Le epigrafi novaresi attraverso il manoscritto di Carlo Francesco Frasconi

La tesi intitolata "Le epigrafi novaresi attraverso il manoscritto di Carlo Francesco Frasconi” ha come tema centrale lo studio delle testimoniane epigrafiche di I, II, III e IV secolo a.C. presenti nel territorio novarese ai tempi dell'abate e studioso Carlo Francesco Frasconi. Il suo manoscritto "Iscrizioni antiche novaresi”, la copia originale del quale è conservata nella biblioteca civica di Vercelli, è rimasto allo stato di inedito fino ad oggi: in esso sono prese in esame le iscrizioni novaresi incise su are, sarcofagi e lastre corredate di schizzi, che riproducono come una fotografia del tempo il reperto; vi sono, inoltre, confronti critici con i commenti degli studiosi che prima del Frasconi hanno analizzato le epigrafi e un commento interpretativo dell'autore stesso. I suoi studi ci conducono attraverso i secoli: ci permettono di conoscere la vita di molti uomini, con le loro glorie, testimoniate da cariche e professioni; la tenerezza di molte donne, madri, mogli e figlie che onorano il ricordo dei rispettivi padri, mariti e figli; infine, gli dèi e le dee venerati, che assicurano la loro protezione sulle famiglie e le case dei loro devoti. Il vero significato e valore dell'attività del Frasconi derivano dall'esame del suo rapporto con i documenti e le carte. In questo senso la sua operazione erudita si qualifica come traduzione e trasformazione dei documenti in monumenti. Egli tratta il documento, secondo la stessa etimologia del nome, quale prova, carta giustificativa e, contemporaneamente, lo costituisce come monumento, cioè come testimonianza che può richiamare il passato, perpetuarne il ricordo, investirlo di una capacità di ammonimento e insegnamento per il futuro, inserendolo così nella memoria collettiva. Non solo: intuisce da subito l'importanza di raccogliere in un luogo comune i reperti, analizzarli e catalogarli con metodo, riportando tutte le indicazioni possibili per permetterne una più corretta interpretazione. Le epigrafi vengono studiate nel loro contesto e non lette avulse dalla loro storia, come era d'uso nel metodo antiquario. Viene riportata ogni tipo di informazione: il luogo di ritrovamento, il materiale, le misure; si propone una datazione su basi storiche e stilistiche, con il confronto di repertori critici e viene riprodotto addirittura uno schizzo del reperto, cercando di dare agli studiosi futuri tutti i mezzi per un'analisi completa e corretta. Le sue schede e i suoi schizzi a mano libera assumono la funzione di una fotografia del reperto, posizionando ogni singolo elemento decorativo e grafico con grande precisione sul disegno, rispettando con meticolosa attenzione l'aspetto dell'originale. Il Frasconi esprime lo sforzo di una società, di un ambiente e temperie culturale di imporre al futuro una data immagine di se stessi. I documenti come monumenti non solo provano ma ricordano e ammoniscono. Per questo il mito della verità assoluta e dei documenti "sinceri” è perseguito con un linguaggio soggettivo e intenzionale. Non era mai stato realizzato uno studio approfondito di tale manoscritto, tanto meno gli aggiornamenti epigrafici. In questa tesi viene riportato puntualmente e integralmente il volume del Frasconi e viene aggiornata la parte dello studio epigrafico. Per ogni iscrizione vengono riportati la datazione, la sede di ritrovamento, le misure, la traduzione e l'approfondimento sui luoghi, personaggi, cariche e divinità citate. Uno studio approfondito, utile per comprendere l'ambiente culturale, religioso e sociale della Novara romana e in via di cristianizzazione.