Meridiano di sangue di Cormac McCarthy edito da Einaudi

Meridiano di sangue

Editore:

Einaudi

Collana:
Super ET
Traduttore:
Montanari R.
Data di Pubblicazione:
18 luglio 2014
EAN:

9788806223229

ISBN:

8806223224

Pagine:
306
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Descrizione Meridiano di sangue

A metà Ottocento, al confine tra Messico e Stati Uniti, una banda di killers professionisti annienta tutto quello che trova sul suo cammino. Un ragazzo del Tennessee, fuggito di casa, si unisce a una banda di cacciatori di scalpi. La banda ha un regolare contratto per sterminare gli Apaches e lascia dietro di sé una scia di sangue che sembra apparire all'orizzonte come un tramonto infuocato. Fino a quando i massacri diventano imbarazzanti per quelli stessi che li avevano commissionati. Trent'anni dopo l'uomo del Tennessee che da ragazzo aveva attraversato il "meridiano di sangue", ritroverà il giudice Holden, uno della banda, chiamato a leggere la sua ultima, definitiva sentenza.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 15 recensioni

Bellissimo ma durissimoDi R. Manuela-23 marzo 2018

Amo McCarthy ma con Meridiano di Sangue ho fatto fatica, non perché fosse brutto o scritto male, anzi! Ma perché era troppo. Era troppo realistico. Era troppo violento. Faceva troppo male. In alcuni punti mi prendeva proprio lo stomaco. Mi è entrato dentro e non uscirà per un po'. Forse mai. La cosa che più ammiro di questo autore è che è in grado di raccontare le peggiori atrocità con semplicità. Sono descrizioni nude e atroci, esattamente come il paesaggio che le accoglie. Non posso che inchinarmi davanti alla maestosità di quest'opera, di quest'uomo.

Per pochiDi b. valentina-3 maggio 2012

Un libro sicuramente non adatto a tutti, innanzitutto per la scrittura caratteristica di McCarthy che va dritta al sodo, senza lasciarsi andare ad inutili fronzoli stilistici, e che, proprio per questo, è capace di rendere reale in modo immediato quello che descrive. Anche la trama però non è da meno: a metà dell'800 al confine fra Texas e Messico una banda di scalpatori non si fanno certo remore a massacrare chiunque incontrino per la loro strada.

Ottimo westernDi C. Edoardo-27 aprile 2012

Questo è, a mio avviso, il miglior libro di McCarthy. Basterebbero i fatti condensati nelle prime due pagine (una sorta di prologo) per scrivere un libro, ma a McCarthy non basta. Si inventa un intero mondo sporco, crudele governato da quel giudice che viene dipinto più come un essere mistico, magico che un vero e proprio essere umano. Capolavoro

Sanguinolento thriller di frontieraDi R. Lidia-27 marzo 2012

E' un'opera originale, molto forte e intrisa di omicidi e violenza, probabilmente più interessante per un americano che conosca i luoghi e la storia del suo paese in quegli anni (ma dubito ce ne siano molti! ) . A volte è un libro anche labirintico, nei dialoghi non sempre si capisce chi sta parlando e le azioni risultano a volte senza senso. Ma alla fine ti lascia qualcosa, e in fondo e quelo il compito che deve fare la letteratura. Da leggere, dato che McCarthy è considerato lo scrittore di riferimento per la letteratura americana.

Libro WesternDi A. Claudio-31 gennaio 2012

è un vero e proprio libro western. L'autore narra le vicende di un ragazzino nel crudo Far West, entra a far parte di una banda di nulla tenenti in giro per il deserto contro tutti e tutto! Duro, alcune volte lento, ma rimane nello stile dell'autore. Il finale è a sorpresa... Consigliato per chi si avvicina all'autore!

Meridiano di sangueDi O. Federico-5 agosto 2011

Conoscevo già lo stile di Mccarty, sapido ma con troppi alti e bassi per i miei gusti. Da una parte passa da una prosa all'altra come nei due esempi che riporto (a parte di capire il primo cui la metà delle parole mi sfuggono, come ipomea' o calderugia'). Dall'altra, proprio questo contrasto disegna un'epopea di mondi lontani (il West selvaggio americano del 1850) che forse solo così si può rendere. "Passarono attraverso un prato montano col suo tappeto di fiori di campo, acri di calderugia dorata e di zinnia e di genziana viola e viticci ritorti di ipomea blu, e una vasta pianura colma di piccoli fiori variegati che si protendeva come percalle stampata verso i lontani bordi dentellati del prato coperti da una foschia azzurra e le catene adamantine che sorgevano dal nulla come dorsi di mostri marini in un'alba devoniana. "