È tutto nella tua testa. Il misterioso mondo delle malattie psicosomatiche

Immaginate di svegliarvi una mattina: pensate alla giornata che vi aspetta e vi spostate per scendere dal letto. Senza riuscirci. Avete le gambe paralizzate. Terrorizzati, venite accompagnati in ospedale, dove vi assicurano che i medici troveranno una spiegazione per questo improvvisa disabilità. Vi analizzano: risonanza, tac, analisi del sangue. Niente. Il medico vi dice che non trova una spiegazione clinica per il vostro male, quindi non vi può curare. Vi rimanda a casa su una sedia a rotelle.
Immaginate che ciò accada in decine di studi medici, fino a che, disperati, gettate la spugna, accettando di vivere nelle condizioni causate da una patologia misteriosa. Tale è, con poche varianti, la situazione vissuta dai pazienti della dottoressa Suzanne O’Sullivan, primario di neurologia e responsabile di un centro per la cura dell’epilessia a Londra, autrice di È tutto nella tua testa. Il misterioso mondo delle malattie psicosomatiche. Nel libro la dottoressa si addentra nel misterioso regno delle malattie psicosomatiche utilizzando la sua ventennale esperienza con i pazienti affetti da disturbi simili per evidenziare lo straordinario potere esercitato dalla mente sul corpo.
Attraverso l’esperienza della dottoressa O’Sullivan incontriamo persone accomunate dal fatto di avere una sintomatologia che non trova alcun riscontro negli esami ai quali vengono sottoposte. C’è Yvonne, convintasi di essere cieca a dopo un incidente in cui si è spruzzata sul viso lo spray per pulire i vetri. Nessuna disfunzione le viene riscontrata. Poi c’è Matthew, che arriva in ospedale su di una sedia a rotelle certo di essere affetto da sclerosi multipla, nonostante le sue analisi siano impeccabili. Infine Pauline, malata dall’età di quindici anni di un morbo senza nome che le causa paralisi delle gambe e crisi convulsive. Patologie differenti accomunate solo dal fatto di essere manifestazioni di un disagio psichico, un trauma, un rapporto conflittuale rimosso dalla mente e che si manifesta nei pazienti in una modalità fisica considerata maggiormente accettabile dai familiari e dai pazienti stessi.
O’Sullivan intreccia le storie dei suoi pazienti con quella medica delle affezioni psicosomatiche, dai primi studi sull'isteria condotti da Jean-Martin Charcot alla fine dell'Ottocento ai tentativi freudiani di curarla attraverso l'ipnosi. L’intento è di aiutare le persone a distanziarsi da una mentalità diffusa che vede nelle persone affette da queste malattie degli ipocondriaci o dei malati immaginari, privandoli, quindi, della dignità che meritano.
Dobbiamo quindi riconoscere e accettare lo sconfinato potere della mente sul corpo. Un sistema in grado di farci piangere dal ridere a causa di un corto circuito nervoso che, quando ridiamo a crepapelle, va a stimolare i nervi che di solito si attivano quando si prova un forte dolore o un’intensa emozione, perché non dovrebbe essere in grado di trasformare un trauma psicologico in una disfunzione fisica?