Joseph: un caso di studio di Micaela Grosso

Joseph: un caso di studio

Tipologia:

Tesi di Laurea di primo livello

Anno accademico:

2005/2006

Relatore:
Stella Peyronel
Facoltà:

Lettere

Corso:

Lettere

Cattedra:

Didattica dell'italiano per stranieri

Lingua:
Italiano
Pagine:
48
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
866.14 Kb

Descrizione Joseph: un caso di studio

La presenza sempre maggiore di immigrati in Italia ha portato il nostro Paese a dover affrontare nuove problematiche di notevole importanza. Una fra queste è certamente legata all'aumento degli alunni di nazionalità straniera nelle scuole italiane. È un problema che non si può assolutamente sottovalutare sia per il fatto che questi soggetti si trovano a doversi collocare in un nuovo contesto spazio-temporale e in una nuova realtà caratterizzata da una lingua sconosciuta e spesso "incomprensibile”, sia per il fatto che il fenomeno coinvolge, ogni giorno, un numero crescente di scuole e insegnanti. Per giungere a una soluzione è necessario, però, conoscere in modo approfondito le esigenze e i problemi dei soggetti in questione. In linea generale, la scuola è da sempre un luogo di scambio fra le lingue, le culture e le esperienze diverse degli individui che la popolano ma dal punto di vista didattico non si è mai delineata una linea di comportamento comune che facilitasse l'interazione fra le varie esperienze: le strade seguite dai singoli istituti scolastici e dai singoli docenti sono state diverse e dipendenti anche, e soprattutto, dalle risorse territoriali e dalle disponibilità o meno di sostegni specifici. L'inserimento di alunni stranieri nella scuola, soprattutto nel caso in cui non conoscano l'italiano, ha portato alla necessità di creare nuovi spazi atti a risolvere il problema e a facilitare l'integrazione del nuovo individuo nell'ambiente scolastico. Spesso è stato necessario ricorrere a risorse esterne: enti locali e mediatori madrelingua, i quali, all'interno di spazi denominati "laboratori linguistici” e con il supporto di appositi materiali didattici, hanno potuto agevolare l'ingresso dello studente nel nuovo ambiente, basandosi anche sulla conoscenza della storia personale e scolastica di ciascuno. Gli alunni stranieri, così come i coetanei autoctoni, si trovano alle prese con i desideri e le paure di tutti i bambini ma devono anche apprendere una lingua sconosciuta e imparare a muoversi in un ambiente nuovo in cui vigono particolari regole, implicite o esplicite. Devono, inoltre, riuscire a sentirsi parte di un gruppo di coetanei con abitudini e ritmi di vita differenti da quelli a cui erano abituati. Il problema dell'integrazione degli studenti stranieri nell'ambiente scolastico è, dunque, un evento da non sottovalutare dal momento che richiede specifiche competenze professionali e attenzioni pedagogiche ancora da affinare. La denominazione "alunno straniero” non chiarisce, però, l'identità dei vari individui e non consente di capire le esperienze vissute da ciascuno. È una definizione, infatti, che racchiude semplicemente tutti i ragazzi che si trovano ad affrontare una migrazione intesa come cambiamento di luogo ma anche e soprattutto come momento di mutamento profondo di abitudini, usi e costumi. Per chi proviene da una situazione disagiata la migrazione rappresenta senza dubbio una chance ma per poterla sfruttare è necessario investire un gran numero di energie per riuscire a integrarsi e trovare un posto in una società nuova e diversa dalla propria. Il primo ostacolo da affrontare è sicuramente quello linguistico: riuscire ad avere una piena padronanza della lingua del nuovo Paese è il punto di partenza necessario per riuscire a giungere a una totale integrazione. Uno degli obiettivi primari della scuola nei confronti degli alunni stranieri è, quindi, quello di facilitare l'apprendimento della lingua; è una sfida per l'insegnante che si trova a dover interagire con una classe in cui non tutti gli allievi possono considerare lingua materna la lingua in cui avviene la spiegazione. Di qui il duplice proposito della tesi: da una parte, quello di cercare di presentare, nella molteplicità delle tematiche coinvolte, un esempio pratico del fenomeno immigratorio in Italia, prendendo in considerazione l'esperienza personale che ho avuto modo di vivere in occasione di un tirocinio svolto presso una scuola elementare torinese; dall'altra, quello di analizzare i diversi fattori (linguistici ed extralinguistici) che incidono sul processo acquisizionale dell'italiano come lingua seconda (12). Nel trattare i singoli argomenti l'intero lavoro è stato articolato in tre parti: dall'inquadramento generale delle linee guida che la scuola dovrebbe seguire nell'accoglienza degli alunni stranieri si passa alla seconda parte, in cui l'attenzione è centrata sulla componente comunicativa e sui fattori esterni all'individuo. La terza parte si concentra, infine, sui fattori interni e, in particolare, sull'ansia comunicativa che può cogliere l'apprendente. Naturalmente, data la brevità dello scritto, sono stati presi in esame esclusivamente alcuni aspetti dell'inserimento di uno studente filippino in una scuola italiana (più precisamente in una quarta elementare) e gli argomenti sono stati trattati senza la pretesa di risultare in qualsiasi modo esaustivi.

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