura.