L'evoluzione del ruolo del portiere di calcio dagli anni '90 ad oggi. Analisi della letteratura scientifica e divulgativa.

Le regole del calcio sono in continuo mutamento e con esse si evolve anche l’aspetto tecnico e tattico dei giocatori; essi devono adattarsi all’applicazione di nuove regole cercando le strategie migliori per attaccare, segnare e difendere per non subire goal. Il calcio nella sua storia si è evoluto: sono cambiate le richieste da parte dell’allenatore, sono stati modificati i modelli prestativi dei giocatori, il ruolo che ha risentito maggiormente questi cambiamenti è l’estremo difensore. Sicuramente anche i colleghi di squadra hanno dovuto reinterpretare i loro ruoli: i difensori hanno dovuto imparare i movimenti e le posture della difesa a zona oltre a quella a uomo e contemporaneamente migliorare sempre di più il tocco di palla; il centrocampo ha dovuto sommare alla quantità e alle doti atletiche richieste dal ruolo la qualità nelle giocate; l’attacco ha dovuto aggiungere ai suoi compiti il fatto di essere la prima linea difensiva in fase di non possesso. Il portiere è il ruolo che è stato maggiormente soggetto a variazioni sia per quanto riguarda le regole sia per quanto riguarda le tattiche. Una delle regole che ha portato il portiere a reinterpretarsi e imparare ad essere calciatore fu l’abolizione di raccolta con le mani a seguito di un retropassaggio nel 1992. Da lì in poi il portiere ha dovuto imparare a sfruttare al meglio le tecniche di calcio sulla palla, stop, passaggio e posizionamento in campo anche in fase di costruzione per permettere una ripartenza e una azione offensiva della sua squadra. Nel mio lavoro di tesi andrò ad analizzare i cambiamenti del ruolo del portiere durante gli anni e come sia diventato da semplice guardiano della porta ad atleta-calciatore. Per fare ciò andrò a definire il modello prestativo del portiere utilizzando soprattutto dati, che riguardano le prestazioni dall’estremo difensore durante le partite di calcio, raccolti in 2 importanti studi svolti a circa 20 anni di distanza per osservare quali caratteristiche sono mutate nel corso del tempo. Il primo studio fu svolto durante il mondiale negli Stati Uniti nel 1994, nel quale Claudio Filippi e Angelo Manoni analizzarono e riportarono i dati (raccolti in 52 partite) nel loro lavoro “prestazioni tecnico-tattiche dei più grandi portieri del mondo”, società stampa sportiva, Roma, 1995. Il secondo studio fu svolto durante il mondiale in Brasile nel 2014 sempre da Claudio Filippi affiancato da Luca Squinzani (i dati vennero raccolti dall’analisi di 64 partite).