Una forma di vita di Amélie Nothomb edito da Voland
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Una forma di vita

Editore:

Voland

Collana:
Amazzoni
Traduttore:
Capuani M.
Data di Pubblicazione:
1 gennaio 2011
EAN:

9788862430784

ISBN:

8862430787

Pagine:
128
Formato:
brossura
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Trama Una forma di vita

Quella mattina ricevetti una lettera diversa dal solito. Inizia così l'ultimo libro di Amélie Nothomb, in cui la scrittrice si confronta con un genere che conosce bene, quello epistolare. Amélie infatti passa parte del suo tempo a rispondere alle lettere dei suoi numerosissimi fan. La lettera arriva da un soldato americano di stanza a Bagdad, Melvin Mapple. Siamo agli inizi della presidenza Obama. L'uomo spera di tornare a casa. Come molti soldati americani in Iraq è afflitto dalla bulimia e da un'obesità sempre più preoccupante, legate alla paura degli attentati, all'orrore della repressione e alle costrizioni della vita militare. Poco a poco Amélie si affeziona al soldato Mapple e ai suoi compagni obesi, quelli di taglia XXXXL. Per aiutarlo a trovare una via d'uscita, gli suggerisce di praticare la body art fotografando sé stesso e il cibo in ogni momento della giornata. All'improvviso però Melvin Mapple smette di scriverle e Amélie, sconcertata, tenta di ritrovarlo... Il finale è naturalmente del tutto inatteso. In questo romanzo l'autrice torna ad affrontare temi a lei profondamente congeniali, come la bulimia, la solitudine e la fuga nella monomania.

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Recensioni degli utenti

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3 di 5 su 4 recensioni

Multi NothombDi P. Mirko-28 settembre 2011

Premessa: questa di "Una forma di vita" non è la Nothomb che conosco io, la Nothomb di "Stupore e tremori", di "Mercurio" ecc. La trama è originale, ricca di curiosità e spunti ma non ho ritrovato la particolare genialità dell'autrice. Ritroviamo invece molti temi cari alla Nothomb, ma il giudizio complessivo è di 3 su 5.

Una forma di vitaDi g. andrea-9 agosto 2011

Una Nothomb lontana dagli eccessi del suo stile barocco, qui lasciato a una forma più consona ed evoluta, un'autobiografia diversa rispetto alle memorie quasi mitiche dei suoi anni infantili di Metafisica dei tubi e Sabotaggio d'amore e diversa anche dalle sue avventure lavorative e amorose giapponesi di Stupore e tremori e Né di Eva, né di Adamo. Un'autobiografia che la vede invece scrittrice affermata ma colma di idiosincrasie, personalità famosa assediata dalle lettere dei fans con richieste spesso stravaganti, eppure persona comune, a volte imprevedibile, spesso piena di interrogativi e perplessità. Tornano, oltre a questo, altri motivi caratteristici dell'opera della Nothomb, primo tra tutti il rapporto controverso col cibo (si tratti di abuso o rifiuto, comunque sempre di eccessi) e con la fisicità estrema, che parla di un rapporto difficile col corpo e con le sue manifestazioni esteriori. Dalla guerra in Iraq la Nothomb prende lo spunto per raccontare una corrispondenza con un soldato americano di stanza a Baghdad, una corrispondenza iniziata in sordina e distrattamente in mezzo a centinaia di altre, poi tramutatasi in una presenza fissa e quasi ossessiva nella quotidianità della scrittrice belga. E' vero che la Nothomb scrive parecchio e sforna immancabilmente un libro l'anno (conservandone altri nei cassetti, pronti magari per essere ripescati) e che tutto ciò a lungo andare nuoce al prestigio di uno scrittore perché abbassa la media della qualità della sua produzione. Personalmente ho trovato alcune sue recenti pubblicazioni (L'entrata di Cristo a Bruxelles e Il viaggio d'inverno, tanto per menzionarne due) più deboli rispetto alle precedenti perché basate su un'idea centrale interessante ma flebile e rarefatta che pur potendosi definire attraente non si è rivelata in grado di reggere sulle sue spalle l'intera architettura di un romanzo intero, anche nella sua brevità. Trovo però, tutto sommato, che la Nothomb (che forse preferisce essere spiccatamente un personaggio oltre che una persona) sia una scrittrice talentuosa e gradevole, ironica e diretta, dotata di pregevole ironia e di profonda e variegata cultura. La leggo sempre con piacere e con un sottile divertimento, pur consapevole che non mi sto misurando con un capolavoro immortale ma con una onesta, sincera produzione letteraria di buon livello e di discreta inventiva, con intrecci divertenti e personaggi surreali ma mai scontati.

Molto originaleDi f. cristina-28 luglio 2011

Questa scrittrice ha un pubblico di fedelissimi lettori, che non delude mai pubblicando un romando ogni anno. Scrive sempre con molta grinta e ironia. Questo libro in particolare è nato da un piccolo trafiletto di un giornale che diceva che molti soldati andati in Iraq diventano obesi. E' bastato questo a far scattare una molla.

Una forma di vitaDi M. alice-24 febbraio 2011

Lo notò mia madre alla libreria Coccinelli. Molto carino e indubbiamente originalissimo come tutti i suoi libri! Una storia che ci butta lì un po' di cose, l'obesità come forma di autodifesa e ribellione, la finzione come preferibile alla realtà in quanto sulla carta tutto può essere, rapporti umani che nascono e crescono sul nulla, ma l'importante è che esistano, i limiti delle relazioni con gli altri... E naturalmente non può mancare un finale imprevedibile e ricco di ironia!