I viceré di Federico De Roberto edito da Feltrinelli

I viceré

Editore:

Feltrinelli

A cura di:
L. Lunari
Data di Pubblicazione:
10 marzo 2011
EAN:

9788807822346

ISBN:

8807822342

Pagine:
664
Formato:
brossura
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Trama I viceré

"I Viceré si iscrive a mio avviso nel capitolo delle grandi saghe che con la potenza di un affresco narrano alcuni decenni di storia attraverso le vicende di una famiglia, di una stirpe, di un ceto sociale, assunti come monade del mondo che li circonda. [...] I Viceré è una disperata, sofferta, dolorosa confessione. La confessione di un essere umano che si identifica totalmente con una precisa società, e ne racconta i fatti e i misfatti con una oggettività insistita e impietosa; come un serial killer che una volta preso e smascherato svuota finalmente il sacco dei suoi delitti, rivelandone addirittura di insospettati. [...] I Viceré è dunque davvero un lungo, dolente monologo. Dal suo senso più profondo possono anche distrarre i fatti, i conflitti, i personaggi che ne animano le pagine, e che nel romanzo tengono desta l'attenzione, incuriosiscono, e addirittura appassionano. Ma il più autentico filo conduttore è quello: il dolore, forse anche la disperazione, che ne fanno il sofferto epicedio di questa società di naufraghi della Medusa, atavicamente impotente, alla quale l'autore è atavicamente legato e alla cui sorte si immola." (dalla prefazione di Luigi Lunari)

Recensioni degli utenti

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3 di 5 su 1 recensione

IrrealeDi M. Amalia-14 maggio 2012

D'accordo, l'ho letto d'un fiato, non mi lamento dello stile e nemmeno delle dimensioni. Ammetto pure che la Sicilia dell'Ottocento ci possa apparire come un luogo molto strano e "diverso". Ma nel suo complesso mi sembra un libro poco costruttivo, anche se certamente questa lunga lista di scelleratezze della famiglia Uzeda ha le sue radici indiscutibili e la sua ragion d'essere. Per molti aspetti, mi ricorda un romanzo russo, I SIGNORI GOLOVLEV, in cui i membri di una numerosa e prospera famiglia si rovinano sistematicamente. Però il paragone col capolavoro russo fa pendere, a mio avviso, la bilancia verso i Golovlev. Peccato, perché il romanzo di De Roberto avrebbe molti pregi e direbbe un mare di verità antipatiche e indigeste, ma non per questo meno vere. Sono però dette con un pizzico di sensazionalismo di troppo. Persino il giovanotto "costretto alle nozze dagli uomini armati della madre"! Sigh.