Volevamo uccidere Hitler. L'ultimo testimone dell'operazione Valchiria racconta il complotto del 20 luglio 1944 di Philipp von Boeselager edito da Mondadori

Volevamo uccidere Hitler. L'ultimo testimone dell'operazione Valchiria racconta il complotto del 20 luglio 1944

Editore:

Mondadori

Collana:
Oscar storia
Traduttore:
Benabbi A.
Data di Pubblicazione:
29 giugno 2010
EAN:

9788804598695

ISBN:

8804598697

Pagine:
134
Formato:
brossura
Argomenti:
Fascismo e Nazismo, Sovversione politica
Acquistabile con la

Descrizione Volevamo uccidere Hitler. L'ultimo testimone dell'operazione Valchiria racconta il complotto del 20 luglio 1944

18 luglio 1944. Philipp von Boeselager, ufficiale di cavalleria sul fronte orientale, ha una missione per i suoi 1200 uomini a cavallo, una missione che conosce solo Philipp: tornare a Berlino in tutta fretta e occupare i centri di potere del Terzo Reich. Perché Hitler sta per essere assassinato e lui fa parte di quel complotto, che vuole salvare la Germania dal disastro della guerra e dall'infamia dei crimini nazisti. Figlio di una nobile famiglia renana, Philipp von Boeselager è entrato nell'esercito tedesco per tradizione familiare: come molti suoi colleghi, non ha intuito la reale pericolosità di Hitler, ma quando le prove dell'orrore nazista sono diventate inequivocabili non ha potuto ignorare ciò che si commetteva in nome della sua amata patria. Ed è diventato una parte attiva del piccolo gruppo di alti ufficiali che hanno deciso che l'unica via di salvezza per la Germania è l'uccisione del Führer. Tuttavia il 20 luglio 1944 il complotto, denominato operazione Valchiria, fallisce: lo scoppio della borsa esplosiva collocata nella sala riunioni della Wolfsschanze, il quartier generale di Hitler nella Prussia orientale, uccide tre persone, ma non il capo supremo del Reich. Von Stauffenberg e i suoi complici vengono individuati e giustiziati, mentre Philipp si salva. Muore il 1° maggio 2008 lasciando questa testimonianza. Una storia che sembra frutto dell'invenzione di un romanziere, caratterizzata al tempo stesso da una onestà storica che non indulge nella retorica o nel racconto edificante.

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4 di 5 su 1 recensione

Osarono sfidare Hitler!Di c. monica-24 gennaio 2011

Motivati da sentimenti di disgusto nei confronti delle atrocità che venivano perpetrate contro la popolazione civile nelle zone di occupazione nazista, motivati dalla consapevolezza dell'inutilità di continuare una guerra ormai persa, motivati dal disprezzo che Hitler e i suoi accoliti avevano per la vita umana compresa quella dei propri soldati al fronte e della propria popolazione, obbligati al sacrificio estremo in onore di un uomo che pretendeva di dominare il mondo, questi uomini decisero di sacrificare le proprie vite per eliminare quell'uomo. Consapevoli dei rischi sia per se stessi che per le proprie famiglie, consapevoli che uccidere un capo di Stato avrebbe potuto suscitare sentimenti di disapprovazione da parte di quella popolazione che non aveva ancora capito chi fosse veramente Hitler, attentarono alla vita del Fuhrer. Attentato del 20 luglio 1944 denominato Operazione Valchiria tristemente fallito, tutti i congiurati furono giustiziati tranne uno che sopravvisse alla guerra. Fu fortunato, nonostante i sospetti fondati che lo ponevano nella cerchia dei congiurati, il silenzio di coloro che avevano intuito il suo coinvolgimento gli salvò la vita. Un atto di resistenza, per non vedere la propria nazione affondare nelle nefandezze del regime che la dominava, un atto di eroismo per fermare il numero di vittime sempre più crescente di una guerra insensata.