Trama Tredici soldati
Beaufort è un castello eretto dai crociati sulle alture del Libano meridionale. Nel 1982 diventa un avamposto dell'esercito israeliano, che lo tiene fino al 2000. Proprio nell'ultimo anno dell'occupazione arriva a Beaufort Erez, un ufficiale poco più che ventenne, durissimo ma capace di stabilire un forte legame con i suoi soldati, deciso a combattere per la sua patria. Ma a Beaufort non si combatte: si sta, come in una trincea della Grande guerra, a prendere colpi di mortaio sparati da un nemico invisibile, Hezbollah. E mentre aspettano l'ordine di abbandonare il castello, i soldati continuano a morire, senza scopo. Il racconto in prima persona di Erez riesce a restituire l'atmosfera dell'assedio, la paura di una morte sempre in agguato, la vitalità di ragazzi intrappolati in una guerra assurda.
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Beaufort-15 ottobre 2008
Nel cuore della Striscia di Gaza l'Autore fa la conoscenza del...Libano; annota con scrupolo ogni parolaccia e tenta invano di penetrare la corazza di malcelata ostilità del comandante della compagnia. Fa la conoscenza di Rotem Yair, un giovane ufficiale coraggioso ma "triste, stanco", che gli parla del Libano, di cui ha una sorta di nostalgia e che paragona alla Striscia; poi, nel prosieguo del tempo, incontra tanti militari che avevano combattuto anche nel Paese dei Cedri e trascorso periodi nell'avamposto di Beaufort, nel Libano del Sud, epicentro del romanzo, luogo fisico, ma anche sito dell'anima. Il romanzo è nato da questi incontri, caratterizzati dall'iniziale diffidenza dei militari nei confronti del coetaneo, Ron, che non è mai stato nella mischia. Il linguaggio è zeppo di espressioni gergali, giustamente sboccato e crudo, come si conviene tra giovani militari. I caratteri dei personaggi sono tratteggiati in modo vivido, con interessanti e sfumate tipologie. La paura c'è, eccome, occorre guardarla in faccia ed affrontarla. Forte desiderio di combattere -e magari di vendicarsi per la morte dei compagni uccisi- e domande ansiose sul perché della missione. Tensione claustrofobica. Voglia di chiudere quell'esperienza, che si sa essere alla fine, e contemporaneo dolore all'idea di lasciare un luogo dove hai trascorso momenti importanti della tua vita. Il protagonista, Erez, duro in apparenza, ma di intensi sentimenti -il pensiero della sua ragazza è sempre sullo sfondo-, sa creare un gruppo affiatato e solidale. Coinvolgente è il rapporto di amicizia che si crea tra lui e Ziv Farran; dopo una evidente ostilità iniziale, poiché Ziv solidarizza con il Movimento pacifista delle "Quattro Madri" ed Erez teme che ciò mini il morale degli altri, tra i due nasce un forte sentimento di solidarietà. Anzi da una certa T shirt che Ziv aveva portato con sé nasce una vicenda emblematica, tutta israeliana.