Vineland di Thomas Pynchon edito da Einaudi
Alta reperibilità

Vineland

Editore:

Einaudi

Traduttore:
Paolini P. F.
Data di Pubblicazione:
15 maggio 2021
EAN:

9788806248604

ISBN:

880624860X

Pagine:
480
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama Vineland

«Frenesi era troppo giovane allora per capire quel che lui pensava di offrirle: un segreto sulla natura del potere nel mondo». Thomas Pynchon (1937) è avvolto in un mistero pari solo a quello che ha circondato J. D. Salinger ed è considerato unanimemente il più grande narratore americano (e non) dal secondo dopoguerra a oggi. Einaudi ha già pubblicato la sua unica raccolta di racconti, Un lento apprendistato, e i romanzi L'incanto del Lotto 49, Vizio di forma, da cui Paul Thomas Anderson ha tratto il film omonimo, La cresta dell'onda, V. e Contro il giorno. Zoyd Wheeler, un residuato umano della stagione hippy degli anni Sessanta, vive con la figlia adolescente, Prairie, in una casa roulotte a Vineland, una cittadina immaginaria nel nord della California. Ogni anno Zoyd, dopo aver radunato un folto gruppo di giornalisti di radio e tv locali, si lancia a peso morto contro la vetrina di qualche malfamato bar della zona. Il motivo per cui lo fa, ufficialmente, è mostrare alle autorità statali che è matto da legare, in modo da ricevere un sussidio. C'è però dell'altro dietro a questa tradizione: un segreto che riguarda sua moglie Frenesi, ex-cineasta militante, e Brock Vond, un tetro agente federale. Un segreto che sua figlia è destinata a scoprire imbarcandosi in un lisergico viaggio nel tempo e nello spazio. Vineland è il racconto di un universo abitato da idealisti più o meno scanzonati alle prese con l'idiozia feroce di chi comanda; traditi o traditori, buoni o cattivi, tutti ugualmente in affanno per restare vivi mentre, come al solito in Pynchon, al di sopra delle loro teste continua un eterno conflitto di dimensioni planetarie, dall'aspetto comico eppure sempre più spietato.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 6 recensioni

VinelandDi S. Armando-19 luglio 2011

Lo sappiamo noi lettori: nonè un'autore dei più facili dal eggere e capire fino in fondo. Il libro é farraginoso in alcune parti ma sostanzialmente funziona per il tono pi scanzonato rispetto ad as. All"Arcobaleno" anche se il divertimento di Pynchon é tutto intellettuale, di cervello e non di pancia, senza sentimento.

Vineland Di S. Goffredo-9 luglio 2011

Romanzo molto divertente seppur molto ingarbugliato. La narrazione passa continuamente e liberamente dall'attualità (siamo nel 1984) al racconto di cose passate, e come al solito per i libri di Pynchon, è richiesta un po' di attenzione per non perdersi, ma comunque questo libro è un po' più semplice di altri di Pynchon. I personaggi sono estremamente caratterizzati e sono assolutamente funzionali alla storia: storia che è una satira dell'America reaganiana, delle sue lotte alle droghe, alle sue manovre economiche di tagli alla spesa pubblica, ecc... Spassosissma ad esempio è la breve parte in cui vengono introdotte le sorelle Harleyte "un circolo di motociclisti che per motivi fiscali si erano trasformati in un gruppo di suore". I libri di Pynchon sono così: un vulcanica ed inesauribile inventiva che porta sulla scena tantissimi personaggi uno più pazzo dell'altro. Consiglio la lettura di questo libro a tutti

Un romanzo da "studiare"Di C. Marco-25 aprile 2011

Una cosa è certa: i romanzi di Thomas Pynchon non sono prodotti fast food, perciò vanno letti ALMENO un'altra volta dopo la prima. Solo così è possibile apprezzare a pieno un capolavoro come Vineland. Dico "capolavoro" perchè a mio parere dovrebbe entrare nelle scuole un libro del genere, dato che il 90% delle persone non è nemmeno a conoscenza di quella cosa che viene denominata POST MODERNO (anche se non credo nel post moderno). La prima critica fatta dai caproni è sempre la stessa: la storia è barocca... Troppo visionaria ecc. Ma storia è l'ultima cosa che deve interessare a un lettore di Pynchon! Sono i frammenti la parte migliore del romanzo, da cui poter estrapolare significati che vanno decisamente oltre i tecnicismi. Molte sono le allegorie e i riferimenti alla politica reaganiana (quindi dovrebbe un tantino interessare anche a noi italiani degli anni 2000, immaginate perché). Questo è un romanzo che parla del lato VERO della comunicazione: parla di noi, della vita e della vita immaginata, insomma... Di tutto.

VinelandDi F. Bruna-2 aprile 2011

Questo libro mi ha fatto sudare sette camicie. Come altre volte con libri che mi sono piaciuti molto ho sentito verso questa storia una specie di empatia, come fosse una persona. La storia è insieme semplice e contorta e richiede un certo sforzo per seguirla, ma se no si legge altro... L'empatia è scattata perchè parla di voglia di rivoluzionare il mondo e tradimento, tra le altre cose, di adattarsi alla realtà o disperatamente cercare di non farlo. Vineland parla di esperienze, e se non ne hai fatte di simili in vita tua non lo capirai, se guardavi da un altra parte allora continua a farlo adesso. Geniale!

involuto.Di u. giovanni-10 agosto 2010

Forse il libro meno bello di pynchon, nonostante l'ambientazione storica( anni 60 - droghe -beat generation) si prestasse al suo stile, irridente e canzonatorio. No lo ho apprezzato al meglio. Forse occorrerebbe una seconda lettura.

Magnifico, uno dei migliori.Di F. Annapaola-31 luglio 2010

Inestricabile come solo il post-moderno ha saputo dare alla storia, in letteratura e non solo, un nodo fortissimo, che sfida e si sfida nel mescolare le carte in gioco e a confondere il reale con la finzione, la finzione con il reale. Gira su sè stesso, come nell'agitazione prima della tempesta, quasi sembra per il piacere di farlo, in un continuo flashback, tra situazioni paradossali, grottesche, volutamente lascive, ma che si riprendono, come una Harley Davidson che si impenna nell'orizzontalità di una strada assolata, in una pienezza di vita, umorismo, freschezza e dolce malinconia del presente già proteso al passato, che ricorda tanto quel senso di spazio, di Kerouac, delle sette di sera in Giugno. Straordinario.