L'uomo a una dimensione di Herbert Marcuse edito da Einaudi
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44° in Sociologia

L'uomo a una dimensione

Editore:

Einaudi

Edizione:
2
Traduttore:
Gallino L., Giani Gallino T.
Data di Pubblicazione:
22 giugno 1999
EAN:

9788806152543

ISBN:

8806152548

Pagine:
260
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Libro L'uomo a una dimensione di Herbert Marcuse

Trama libro

A oltre trent'anni dalla sua apparizione, e nonostante i non pochi elementi rimasti ancorati a uno scenario politico e sociale profondamente diverso da quello attuale, "L'uomo a una dimensione", una delle più radicali disamine e contestazioni della condizione umana nelle società industriali avanzate, non ha certo esaurito la forza del suo impatto critico e polemico. Scritto in inglese ne11964, e pubblicato nel 1967 in Europa e in Italia, "L'uomo a una dimensione", a suon di centinaia di migliaia di copie, fece di Herbert Marcuse il maestro della nuova sinistra, che in quegli anni andava mettendo vigorose radici nelle università europee. Nel libro di Marcuse i giovani del '68 trovarono gli argomenti e le parole atte a dare forma definita a un'idea che in modo meno articolato circolava già da tempo in Europa, l'idea che le società europee, uscite ormai da vent'anni dall'esperienza del fascismo e della guerra, e dedicatesi con devozione alla pratica della democrazia, fossero in realtà, ciascuna a suo modo, forme di "società bloccata", sul piano sia politico sia culturale e ideale. A oltre trent'anni dalla sua apparizione, e nonostante i non pochi elementi rimasti ancorati a uno scenario politico e sociale profondamente diverso da quello attuale, "L'uomo a una dimensione", una delle più radicali disamine e contestazioni della condizione umana nelle società industriali avanzate, non ha certo esaurito la forza del suo impatto critico e polemico. Come scrive Luciano Gallino nel saggio introduttivo alla presente edizione «l'attualità di "L'uomo a una dimensione" non è soltanto legata al persistere delle stesse distorsioni, nelle società industriali avanzate, che il suo autore intravvide all'epoca con lucidità. È la storia più recente che si è incaricata di restituire al libro una inquietante presa diretta».

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Recensioni degli utenti

4 di 5 su 2 recensioni

L'uomo a una dimensione Di O. Paolo - 22 luglio 2011

Essendo uscito a metà degli anni cinquanta, forse andrebbe anche contestualizzato. Marcuse parlava della "fine della classe operaia", della sua definitiva integrazione. Allora combattemmo e vincemmo contro le concezioni marcusiane, ora? Allora avrei messo non più di una stelletta, ora? Mi astengo dalla votazione sino a eventuale rilettura.

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L'uomo a una dimensione Di G. Giovanni - 22 febbraio 2011

Beh, davvero molto, ma molto interessante! Un capolavoro. Immenso Marcuse dispensa pillole di saggezza, quando non indulge in una terminologia post-hegeliana da trivio, e i suoi pensieri sull'arte e sul sesso nella società pre-industriale e industriale sono veramente azzeccati. Praticamente Marcuse appartiene alla cosiddetta scuola di Francoforte assieme a, tra gli altri, Horkheimer, Adorno, Habermas e Lowenthal. La loro prospettiva muove dalla critica marxista all'economia capitalista indagando però non solo i fenomeni che occorrono nella struttura delle società (relazioni economiche di individui - le relazioni di potere) e nella sovrastruttura (ideologie varie), ma anche tutti quei processi cognitivi che prendono posto nella sottostruttura intesa come luogo fisico, vale a dire la mente. Per operare questa critica, questi sedicenti marxisti di Francoforte si sono impossessati della teoria della psicanalisi di Freud (per cui non vale la pena di leggere Marcuse se non si conosce Freud) e non fanno altro che intrecciare rapporti virtuosistici tra psicologia, politica, economia e società. La teoria della sessualità presentata da Marcuse accennata in questo libro e approfondita nel suo Eros e civiltà prende le mosse dalla teoria della sublimazione di Freud secondo cui, molto succintamente, gli individui si rassegnano a vedere soffocare le pulsioni prodotte nell'Es (inconscio) da parte del Super Io affinché possa svilupparsi così una possibilità di vita sociale che altrimenti sarebbe compromessa se le pulsioni dell'Es prendessero il sopravvento sul ruolo di "guardiano" svolto dal Super Io e, in parte, dall'Io. La società industriale che ha prodotto la reificazione dell'essere umano (l'uomo-oggetto ovvero l'uomo a una dimensione) e la sua alienazione nel mondo del lavoro, ha allargato la sua potenza totalizzante alla sfera della sessualità liberando le pulsioni dell'Es che ora prende il sopravvento con l'accettazione acritica di una sessualità "libera" e "non responsabile". Dalla sessualità quindi l'Es, essendo fondamentalmente l'istinto dell'uomo, si propaga nella società consumando così ciò che nella società pre-industriale era solo "represso" in quanto le pulsioni sessuali venivano controllate maggiormente e più efficacemente dalla dimensione conscia degli individui, l'Io e il Super-Io. Il sesso è diventato merce come lo è diventata l'arte, il cui compito nella società pre-industriale era quello di produrre una tensione tra il reale e il possibile evidenziando una o più relazioni tra questi due domini che non potevano essere risolte nella realtà. Nella società industriale avviene la "riconciliazione", il possibile è risolto in toto nel reale attraverso l'opera come forma, vale a dire "la bellezza come promessa di felicità", così le tensioni prodotte dall'antagonismo realepossibile vengono risolte non in termini dialettici, ma con l'introduzione nell'opera di elementi quali la vita quotidiana, l'ordine costituito, il linguaggio corrente, ecc. Le varie eroine della letteratura (Bovary, Karenina) ora sono impossibili perché la società attuale ha risolto le loro ambiguità nella realtà e ha così prodotto un antidoto a una potenziale tensione, ha fagocitato l'opera d'arte e se ne è impadronita. In questo senso il razionale è diventato il reale, ovvero l'unica dimensione possibile è ora quella della realtà che spiega totalmente tutti i processi razionale piegandoli alla logica economica in atto. Mercificandoli.

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